Gs 24,1-2a.15b-27: Sal 104; 1Ts 1,2-10; Gv 6,59-69
“Questa parola è dura, chi può ascoltarla?”. “Signore, da chi andremo, tu hai parole di vita eterna”. (Gv 6, 60.69)
La proclamazione della Parola che oggi ci convoca alla mensa del Signore ci istruisce sulla serietà del tempo, che anche quando è un oggi di vacanza non è mai vuoto di senso. “Sceglietevi oggi chi volete servire” dice Giosuè alle dodici tribù di Israele radunate a Sichem.
“Volete andarvene anche voi?” dice Gesù ai Dodici: parole che pongono di fronte a una decisione nella quale ne va della vita. “Noi serviremo il Signore nostro Dio e ascolteremo la sua voce” e “Tu hai parole di vita eterna” sono le rispettive risposte: ma per dire così hanno anche percepito la durezza di quella parola.
O forse hanno ascoltato in essa qualcosa di “tenero” che li ha attratti? “Ascolteremo la sua voce” dicono a Sichem: la voce di quel Dio che ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto e ha difeso e custodito la vita durante tutto il cammino percorso, pur pronunciando talvolta parole severe. “Impara a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio” suggerisce san Gregorio Magno: cercando di ascoltare nelle parole la voce ci si avvicina al cuore di Dio e di Cristo e si riceve la vita eterna.
Preghiamo col Salmo
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.