Lv 23, 26-32; Sal 97(98); Eb 9,6b-10; Gv 10,14-18 “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre”. (Gv 10,14) Un pastore che muore per salvare dal lupo le sue pecore? Che spreco, che follia inutile ed inaudita. Pecore che al momento buono lo svenderanno, lo lasceranno solo, diranno di non conoscerlo. Pecore che si nasconderanno per timore dei giudei (Gv 20,19) e che non crederanno a ciò che racconteranno le donne, cioè di averlo visto vivo. Pecore che fino all’ultimo dubiteranno pretendendo di vederlo per credere (contraddizione somma poichè è per poter vedere che si crede; il contrario di questo è la negazione della fede-fiducia). Questo spreco (Mt 26,8; Mc 14,4), questa follia inutile e inaudita, Gesù la chiama sua Gloria (Gv12,23ss). Questo spreco è l’espressione più alta del suo Potere. Egli ha il Potere di offrire la sua vita e di riprenderla di nuovo. I potenti della terra hanno il potere di prendere la nostra vita e sacrificarla al loro dio (l’audience, il Mercato, la guerra ecc). Ma non hanno il potere di restituircela. Gesù offre e riprende la Sua propria. E lo fa per noi sue pecore. Il Padre lo ama, è Suo Figlio, la sua gioia dall’eternità. Ciascuno di noi vale il sangue del Figlio amato! Preghiamo Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. Tutti i confini hanno veduto la vittoria del nostro Dio. (dal salmo 97) [La Parola ogni giorno – Comunione inseparabile con il Signore. Luogo del nostro riposo – Settimane dopo Pentecoste 2010 – Centro Ambrosiano]