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Giovedi, Settimana della V Domenica dopo l’Epifania

Santa Giuseppina Bakhita

9 Febbraio 2017

 

Nacque circa il 1868 nelle vicinanze di Jebel Agilere, circa 25 miglia a nord-est di Nyala, una cittadina del Sud Darfur (Sudan). Rapita all’età di circa dieci anni da negrieri arabi, rimase in schiavitù qualche anno a El Obeid (Kordofan) e a Khartoum, ove fu venduta al console italiano. Questi la condusse con sé in Italia e la cedette a un suo amico residente con la famiglia a Mirano Veneto (Venezia) ove soggiornò per tre anni. Passò ancora circa un anno in Africa a Suakin con la stessa famiglia, quindi ritornò definitivamente in Italia. Convertitasi al cattolicesimo per opera delle suore canossiane di Venezia, ricevette il battesimo il 9 gennaio 1890, insieme alla prima comunione e alla cresima, dal cardinale patriarca Domenico Agostini, all’età di circa vent’anni, prendendo i nomi di Gioseffa, Margherita Fortunata, Maria Bakhita.

Il 7 dicembre 1893 entrò nell’Istituto delle Figlie della Carità Canossiane in Venezia, vestendo l’abito religioso l’8 dicembre 1895 e facendo la professione nella casa-madre dell’Istituto Canossiano a Verona il giorno 8 dicembre 1896. Si distinse nell’osservanza delle regole, per una particolare pietà e una grandissima carità. Morì il giorno 8 febbraio 1947 nella casa delle Figlie della Carità Canossiane di Schio (Vicenza). Fu beatificata a Roma da Giovanni Paolo II il 17 maggio 1992 e canonizzata il 1º ottobre 2000.

 

Oggi si ricorda anche santa Apollonia di Alessandria , martire.

I particolari della vita di questa vergine di Alessandria d’Egitto ci sono sconosciuti, ma Eusebio nella sua Historia Ecclesiastica (VI, 41) ha riportato un brano della lettera del vescovo san Dionigi di Alessandria indirizzata a Fabio di Antiochia, in cui narra alcuni episodi di cui era stato testimone nella persecuzione scoppiata prima di quella di Decio. Negli ultimi anni dell’impero di Filippo (244-49) una sommossa popolare, aizzata da un malvagio indovino, produsse il massacro di moltissimi cristiani. I pagani non risparmiarono nemmeno i più deboli e presero anche la vergine Apollonia infierendo sul suo corpo in maniera crudele. Poi, avendo dato fuoco ad un rogo fuori della città, la minacciarono di gettarcela viva. Ella chiese che la lasciassero libera un istante e saltò rapidamente nel fuoco. L’episodio sarebbe avvenuto nel 249. Apollonia doveva essere nata al principio del sec. III o negli ultimi anni del II, giacché Dionigi afferma che era in età già avanzata quando avvenne il martirio. Il culto di Apollonia si diffuse presto in Oriente, più tardi in Occidente. La festa attualmente viene celebrata il 9 febbraio. Santa Apollonia è considerata patrona dei dentisti, in riferimento a tratti leggendari degli Atti del suo martirio.