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Rendere ragione della speranza che è in noi

Novena di Natale - I feria prenatalizia “dell’Accolto”

17 Dicembre 2015

 

Rut 1,1-14; Sal 9; Est 1,1a-1r.1-5.10a.11-12; 2,1-2.15-18; Lc 1,1-17

 

«Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni”».   (Lc 1,11-13)

 

Il mistero che si compie nella famiglia di Zaccaria ed Elisabetta ci rivela che la salvezza è un autentico dono del Signore. È una sua grazia, il frutto della sua eterna carità. Dio ha bisogno dell’opera dell’uomo ma Zaccaria non crede in questo evento. Non vede Dio ma vede solo se stesso, la sua vecchiaia e quella della moglie, la sua sterilità e dubita delle parole dell’angelo. Zaccaria in questo momento è senza memoria storica. È come se avesse dimenticato che anche Sara era sterile ed Abramo più vecchio di lui, quando il Signore promise Isacco ed Isacco venne al mondo. È come se avesse dimenticato che il Signore si serve della pochezza e dell’inutilità dell’uomo e della sua carne, dei suoi mezzi e delle sue possibilità, per manifestare la sua gloria. A Dio, veramente, nulla è impossibile. Tra pochi giorni, l’inatteso accade, il promesso arriva, l’inaudito e l’impossibile si avvera.

 

Preghiamo

 

O Dio, mio re, voglio esaltarti

e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.

Ti voglio benedire ogni giorno,

lodare il tuo nome in eterno e per sempre.              (Sl 145,1-2)

 

 

[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]