La memoria di questi due martiri è attestata dalle fonti liturgiche a partire dal secolo VIII, e ci riporta alla tremenda persecuzione dell’imperatore Diocleziano, nel 303, quando il prete Marcellino e l’esorcista Pietro furono decapitati, dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa in un luogo nascosto da un bosco. Dopo il rinvenimento miracoloso, ad opera della pia matrona Lucilla, i loro corpi furono trasferiti e portati nel cimitero “Ad duos lauros”, sulla via Labicana, al quarto miliario, dove sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino, fece costruire una basilica, e dove volle essere sepolta. Marcellino e Pietro furono tra i primi martiri romani più onorati al tempo di papa Damaso, che dedicò loro un epigramma. La testimonianza che questo papa ci ha lasciato, basata sul racconto che poté raccogliere dallo stesso carnefice che si era convertito, ha influito a fare della chiesa dedicata ai due santi, posta fra il Celio e l’Esquilino, a Roma, una chiesa stazionale. Papa Vigilio fece inserire i loro nomi nel Canone della Messa. Allo stesso tempo deve attribuirsi il loro ricordo nella liturgia ambrosiana, e la dedicazione di un’altra chiesa a loro intitolata all’angolo di via Merulana a Roma.
Il santo del giorno
Mercoledi, Settimana della I domenica dopo Pentecoste
Santi Marcellino e Pietro, martiri