Tt 3,3-7; Sal 71 (72); Gv 1,29-34
«Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”». (Gv 1,29)
Giovanni fatica a riconoscere il Messia. Lui stesso, che ha passato la vita ad attenderlo, resta spiazzato dalla mitezza, dalla pochezza del volto di Dio. Gesù, da subito, esprime il suo desiderio di condivisione totale con l’umanità che intende salvare e si mescola con altri penitenti in coda per ricevere il battesimo per il perdono di peccati che non ha commesso. Giovanni lo riconosce solo quando lo vede venire verso di lui e lo indica come l’agnello che porta il peccato, come un mite che intende rischiare tutto, anche la propria vita, pur di donarsi, pur di amare fino in fondo.
Così accade anche a noi: il Signore si fa accanto nei modi e nei tempi che non ci aspettiamo, spiazzandoci, costringendoci ad uscire dalle nostre comodità per incontrarlo nella povertà disarmante dell’umanità penitente.
Preghiamo
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode,
perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
Alleluia.
(Sal 116)
[da: “La Parola ogni giorno. Io spero nel Signore. Avvento e Natale 2015”, Centro Ambrosiano, Milano]