Giornata Mondiale della Pace
Nm 6,22-27; Sal 66 (67); Fil 2,5-11; Lc 2,18-21
«Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo il nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo». (Lc 2,21)
Nell’ottavo giorno dopo la nascita, ogni bambino maschio ebreo viene sottoposto al rito della circoncisione: con questo segno impresso nella carne, Gesù viene inserito a tutti gli effetti nel popolo di Dio. Con tutta la responsabilità e l’onore di osservare la legge, Gesù, appartenente al popolo di Abramo, riceve la vocazione di essere una benedizione fra le nazioni, come riconosciuto allo stesso Abramo.
Ma con Gesù questa benedizione diventa totale, unica, riassumendo in sé tutta l’attesa ed iniziando con sé tutta la pienezza del cammino verso Dio. Questo popolo che nascerà nella fede di Gesù ha ricevuto da Gesù stesso l’alleanza piena con il Signore. E se fino a Gesù è stato il tempo della preparazione, in cui era necessario differenziarsi per maturare un’identità, con Gesù si ha il compimento, la maturazione del tempo, che instaura un nuovo modo di vivere il patto di amicizia con Dio. Non c’è più un popolo privilegiato, ma tutti gli uomini sono chiamati alla coscienza di essere i figli di Dio, nella stessa dignità e nello stesso valore. I criteri nuovi sono quelli di Dio: la pace, l’accoglienza, la responsabilità, la fraternità, la solidarietà verso ciascuno e verso tutti.
Preghiamo
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
(Sal 66,2-3)
[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]