Sotto l’imperatore Massimiano Erculeo, Maurizio e i suoi compagni – secondo la più antica passio in numero di seimilaseicento soldati, forse provenienti dall’Egitto (“Legione Tebea”) – verso la fine del III secolo immolarono la loro vita, ad Agauno nel Vallese, per restare fedeli a Cristo, rifiutandosi di onorare gli dei e combattere i cristiani loro fratelli in Gallia.
Nel gruppo Maurizio svolgeva la funzione di primicerius. Non si hanno notizie dirette del loro martirio. La prima versione della loro passio fu scritta da Eucherio vescovo di Lione, verso il 450. Ma la loro morte risale al 286 e avvenne per decapitazione, dopo atroci torture inflitte loro nell’inutile tentativo di farli apostatare. Già nel IV secolo fu edificata dal vescovo Teodoro di Martigny una basilica in loro onore ad Agauno.
E il loro culto si diffuse sempre più nei secoli immediatamente successivi. A Milano il loro culto è attestato già nei più antichi sacramentari e messali ambrosiani, pre-carolingi. Molti luoghi della Svizzera, Francia, Germania e Italia, vantano di custodire le loro reliquie, e ordini cavallereschi medioevali si posero sotto la loro protezione.