Lavoriamo perché l'oratorio sia un "segno di speranza" e inviti ragazzi e ragazze a essere "animatori di speranza" nei loro ambienti di vita! Proprio ri-accendere la vita, ri-chiamando tutti alla gioia entusiasmante del vangelo, è un nuovo impegno che possiamo prenderci per le prossime settimane di questo Giubileo 2025, pensando al mese di febbraio e a questo tempo dopo l'Epifania che terminerà l'8 marzo con la festa di Carnevale. L'animazione educativa e le opportunità che potremo creare, nel segno del divertimento, dell'aggregazione, del gioco, ma anche di qualche opera che abbia il sapore della fraternità e della carità, sono le possibilità che l'oratorio ha per "trasmettere la vita" secondo la sua missione: che consiste nel dare senso e vitalità alla vita, generare futuro e dare criteri per crescere. Il percorso di ogni educatore in oratorio consiste nel porsi accanto con rispetto, ascolto, attenzione, amicizia aiutando ciascuno ad attivare e ri-attivare un discernimento libero e sempre più maturo e proponendo, per ciascuno e per il gruppo, di sperimentare l'incontro vivo con il Signore Gesù e il suo vangelo.
«Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere». (Spes non confundit, n. 9)
Il prossimo mese di febbraio non sarà un tempo vuoto in oratorio – non lo è mai – ma potrà essere l’opportunità per ri-accendere la vita, l’entusiasmo, l’energia dei ragazzi e delle ragazze, dando loro una prospettiva di futuro e criteri per costruirlo, esercitandosi nella gioia vivendo con impegno e serenità il presente!
Il nostro modo per “trasmettere la vita” consiste nel dare un senso alla vita, ai pensieri e ai sentimenti che mettono in moto le azioni e le scelte. L’oratorio diventa così un “segno di speranza” per i più giovani che sono invitati a frequentarlo (il nostro invito a riflettere in oratorio sul rapporto fra oratorio e fede ha obiettivi profondi: cambiare in meglio il nostro fare oratorio, secondo il fondamento e la missione che l’oratorio ha ricevuto fin dalla sua origine). Prendiamoci queste settimane di febbraio, prima della Quaresima, per coinvolgerci e coinvolgere, ed entrare nel cuore dell’esperienza “giubilare” per un cambiamento possibile, non solo delle singole persone ma anche dei gruppi e delle comunità! Il tempo opportuno del Giubileo diventa unico se lo facciamo diventare una risorsa, per noi stessi e per gli altri che ci sono affidati!
Proponiamo di ri-accendere la vita, dunque, invitando ragazzi e ragazze a qualche occasione speciale che, nel contesto del Giubileo, abbia qualcosa di straordinario, di “fuori dagli schemi” abituali e programmi soliti, che procuri l’entusiasmo opportuno: un momento di incontro di fraternità “non in programma” o vissuto in modo originale, una uscita “invernale” da realizzare (anche se all’ultimo momento, in una formula “lastminute”), magari sotto la forma del pellegrinaggio, mettendosi in viaggio, ad esempio, verso una “chiesa giubilare” (a piedi, con una visita alla città che la ospita, con una caccia al tesoro abbinata, ecc.). Potremmo decidere con le comunità educanti di avventurarci in qualche nuovo progetto come preparare uno spettacolo teatrale (hai scaricato il copione “Connessi all’Infinito” dedicato alla spiritualità di Carlo Acutis?)
È soprattutto sull’animazione educativa che possiamo puntare: l’opportunità, ad esempio, è programmare l’inaugurazione della Porta del RI e quindi della Giornata del RI, quel momento di gioco a stand che suggeriamo in modo organico, grazie ai materiali “dell’animazione del RI” allegati alla Porta del RI. E poi, imperdibile, c’è la preparazione straordinaria del 50° Carnevale ambrosiano dei ragazzi con la proposta di trovare il proprio “Replay” per l’edizione 2025: il mese di febbraio è il momento opportuno per realizzare laboratori di costumi, carri, animazioni.
Puntiamo poi sulla carità, come sempre: in particolare potremo prendere in considerazione uno specifico “segno di speranza” che è la cura degli ammalati, organizzando una visita a qualche amico ammalato o a chi vive, nella comunità, momenti dolorosi di malattia (fra gli adulti e gli anziani) o capendo che attività poter fare in collaborazione con qualche presidio sanitario (di conoscenza, sensibilizzazione, visita, ecc.). Più devastante della malattia è forse la solitudine di chi la deve affrontare. Con i ragazzi in oratorio si può parlare di questo e intervenire con alcune scelte semplici ma coraggiose di prossimità nei confronti di chi è ammalato e della sua famiglia, pensando soprattutto ai bambini e ai ragazzi. Ci viene ad esempio la visita che l’Arcivescovo Mario Delpini farà lunedì 10 febbraio con gli adolescenti all’Ospedale San Gerardo di Monza (l’ospedale dove Carlo Acutis ha vissuto i suoi ultimissimi giorni). I gruppi possono ancora iscriversi a questa tappa de L’Arcivescovo vi invita…
Scrive l’Arcivescovo di Milano:
«Sì, può essere imbarazzante, ma insieme è più facile. Andare a trovare un amico malato può essere imbarazzante… non ci sono risposte standard, ma insieme è più facile. Anche l’ospedale ha una voce: è fatto di uomini e donne che sanno e che aiutano. Si può chiedere loro: come fate? Che cosa dite? Che cosa possono fare gli amici? …chissà quante solitudini si potrebbero confortare con una visita nelle lunghe ore dove le lacrime si versano in case troppo vuote! Gesù non chiede di risolvere i problemi della sanità o di essere dotati di poteri magici per guarire tutte le malattie. Quello che chiede è un piccolo gesto, quello che ognuno può fare: “Mi avete visitato”» (da Apprendisti di felicità – Insieme, pellegrini di speranza – Lettera agli adolescenti dell’Arcivescovo Mario Delpini pp. 31-36).
Inoltre, in particolare, i ragazzi della Cresima 2025 hanno la missione speciale di continuare a realizzare il loro “arcobaleno dello Spirito“, in vista dell’Incontro allo Stadio Meazza del 23 marzo 2025, nel loro cammino dei 100 Giorni che, fra febbraio e marzo, entra nel vivo! Le iscrizioni all’incontro diocesano dei Cresimandi a San Siro si apriranno il 17 febbraio 2025.
Continua poi la Staffetta di preghiera con la reliquia di Carlo Acutis in preparazione alla sua canonizzazione, occasione per parlare della vita e dell’esperienza di santità di questo ragazzo milanese che ha vissuto con entusiasmo tutti i suoi giorni: si può richiedere la reliquia di Carlo Acutis per il proprio oratorio nelle date disponibili.
Tutto cambia se ti lasci ri-accendere
Le domeniche di febbraio
Estratto del sussidio Tutto cambia
Nel mese di febbraio, la stessa liturgia del tempo dopo l’Epifania ci invita a lasciarci ri-accendere dalla manifestazione dell’amore di Dio e dalla sua capacità di guarire la nostra vita, così che noi la vita la possiamo cambiare in meglio, secondo i doni che riceviamo dal Signore Gesù.
Il 2 febbraio celebreremo la vita (Giornata per la vita) e potremo rivolgerci ai ragazzi chiedendo appunto di lasciarsi ri-accendere dalla presenza di Gesù nella loro vita. Con Lui tutto cambia e noi possiamo ri-splendere!
Diremo loro che fede-speranza-carità vanno di pari passo… e occorre alimentarle tutte queste virtù, con opere e parole buone, da compiere nella vita di tutti i giorni. Se ci fidiamo di Gesù e speriamo in Lui e nell’amore che ci dona, non rimarremo delusi! Chi crede non rimane deluso… la speranza non delude… è quanto avviene al centurione romano (domenica 9 febbraio 2025) che chiede la guarigione del suo servo: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito». Se ti fidi così, tutto cambia! La vita stessa si ri-sana! Sarà bello invitare bambini e ragazzi a capire quanto è importante avere a cuore la vita dei malati, quelli che ci sono vicini, ma anche di quegli ammalati di cui nessuno si ri-corda e che rischiano di affrontare da soli la loro malattia.
La Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio) può essere un’occasione per chiedere con coraggio, anche ai più giovani, di essere “segni di speranza” per chi vive nella malattia (anche la malattia di un genitore o nonno di qualche amico…).
Prendiamoci poi una domenica per ringraziare (domenica 16 febbraio), perché il Signore Gesù ci libera dal male. Ri-torniamo da Lui a dirgli grazie, come ha fatto quel lebbroso samaritano guarito da Gesù nel vangelo. «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Quali occasioni possiamo proporre a ragazzi e ragazze per ri-tornare a dire grazie per il dono della vita nuova che il Signore continuamente ci offre?
Dio è Colui che perdona e ci ri-alza! Avvicinandoci al tempo di Quaresima, celebriamo la sua divina clemenza, cioè la sua disponibilità a perdonare e a ri-perdonare ogni volta. La sua è un’indulgenza mite e accondiscendente. Dio è dalla nostra parte! Che bel messaggio dare ai ragazzi nell’ultima domenica di febbraio (domenica 23 febbraio), la prima delle due domeniche che anticipano il tema del perdono e che possono essere vissute come occasioni “giubilari” di ri-partenza! È Gesù stesso che prende le difese di chi sbaglia: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Un invito a considerare se facciamo lo stesso anche in oratorio (una bella ri-partenza dopo esserci trovati all’Assemblea degli oratori il 22 febbraio riflettendo sul rapporto fra Oratorio e fede).
La domenica “di Carnevale” è soprattutto la domenica del perdono (domenica 2 marzo). L’esempio di Zaccheo che restituisce quattro volte tanto, dopo aver ospitato Gesù nella sua casa, ci invita tutti a cambiare vita puntando tutto sull’amore per il prossimo. Così si ri-comincia, davvero! E si può fare festa per una vita che è stata ri-accesa dalla speranza!
Allora, ri-accendiamo la vita!
Impegniamoci allora a riaccendere la vita, mostrando, con tutto l’entusiasmo che abbiamo, il messaggio meraviglioso del Vangelo: tutto cambia quando si incontra l’amore di Dio. È una fiamma di speranza che vogliamo custodire e alimentare, trasformando le nostre giornate in oratorio in occasioni per vivere e trasmettere gioia e fiducia nel futuro. Verifichiamo la nostra capacità di invitare ed essere invitanti! Verifichiamo soprattutto la nostra capacità di prenderci cura dei singoli ragazzi e del gruppo (chiediamo aiuto e continuamente nuove alleanze per prenderci cura di loro), perché ne va, appunto, del loro futuro!
Il Giubileo 2025 ci chiede di essere “pellegrini e animatori di speranza”, capaci di guardare il mondo con gli occhi dei bambini e dei ragazzi, sostenendoli nel sogno di un domani possibile, che sia basato sulla giustizia e sulla solidarietà che avranno imparato oggi, proprio frequentando l’oratorio. Giustizia e solidarietà in oratorio si insegnano praticando l’ospitalità con tutti, nessuno escluso e insegnando a ciascuno l’accoglienza dell’altro e a “tendere la mano” per primo.
In oratorio, questo significa educare con coraggio e creatività, proponendo un’esperienza di fede che sia vicina alla vita concreta di ciascuno, piena di gesti semplici e concreti che rendano visibile la bellezza del bene.
La vita che vogliamo trasmettere alle generazioni future passa dalle mani e dal cuore dei più grandi che si tendono verso i più piccoli, affinché proprio i nostri ragazzi possono “toccare” e “sentire” l’amore di una comunità che di loro si prende cura. Basta compiere con loro un pezzo di strada, insegnandogli a riconoscere il valore di ogni piccola azione fatta alla luce del Vangelo.
Agli educatori degli adolescenti, che in questo periodo sono impegnati a intrecciare esperienze nel solco della quotidianità, prendendo in considerazione le aree vitali degli ado, offriamo spunti e stimoli interessanti tramite il nostro podcast.
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