«È un po’ come se invitassimo i vedenti a casa di chi non vede, per fare cultura giocando insieme». Ad affermarlo è Daniele Cassioli, cieco dalla nascita, pluricampione di sci nautico paralimpico e fondatore di Real Eyes Sport, che organizza eventi e iniziative per promuovere la pratica sportiva rivolta a bambini ciechi e ipovedenti. E che ora “sbarca” nel mondo del Csi Milano: sabato 26 novembre, alle 12.30, infatti, al Pala Iseo di Milano (via Iseo 6), la squadra di calcio a 5 Real Eyes Sport – composta da giocatori vedenti e ipovedenti – giocherà la sua prima partita in un campionato con altre 12 squadre del Csi Milano composte da persone vedenti.
Nata nel 2019, Real Eyes Sport incarna fedelmente la storia e lo spirito di Cassioli, cresciuto dai genitori non come un cieco, ma come ogni altro bambino deve poter crescere. E nel suo cammino ha incontrato il Csi Milano, che già nel 2019, tra i 5000 partecipanti alle Olimpiadi degli Oratori, ospitò un gruppo di bambini ciechi e ipovedenti, provenienti da diverse regioni italiane nelle quali Cassioli organizzava eventi e iniziative promozionali. «Real Eyes Sport e Csi sono legati dall’amore dello sport e dalla convinzione che gare e partite possano veicolare un messaggio molto prezioso: quello dell’inclusione e della fratellanza», sottolinea Cassioli.
Una classifica “particolare”
La classifica del campionato sarà stilata in base a diversi fattori: in primo luogo, ovviamente, vittoria, pareggio, sconfitta e differenza gol, ma i punti verranno assegnati anche in base alla volontà dei giocatori vedenti di indossare maschere parzialmente oscurate, di attivarsi in tema di comunicazione e social, di organizzare eventi promozionali e di portare pubblico al Pala Iseo. Come già successo con il tennis, il nuoto, l’atletica, il baseball e, ultimo in ordine di tempo, il sitting-volley per bambini con disabilità neuromotoria, grazie all’amicizia e alla disponibilità del Csi, anche il calcio a 5 Real Eyes Sport conquista uno spazio nuovo e unico, con infinite possibilità di aggregazione, crescita e sviluppo.
«È un modo per dare dignità ai nostri ragazzi – conclude Cassioli -: avranno tante partite con un numero considerevole di squadre, contesto a volte raro nel mondo del calcio per chi non vede». «Nonostante sia non vedente, ogni volta Daniele ci indica uno sguardo lungimirante sul servizio che lo sport può rendere – aggiunge Massimo Achini, presidente del Csi Milano -. Con questo campionato si rafforza la convinzione di voler sempre più parlare di persone con disabilità che praticano sport, e non di sport per disabili. La sfumatura è leggera, ma completamente differente: in un caso si include, nell’altro si isola».