MERCOLEDI 23 MARZO
MERCOLEDÌ DELLA SETTIMANA AUTENTICA
Gb 42,1-10a; Sal 118 (119),169-176; Tb 13,1-18; Mt 26,14-16
Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: “Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”. E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. (Mt 26,14-16)
Ecco che Giuda smette di essere discepolo, rientra nei “ranghi”, si chiude alla novità del Vangelo per tornare a sicurezze più famigliari, ma mortifere. Anche noi corriamo lo stesso rischio. Dice Papa Francesco: “L’umanità del cristiano è sempre in uscita. Non è narcisistica, autoreferenziale. Quando il nostro cuore è ricco ed è tanto soddisfatto di sé stesso, allora non ha più posto per Dio. Evitiamo, per favore, di «rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli». Il nostro dovere è lavorare e lottare per rendere questo mondo un posto migliore. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo”
Preghiamo
Nella prosperità l’uomo non dura:
è simile alle bestie che muoiono.
Questa è la via di chi confida in se stesso,
la fine di chi si compiace dei propri discorsi.
Come pecore sono destinati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà di loro ogni traccia,
gli inferi saranno la loro dimora.
(Salmo 49 )
[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]