Attestata nella Gallia già alla fine del VI secolo, la festa della conversione di san Paolo fu estesa a tutto l’occidente a partire dall’XI secolo. Ricordando la svolta radicale della vita di Paolo, trasformato da persecutore in apostolo di Cristo a partire dall’incontro folgorante con il Signore risorto sulla via di Damasco, si commemora, insieme alla sua conversione, un passaggio decisivo nella storia della Chiesa delle origini, lo sviluppo cioè della germinale intuizione missionaria del diacono Stefano raccolta da Paolo e aperta da lui a una dimensione universale.
Con questa festa si chiude la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: ed è come un invito – un auspicio! – ad accogliere le diversità delle espressioni della fede, come si sono sviluppate nel corso della storia, nell’obbedienza all’unico Signore, da annunciare al mondo come l’unico fondamento della Chiesa, la roccia che sostiene ogni speranza di comunione. Le nostre preghiere questa settimana ci hanno portato in un itinerario comune. Guidati dalle Scritture, abbiamo rivissuto le nostre origini nella Chiesa apostolica di Gerusalemme, caratterizzata dalla fedeltà all’insegnamento degli apostoli, alla comunione, allo spezzare il pane, alle preghiere.