LUNEDÌ 13 Marzo
Gen 12,1-7; Sal 118, 25-32; Pr 4,10-18; Mt 5, 27-30
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. (Mt 5,29-30)
Nel vangelo di oggi Gesù prosegue nel portare a compimento la Legge attraverso l’amore: nel rileggere il comandamento “Non commettere adulterio”, Gesù, ancora una volta, cerca lo spirito della Legge, senza rinchiudersi nella lettera e lo mostra insistendo sull’amore, sulla misericordia e sul rispetto, sole vie per umanizzare le persone. L’obiettivo del comandamento è la fedeltà reciproca, che passa da ogni piccolo gesto del quotidiano, ed è una fedeltà che chiede perseveranza e radicalità. Per dire questa radicalità Gesù arriva ad affermare che è meglio che perisca una delle membra piuttosto che tutto il corpo: è una affermazione che indica la serietà con cui va assunta la radicalità evangelica.
Preghiamo
So questo soltanto:
tutto quello che non è te per me è male,
non solo al di fuori di me, ma anche in me stesso;
e ogni mia ricchezza,
se non è il mio Dio, è miseria.
(S. Agostino)
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]