Lungo il cammino verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona proponiamo ai gruppi giovanili diocesani alcuni spunti per una Lectio divina sul capitolo 20 del Vangelo di Giovanni: la corsa di Maria di Màgdala e quella al sepolcro di Pietro e Giovanni.


Correvano insieme - Pietro e Giovanni
Eugène Burnand - “Pietro e Giovanni corrono al sepolcro all’alba”, 1898, Musee d’Orsay, Parigi

STATIO (mi fermo e mi preparo ad ascoltare il Signore, nel silenzio e nella Sua Parola)
Mi fermo un momento. Provo a stare in silenzio, provo a stare con me stesso, ad aprirmi alla contemplazione, a mettere tutto me stesso davanti al Signore.
Sto cercando di entrare in un dialogo, e non solo di “fare” una meditazione…
Un profondo respiro, un luogo adatto, un tempo scelto e custodito mi aiutano a leggere questa pagina, a sentire il desiderio di Gesù di essere nella mia vita e farsi conoscere da me.

Un pensiero spirituale mi aiuta ad iniziare la lectio:
“I virtuosi camminano, i sapienti corrono, gli innamorati volano sulla via di Dio.
Se puoi correre non camminare, se puoi volare non correre… perché il tempo è breve”. (Santa Camilla Battista da Varano)

Prima di leggere, invochiamo lo Spirito Santo, che ha ispirato l’evangelista a scrivere questa pagina, e che ispira noi a comprendere la Parola di Dio.

Invocazione allo Spirito Santo
Potenza di Gesù Risorto,
respiro del Figlio Unigenito
che ci rende tutti figli
dell’unico Padre,
vieni, Spirito Santo!
Aiutaci ad ascoltare come Maria di Magdala
la Parola di Cristo,
aiutaci a cambiare la nostra vita
alla tua luce: vieni, Spirito Santo!
Fa’ che possiamo sentire la tua presenza
anche nel paradosso dell’assenza:
vieni Spirito Santo!

LECTIO (cosa dice il testo?)
Vangelo di Giovanni 20,1-10
Proviamo a leggere con calma questa pagina, disponendo il testo come fosse una poesia, per gustare tutte le pause e tutte le parole.

1Il primo giorno della settimana,
Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino,
quando era ancora buio,
e vide che la pietra era stata tolta
dal sepolcro.
2Corse allora e andò
da Simon Pietro e dall’altro discepolo,
quello che Gesù amava,
e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro
e non sappiamo dove l’hanno posto!».
3Pietro allora uscì
insieme all’altro discepolo
e si recarono al sepolcro.
4Correvano
insieme
tutti e due,
ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro.
5Si chinò,
vide i teli posati là,
ma non entrò.
6Giunse intanto anche Simon Pietro,
che lo seguiva,
ed entrò nel sepolcro
e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo –
non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
8Allora entrò anche l’altro discepolo,
che era giunto per primo al sepolcro,
e vide
e credette.
9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura,
che cioè egli doveva risorgere dai morti.
10I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.

v. 1 Il mattino è il tempo della luce, della chiarificazione: è il mattino del primo giorno della settimana, il primo mattino dopo il grande sabato. Questo riferimento al primo giorno ci collega con la Creazione: nel primo giorno Dio crea la luce!
Il primo giorno della settimana, cui diamo il nome di Domenica (che è il primo giorno anche se spesso lo viviamo come l’ultimo), è il giorno della celebrazione eucaristica per i primi cristiani, giorno di memoria della risurrezione, Pasqua della settimana.
Siamo all’inizio di una nuova creazione. Anche l’inizio del Vangelo secondo Giovanni, nel cap.1, è strutturato su una settimana: il Vangelo inizia e finisce col ricordo della creazione che diventa un nuovo inizio.
Maria Maddalena, però, è andata al sepolcro quando ancora è buio. Tutto parla di assenza, partendo dall’assenza di luce. In questo buio Maria vede la pietra spostata e trova “l’assenza del corpo” di Gesù. Ancora non si parla della resurrezione, ma dell’assenza.
v. 2 Maria Maddalena corre. Non sta portando una lieta notizia, la sua corsa è disperata. Corre dai discepoli per confidarsi, e dice a loro quello che ha pensato, l’unica cosa che razionalmente spiega quella situazione: qualcuno ha portato via il cadavere di Gesù! (“hanno portato via il Signore dal sepolcro… e non sappiamo dove lo hanno portato”). Non fa cenno alla pietra rotolata via.
vv. 3-4 Due discepoli decidono di andare a vedere, sono Pietro (quello che ha tra tutti il primato della fede) e il discepolo amato, quello che ha il primato dell’amore. Leggendo il Vangelo possiamo dire che questo discepolo è Giovanni, ma possiamo dire che questo discepolo amato è ciascuno di noi. Non è amato più degli altri, o nel senso che Gesù ama questo e non gli altri… è il discepolo coinvolto nell’affetto di Gesù, come ognuno di noi.
Posso mettermi al posto di questo discepolo.
Perché Giovanni corre più di Pietro? Solo perché è più giovane? Certo, ma il Vangelo ci suggerisce che in questo caso l’amore corre più svelto della conoscenza e dell’esperienza…
vv. 5-6 Giovanni non entra, aspetta Pietro: è costui il “garante” della fede. Cosa vedono i due discepoli? Vedono le bende, e il sudario. Gesù era stato unto con profumi e avvolto anzitutto in un lenzuolo, piegato a metà con la testa rivolta all’interno della piega come possiamo vedere nella Sindone. Sulla sua faccia era stato messo un primo sudario.
Poi questa sindone viene legata al corpo facendo girare attorno delle fasce, e infine sulla testa di Gesù fu messo un secondo sudario, per tenere la testa composta. Nella resurrezione di Lazzaro ci viene raccontato proprio che il morto uscì avvolto nelle fasce e col sudario in capo.

Cosa significa che i due discepoli vedono le fasce? Ciò che vedono è lo strato più esterno, come se il corpo fosse stato tolto, ma senza disfare tutta questa complessa fasciatura, che permane ancora. Il sudario, poi, che era sul capo arrotolato attorno alla testa, giace lì accanto ripiegato ancora come se da tridimensionale si fosse piano piano accasciato.
La scena suggerisce che Gesù non è stato portato via e “sbrogliato” dalle fasce e dalla sindone, ma che il suo corpo non c’è più, come se fosse scomparso attraverso tutta la fasciatura e il lenzuolo, che torna ad appiattirsi a terra ma conserva la forma che aveva quando circondava il cadavere. Se fosse stato estratto, le bende e il lenzuolo sarebbero nell’ordine inverso, e i due discepoli avrebbero visto prima il lenzuolo e poi le bende, che necessariamente avrebbero dovuto essere state tolte prima.
Dobbiamo stare attenti perché la nostra traduzione ci fa pensare che il sudario sia “piegato” come se fosse stato stirato… invece dovremmo dire che è “ripiegato su se stesso come svuotato”.
vv. 8-9 Il fatto che le bende fossero lì svuotate non è di per sé una prova della risurrezione, anzi non può esistere una prova della risurrezione. Noi non crediamo nella verità della resurrezione, ma crediamo nel Cristo Risorto! I discepoli lo incontreranno, e crederanno in Lui, non tanto nel gesto materiale della risurrezione.
Eppure succede che l’evangelista ci dice che uno solo, il discepolo amato, “vide e credette”.
Possiamo sicuramente dire che c’è un primato del discepolo amato, che solo chi ama conosce e crede.
Però possiamo anche dire che in ciascuno di noi ci sono la riflessione di Pietro, cauto e ponderato, e lo slancio entusiasta e ubriaco d’amore di Giovanni.
Ancora di più, possiamo dire che in noi ci sono sempre un credente e un non credente: una parte di me si fida e l’altra no; una parte è fiduciosa e una dubbiosa.
Se fossi stato là quel mattino e avessi visto le bende nel sepolcro vuoto, sarei stato diviso a metà, metà di me poteva credere e l’altra metà no.
Questi versetti ci invitano a non aver paura dei nostri dubbi, e a farli diventare domande aperte per crescere nella fede.
v. 10 I due discepoli tornano a casa. Stavolta non corrono, camminano e riflettono… ma non hanno ancora nessun annuncio da dare.

MEDITATIO (cosa mi dice il testo?)
Nella lectio abbiamo visto il significato di questa pagina del Vangelo, ma ora devo chiedermi: cosa sta dicendo a me?
Provo a guardarmi in questa pagina, come in uno specchio: qual è il primo elemento che emerge? Cosa sto vivendo anch’io di ciò che avviene ai personaggi?
Quale parola ho sentito rivolta proprio a me? Quale mi ha scavato nel cuore?
Posso provare anche a immedesimarmi con un personaggio: cosa ha pensato? Quali sensazioni ha provato? Come avrei reagito io? Quando mi è capitata la stessa cosa che è capitata a lui/lei?

Nello specifico, per questo brano:
1) nei panni di Maria di Magdala;
2) nei panni di Pietro;
3) nei panni di Giovanni.
Per ciascuno di loro posso domandarmi cosa stava pensando prima della corsa, durante e dopo. Posso domandarmi che sentimenti hanno provato, che dubbi e che certezze. Quando capita a me di sentirmi così? Che significato hanno per me?

Mi soffermo sulle tre corse: quella sconcertata della Maddalena, quella rapida che poi si ferma di Giovanni, quella pesante ma costante di Pietro. Cosa mi colpisce? In chi mi sono immedesimato? Cosa mi dicono queste tre corse del loro rapporto con Gesù? E come mi aiutano a capire il rapporto che ho io con Gesù?

ORATIO (cosa rispondo a chi mi ha parlato in questo testo?)
Pregare la Parola non significa fare un’analisi del testo, ma entrare in un rapporto con Dio nella preghiera: cosa rispondo a Colui che mi ha parlato nel Vangelo?
Dietro questa pagina c’è un volto, il volto di Dio che vuole parlare con me, vuole incontrarmi, vuole farsi conoscere. Già questa consapevolezza è un dono mozzafiato.
Mi fermo a pensare al desiderio di Dio di essere nella mia vita, di rivelarmi il suo progetto di Bene, di farmi entrare in amicizia con Lui.
Questo brano mi ha comunicato la sua Parola… Cosa gli rispondo? Quale messaggio sento che arriva al mio cuore? Come rispondo con la mia preghiera?

Gesù risorto è uno che mette le ali ai piedi di chi lo ha conosciuto. Uno che riempie di nostalgia Maria Maddalena, uno che riempie di amore Giovanni, che fa cercare saldezza a Pietro. Questo è il Gesù che sto pregando: in che relazione sta con me?
Cosa ha messo in movimento? Come mi rivolgo a Lui, cosa voglio dirgli?
Quale sarà la mia corsa per raggiungerlo?

ACTIO (come incide nella mia vita questo momento vissuto in ascolto e preghiera?)
Per pregare si deve curare l’ingresso in preghiera, ma anche l’uscita dalla preghiera.
Prima di concludere con il segno della Croce, faccio un gesto di venerazione (per es. un bacio al libro della Bibbia, come fa il celebrante dopo che ha letto il Vangelo nella Messa).
Un gesto per riconoscere la presenza del Signore nella mia vita.
Posso prendere una decisione concreta: quale gesto di bene nasce dalla pagina che ho ascoltato e dalla preghiera che ho espresso?
______

La risurrezione è il tempo della luce, il tempo del mattino, è il tempo in cui la Chiesa celebra la preghiera delle Lodi.
Questa ora della liturgia è piena di entusiasmo per la presenza ritrovata del Signore, è come una corsa incontro a Lui, che si esprime bene nel cantico che ogni giorno apre le lodi: “benedetto il Signore, perchè ha visitato e redento il suo popolo, e lo ha visitato come un sole che sorge”.
Le lodi si concludono con le acclamazioni a Cristo Signore, 12 Kyrie eleison, che non sono una implorazione di pietà e misericordia, ma sono l’acclamazione gioiosa che riconosce che Cristo è il Signore (= Kyrios). Insieme a questo riconoscimento di Gesù come l’unico Signore della nostra vita, gli chiediamo di avere compassione di noi (=eleison), cioè di farci sentire i suoi sentimenti per noi, la sua misericordia per noi. Al termine delle lodi è come se dicessimo: Gesù, tu sei il Signore, il modello della mia vita, voglio farmi guidare solo da te e dalla tua luce… fammi sentire quanto mi vuoi bene, fammi sentire i tuoi sentimenti verso di me, tu che sei ricco di misericordia con chi ti invoca!
In due parole: Kyrie eleison!

Ti potrebbero interessare anche: