Per oratori sempre più inclusivi serve l'educazione dello sguardo. Il percorso formativo che abbiamo messo a disposizione sulla piattaforma Oramiformo.it ha questo intento. Attraverso le sue unità didattiche si percorre un viaggio che rende più consapevoli e responsabilizza. È sempre possibile aderire al corso on line tramite Oramiformo.it. Molti operatori pastorali e membri delle comunità educanti hanno già compiuto la formazione e danno testimonianza della sua validità.
Com’è il nostro sguardo nei confronti di chi è più fragile?
Uno sguardo che esclude, insistente, discriminante, pietoso o indifferente, oppure inclusivo, spontaneo, aperto, empatico e sorridente?
Lo sguardo comunica molto di quello che si pensa (in questo tempo di pandemia, con le mascherine a coprire parte del volto, lo abbiamo sperimentato ancora di più) e se è vero che la diversità (siamo tutti uno diverso dall’altro) fa paura finché non ci si conosce e non la si conosce… occorre fare il passaggio di educare il pensiero, per guardare l’altro non a partire dal suo limite e dalla sua fragilità ma come una persona meravigliosa, unica e preziosa, così come ci guarda Dio.
Dobbiamo crescere sempre più in quella che deve diventare una priorità pastorale: «comunità educanti capaci di accogliere tutti i ragazzi, soprattutto – sottolinea don Stefano Guidi – i ragazzi che hanno qualche fragilità e fatica»… per oratori sempre più inclusivi.
Per don Mauro Santoro, per educare ad una mentalità aperta e a una sensibilità attenta alle persone più fragili, «si tratta anzitutto di maturare uno sguardo diverso».
Così è nato il corso di formazione online, tramite la piattaforma OraMIformo.it, dal titolo “La disabilità è di chi guarda”.
«Sono da diversi anni responsabile – spiega don Mauro Santoro – di quello che, fino ad adesso, è stato il Tavolo di coordinamento diocesano “O tutti o Nessuno” – Comunità cristiana e disabilità (coinvolge diverse realtà della nostra Diocesi, FOM, Servizio per la Catechesi, Caritas Ambrosiana, CSI Milano e referenti delle associazioni del terzo settore) e che, come segno di attenzione della Diocesi, viene ora riconosciuto come consulta diocesana (divenendo un punto di riferimento a servizio del territorio) che ha avviato e portato avanti questo processo di sensibilizzazione e di formazione sul tema della disabilità. Una collaborazione importante, con la Fondazione Oratori Milanesi che si è fatta promotrice, ci ha permesso di strutturare questo corso, affinché possa, soprattutto nelle nostre comunità, cambiare lo sguardo nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie».
L’accompagnamento e la cura dei ragazzi, e in particolare dei ragazzi che presentano delle fragilità, non possono essere basati solo sulla buona volontà, la premura e la disponibilità. Sempre più spesso catechisti ed educatori avvertono la necessità di una formazione specifica, a sostegno del loro servizio, che indichi un serio orientamento ed eviti l’improvvisazione.
La formazione proposta attraverso la piattaforma OraMIformo.it si conferma una grandissima opportunità: oltre al percorso attivato per la prevenzione di bullismo e cyberbullismo, già centinaia sono stati gli iscritti (operatori pastorali, sacerdoti, catechisti, educatori, insegnanti, allenatori, volontari) al corso dedicato all’accoglienza in oratorio dei ragazzi con bisogni educativi speciali, ragazzi con disabilità e con disturbi del neurosviluppo.
Il metodo di apprendimento e-learning permette comodamente, secondo le proprie tempistiche e possibilità, di accedere ai contenuti, gestendo in autonomia la lettura e lo studio, per svolgere i test di autovalutazione a completamento di ogni unità. Sei unità didattiche affrontano i diversi aspetti per la conoscenza della tematica della disabilità e dei disturbi del neurosviluppo, attraverso contenuti, testimonianze, indicazioni educative concrete, senza tralasciare la spiritualità e la legislazione, offrendo una ricchezza di materiali utili ad instaurare le attenzioni necessarie per una relazione educativa e di cura che va personalizzata e individualizzata.
Al termine del percorso in autonomia, è l’incontro online con i formatori (che si svolge, in più date, raccogliendo le adesioni di chi termina il corso) la vera occasione di condividere, con un gruppo di altri iscritti, contenuti, prassi, sensibilità e competenze rafforzate (oltre che per raccogliere possibili domande) per essere poi pronti per affrontare l’ultimo passaggio: il test finale, e conseguire così l’attestato di partecipazione.
Significative alcune riflessioni emerse a conclusione del corso: «In certe situazioni avere una formazione, capire che tipo di reazioni possa avere una persona con, ad esempio, disturbi del comportamento, può essere un aiuto. L’ho trovato molto utile, ora mi sento più solida nell’affrontare e accompagnare bambini o ragazzi con alcune fragilità». «Si rischia di propendere per due atteggiamenti opposti: o una iperprotettività, con un eccesso di attenzioni, o un cercare di “tirar dietro” il ragazzo con fragilità al pari degli altri. Con il corso (stimolante e ben strutturato, grazie anche all’utilizzo di canali differenti, mappe concettuali, test di autovalutazione, dispense per lo studio, supporti audio e video) ho compreso che bisogna lavorarci insieme, responsabilizzarsi, sentirsi tutti coinvolti, per creare una mentalità condivisa».
La presenza, in ogni oratorio, di persone formate su questi aspetti e sulle problematiche dei ragazzi di oggi può favorire sempre più la partecipazione di tutti.
In questa fase di ripartenza e di riapertura dei nostri oratori per gli incontri e le attività in presenza, e in prospettiva del prossimo Oratorio estivo, diventa fondamentale prevedere, in ogni oratorio, una vicinanza e un sostegno concreto, soprattutto dei ragazzi con diversa abilità e con bisogni specifici, tra le categorie che più hanno sofferto le conseguenze della pandemia, a causa della chiusura dei servizi educativi e formativi e della possibilità di socializzazione.
Attraverso progetti di inclusione ogni ragazzo o ragazza con fragilità può trovare nelle comunità una casa dove stare, dove sentirsi appartenente, valorizzato e protagonista della propria vita e nello stesso tempo migliorare il gruppo che lo accoglie.
Il corso (che rimane valido e può essere nuovamente proposto alla comunità educante del proprio oratorio) è uno strumento per imparare a superare quelle barriere mentali che ci impediscono di guardare l’altro per quello che è: una persona di inestimabile valore.