Es 33,18-23;34,5-7a; Sal 62; Rom 8,1-9b; Gv 15,24-27
«Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni». (Es 33)
I testi della festività immediatamente successiva alla domenica di Pentecoste è dedicata alla Ss. Trinità ed i testi liturgici hanno come filo conduttore lo svelamento di Dio. Mosè sul monte Oreb gli chiede di poter vedere la sua gloria e Dio gli risponde : “Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te”. E Mosè proclama che «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni». Quindi l’identità di Dio è la sua disponibilità all’amore totale ed assoluto-
Gesù ai discepoli spiega come il Padre è rivelato dal Figlio e sarà lo Spirito a guidarli verso la gloria del Padre. L’apostolo Paolo testimonia che è grazie allo Spirito, donatoci dal Figlio, che possiamo dirci anche noi figli dello stesso Padre celeste. E possiamo staccarci dalla pura dimensione materiale e contingente per poter guardare alla storia in chiave di eternità. La misericordia, il perdono, la vicinanza: sono le promesse che mai possono venir meno da parte del Dio che ci è Padre, ci ha donato il Figlio ed assicurato la sua grazia con lo Spirito.
Preghiamo col Salmo
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.