Il tema della Natività interpretato da maestri artigiani di diversi Continenti per portare un messaggio universale di pace e fraternità. A Milano, a Palazzo Lombardia, tornano i “Presepi dal Mondo”, i manufatti raccolti dai Frati Missionari di piazzale Cimitero Maggiore 5, che quest’anno si potranno ammirare agli ingressi dell’edificio da giovedì 1 dicembre 2022 a domenica 8 gennaio 2023.
In mostra 13 quadri suddivisi in 5 sezioni in base al materiale utilizzato: legno, argilla, terracotta, ecc. In più, sarà allestito un Presepe tradizionale particolarmente scenografico al 35° esimo piano, dove hanno sede gli uffici del governatore. Dichiara Fra Marino Pacchioni, Direttore del Centro Missionario: “Collaboriamo gratuitamente volentieri con la Regione perché ognuno di noi è missionario in primis nella comunità dove vive. Intorno a noi guerre, pandemie, ingiustizie, ipocrisia, superbia ci potrebbero indurre a non credere più nella possibilità di salvezza. Eppure quando quel bambino è nato in una capanna, le cose non erano molto diverse da oggi in fatto di indifferenza, sopraffazioni, miseria, malattia…Gesù infatti – poi lo ha spiegato- non è venuto per i buoni, perché il mondo è santo, ma proprio perché è malato; per chi si è perduto, per ognuno di noi, quando siamo stanchi, delusi, perseguitati, maltrattati, peccatori. Allora non perdiamo occasione per lasciarci sollecitare dai Presepi ad accettare questa Sua proposta di amore e di vita vera! Anche al Convento abbiamo una mostra di diorami molto utile per ripercorrere tutte le tappe più importanti della vita del Cristo. Torniamo al Vangelo perché sia davvero Natale nei nostri cuori e non solo nelle vetrine e negli addobbi”.
Ecco la descrizione dei Presepi etnici:
Medioriente
Il Presepe è in resina, latta e stoffa e si caratterizza per gli abiti dei personaggi particolarmente sontuosi e impreziositi da gioielli, decorazioni in oro e fiori. Tutti come copricapo portano un turbante.
Filippine
Interamente in latta, la Sacra Famiglia indossa vesti decorate con motivi geometrici. S. Giuseppe sembra proteggere in un abbraccio la Madonna e Gesù bambino
Europa
In questo presepe plasmato con la latta, la Madonna ha lo sguardo fisso su Gesù bambino mentre S. Giuseppe, in piedi ,tiene in mano una lanterna.
Spagna
Le statuine, realizzate con resina, stoffa e spago, sono tutte in piedi in segno di rispetto, e indossano abiti pregiati in velluto dalle decorazioni dorate e disegni damascati. Il bue e l’asino sono assenti.
Etiopia
Interamente scolpita nel legno, questa rappresentazione della Natività è animata da personaggi a piedi nudi, con capelli ricci e lunghi mantelli, caratteristiche tipiche della popolazione del Paese africano.
Due presepi dal Camerun
Molto particolare la fattura di un primo presepe, creato da un unico pezzo di legno di ebano. Gesù bambino è raffigurato con le braccia aperte, in segno di accoglienza.
Nel secondo, sempre realizzato in ebano, S.Giuseppe indossa un copricapo usato normalmente dal Fon(massima autorità locale) .
Benin
In questa rappresentazione semplice ma d’effetto, S. Giuseppe sembra abbracciare in segno di protezione la Madonna con le mani giunte e Gesù bambino. Materiale: pezzo di legno unico.
Eritrea
I personaggi, intagliati nel legno, sono molto magri, con i volti allungati, tipici della popolazione di questa regione africana. Alcuni di loro indossano dei particolari cappelli sacerdotali.
Italia
Presepe classico realizzato in terracotta. Qui le statuine portano abiti molto ricchi, in stoffa e velluto, con decorazioni in oro
Messico
Presepio in argilla che richiama immediatamente la cultura messicana come si nota dai baffi di San Giuseppe, tipici degli uomini locali, e dall’uso del sombrero, utilizzato dai mariachi, i celeberrimi suonatori di serenate entrati nell’immaginario popolare.
Due dalla Bolivia
Nel primo presepe, i personaggi hanno gli abiti smaltati e colorati con le fantasie ispirate alla cultura inca peruviana e alcuni di loro indossano il chullo, copricapo in lana tipico dell’artigianato andino. Materiale: argilla.
Anche nel secondo presepe, sempre realizzato in argilla i personaggi indossano abiti smaltati di bianco con fantasie inca e copricapi in uso nel Paese sudamericano.
Dichiara Fra Marino Pacchioni, Direttore del Centro Missionario: «E’ di nuovo Natale e tornano i simboli di questo evento culmine della storia umana, la nascita di Gesù, Dio incarnato, venuto al mondo per salvarci. Intorno a noi guerre, pandemie, ingiustizie, ipocrisia, superbia ci potrebbero indurre a non credere più nella possibilità di salvezza. Eppure quando quel bambino è nato in una capanna, le cose non erano molto diverse in fatto di indifferenza, sopraffazioni, miseria, malattia…Gesù – poi lo ha spiegato- non è venuto per i buoni, perché il mondo è santo, ma proprio perché è malato; per chi si è perduto, per ognuno di noi, quando siamo stanchi, delusi, perseguitati, maltrattati, peccatori. Allora non perdiamo occasione per lasciarci sollecitare dai Presepi ad accettare questa Sua proposta di amore e di vita vera! Anche al Convento abbiamo una mostra di diorami molto utile per ripercorrere tutte le tappe più importanti della vita del Cristo. Torniamo al Vangelo perché sia davvero Natale anche nei nostri cuori e non solo nelle vetrine e negli addobbi».