Economia di voto con portafoglio e Cash mob etici incuriosiscono. Anche chi si occupa di economia da tempo. La risposta arriva da un convegno promosso il 13 maggio da Next (Nuova economia per tutti) in collaborazione con Plef (Planet life economy Foundation) e Il senso ritrovato a Cascina Triulza, il padiglione di Expo Milano 2015 dedicato al Terzo Settore.
Si parte da un paradosso. Cercare dal basso una nuova forma di economia alternativa all’attuale globalizzata è un atto “sanamente egoistico”, che riporta al centro dei giochi del mercato il consumatore, con un proprio ruolo attivo nella dinamica domanda-offerta. Ricercare il benessere collettivo, con alcune pratiche radicate nel territorio, porta a risultati quasi immediati e misurabili; definizione, quest’ultima, molto cara non solo agli aziendalisti, ma agli economisti di tutte le scuole.
La forza decisiva per costruire un nuovo benessere equo e sostenibile potrebbe essere proprio il “voto con portafoglio”, ovvero la sempre maggiore consapevolezza dei cittadini che le loro scelte di consumo e risparmio siano la principale urna elettorale a loro disposizione: parola di Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Tor Vergata di Roma e presidente del Comitato scientifico di Next. Con la scelta responsabile della propria spesa, per esempio, è possibile premiare – cioè acquistare – determinati prodotti che nella loro filiera hanno rispettato diritti di produttori e di ecosistemi o boicottare – cioè non scegliere – chi invece privilegia scelte finalizzate solo all’ingordigia del profitto a tutti i costi. A partire dal cestino di fragole. Il voto con portafoglio è forse la scelta politica più importante che i cittadini abbiano. Già, a volte ce ne dimentichiamo, ma le scelte di tutti noi hanno un impatto enorme nelle decisioni delle imprese. I mercati, tutti, sono composti da domanda e offerta. E la domanda siamo proprio e solo noi.
Tra i vari esempi di questa nuova formula di economia dal basso c’è anche la milanese “Next MOBilitarsi”: con il contributo di Fondazione Cariplo, sta sviluppando in Zona 5 (Gratosoglio e Quarto Oggiaro) alcuni gruppi di cittadini che incontrano – in tavoli pubblici – aziende tra le quali anche Esselunga, A2A, Altromercato, Coop, Coldiretti e Banca Etica, per cercare nuove soluzioni condivise sul riequilibrio tra domanda e offerta. Per diversi economisti questa potrebbe essere l’inizio di una nuova era dell’economia di comunione milanese.