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Giovedi, Settimana della III Domenica dopo il Martirio di S. Giovanni il Precursore

San Gennaro,vescovo e martire

19 Settembre 2013

 

Le notizie incerte che abbiamo non ci permettono di tratteggiare con precisione la figura di san Gennaro, vescovo di Benevento. Sappiamo però che fu decapitato, con altri compagni, per difendere la propria fede intorno al 305, durante la persecuzione di Diocleziano, probabilmente a Pozzuoli. Si racconta che durante il martirio, una nobildonna di nome Eusebia raccolse parte del sangue del vescovo Gennaro in due ampolle, custodendole con molta venerazione. In occasione della traslazione del corpo del santo da Pozzuoli alle catacombe di Napoli, fatta da un vescovo di quella città, Eusebia regalò al porporato le due ampolle contenenti il sangue raggrumato di san Gennaro.

Nel corso del tempo le reliquie ebbero vari trasferimenti: attualmente il capo e le ampolle del sangue del martire sono custodite nel duomo di Napoli. Da secoli, tutti gli anni, si verifica un evento singolare, prodigioso anche per la scienza, che finora non ha trovato una spiegazione: ed è la liquefazione del sangue. La testimonianza più antica di questo fenomeno la troviamo in uno scritto del 1389: ne seguiranno tante altre, e tutte concordi. La liquefazione avviene ogni anno il 19 settembre, anniversario del martirio, il primo sabato di maggio, giorno in cui si ricorda la prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e il 16 dicembre, anniversario della terribile eruzione del Vesuvio arrestata, secondo la fede dei napoletani, per intercessione di san Gennaro.

Oltre che a Napoli il miracolo si verifica quasi simultaneamente a Pozzuoli, sulla pietra che la tradizione ritiene sia stata usata per la decapitazione. Il culto di san Gennaro si diffuse rapidamente sia nelle Chiese d’Occidente che in quelle d’Oriente; i napoletani lo venerano come loro patrono principale. Del martirio di san Gennaro ce ne parla già il martirologio Geronimiano, la cui redazione primitiva si ascrive al secolo V, come pure gli antichi calendari di Cartagine (sec. VI) e di Napoli (sec. IX).

 

Lo stesso giorno si ricorda san Roberto Bellarmino.

Nato a Montepulciano da nobile famiglia il 4 ottobre 1542, a diciotto anni, nel 1560, entrò nella Compagnia di Gesù. Giovane superdotato, studiò a Padova e a Lovanio dove fu ordinato prete nel 1570. Chiamato a Roma nel 1592, gli fu affidata la cattedra di teologia al Collegio Romano ed ebbe come alunno san Luigi Gonzaga. Nel 1599 fu fatto cardinale e nel 1602 nominato arcivescovo di Capua, dove fu pastore modello per tre anni. Richiamato a Roma da papa Paolo V, diventò teologo ufficiale della Congregazione del sant’Uffizio: celebri furono le sue dispute e controversie in difesa della fede cattolica. Morì a Roma il 17 settembre 1621; fu canonizzato nel 1930 da Pio XI e proclamato dottore della Chiesa nel 1931.