La Veglia in Duomo presieduta dall’Arcivescovo presenta alcune novità legate a «Il campo è il mondo»: don Maurizio Tremolada ne spiega il senso. Nel pomeriggio i giovani dell'Ac distribuiranno cartoline per l'inizio della Settimana Santa

di Nino PISCHETOLA

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A pochi giorni dalla Pasqua e in occasione della XXIX Giornata mondiale della gioventù, celebrata a livello diocesano, sabato 12 aprile, alle 20.45, nel Duomo di Milano, l’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, nella Traditio Symboli incontrerà i giovani e consegnerà il Credo ai catecumeni.

«La consegna del Credo – anticipa don Maurizio Tremolada, responsabile del Servizio Giovani della Diocesi di Milano – quest’anno avverrà contemporaneamente anche ai giovani. I loro educatori, preti, religiosi e laici, verranno all’altare, riceveranno il Credo dalle mani dei responsabili diocesani e, a loro volta, lo consegneranno poi ai giovani presenti in Cattedrale. È un gesto che si collega al tema della trasmissione della fede che chiede la cura di questo passaggio dal più grande al più piccolo».

La Traditio Symboli 2014 si colloca nella proposta diocesana «Il campo è il mondo» e ha l’obiettivo – aggiunge don Tremolada – «di testimoniare la capacità della fede di accompagnare i giovani ad amare il proprio tempo, a interpretarlo e a viverlo con responsabilità».

La pagina biblica di riferimento è quella tratta dal Vangelo di Giovanni (3, 16-21) che costituisce la conclusione del dialogo tra Gesù e Nicodemo. Da qui anche il titolo della veglia «Ho tanto amato il mondo» (Gv 3, 16-21). «Per il grande amore verso la nostra terra Dio ci ha fatto dono di Gesù, il quale è morto e risorto per noi – sottolinea don Tremolada -. Questo amore di Dio per il mondo diventa volontà di salvezza, di compimento per tutti e diventa luce che orienta e guida nel cammino. Il dono della fede dice a un giovane, anzitutto, che al Signore sta a cuore la terra che noi abitiamo: Lui l’ha creata e sempre se n’è preso cura. Questa terra è buona, questo mondo è bello. Un giovane non deve mai dimenticare questa verità che la Pasqua di Gesù ci rivela. Non dobbiamo farlo soprattutto quando siamo tentati di vederne solo le ferite, le ingiustizie e tutto ciò che non gira nel verso giusto. Se Dio ha donato a questa terra il proprio Figlio e questo Figlio è morto in croce per essa, significa certamente che essa è preziosa ai suoi occhi».

Don Tremolada annuncia anche un’altra novità che caratterizzerà la Veglia di quest’anno: «Due opere dell’artista Velasco Vitali accompagneranno i due momenti della celebrazione. Il primo di questi si intitola Una terra da abitare senza fuggire e sarà abbinato alla scultura Antico Testamento che richiama l’amore di Dio per la terra. Il secondo momento, su Una testimonianza da vivere nella solidarietà, sarà accompagnato dall’opera denominata Cura, collocata all’ospedale di Niguarda per esprimere l’attenzione dei medici verso i malati e può rappresentare anche l’amore che Gesù ha per il mondo».

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