Genoveffa nacque a Nanterre, nella regione parigina, verso il 422. Già a sei anni fu consacrata a Dio da san Gennaro di Auxerre, che era in viaggio verso l’Inghilterra, inviato dal papa Celestino a combattervi il pelagianesimo, e a 15 anni il vescovo Vilicus la consacrò definitivamente al Signore nel gruppo delle vergini che non vivevano in convento, ma nelle loro case, dedicandosi alla carità e alla penitenza. Dopo la morte dei genitori si trasferì a Parigi presso la sua madrina, vivendo in grande austerità la sua dedicazione a Dio. Dal 451 troviamo Genoveffa coinvolta nelle grandi questioni politiche del momento.
Durante l’avanzata degli Unni al comando di Attila, riuscì a persuadere la popolazione a non abbandonare la città, affidandosi alla protezione del Signore. E Parigi fu effettivamente risparmiata. La Vita Genovefae, che si ritiene scritta dieci anni dopo la sua morte, ci mostra la santa in relazione con il re franco Childerico e poi con il figlio di lui Clodoveo, dai quali ottenne molte volte la grazia per i prigionieri condannati a morte. Morì il 3 gennaio del 500-502.
Sulla sua tomba venne eretto un modesto oratorio, che fu il primo nucleo della basilica costruita da Clodoveo, nella quale lui stesso doveva essere sepolto. Questa chiesa, che prese più tardi il nome di S. Genoveffa, durante la rivoluzione francese fu trasformata nel mausoleo dei francesi illustri. Il culto della santa continuò nella vicina chiesa di Saint-Étienne-du-Mont ed è rimasto molto popolare in Francia, in particolare a Parigi, di cui santa Genoveffa è la patrona. A Milano, nella chiesa Metroplitana e nella basilica di S. Stefano Maggiore si fa memoria di s. Martiniano, vescovo.