Nel mese di gennaio 2025, potremmo elaborare, insieme alle catechiste e catechisti ed educatori e alle comunità educanti dei ragazzi delle diverse fasce d’età, la proposta di un’educazione alla pace che conduca alla cancellazione dei conflitti, a partire dalle proprie relazioni, in casa, con gli amici, in oratorio, a scuola, nello sport (ci vengono in aiuto i suggerimenti di seguito e quelli raccolti da Caritas ambrosiana nello "speciale pace 2025" come le attività di Animondo e la proposta dei riti di pace in famiglia a cura del Servizio per la catechesi). Costruiremo così una cultura di pace che sia un "segno di pace" per l'umanità e che possa portare frutto nei nostri ambienti di vita, proprio a partire dalla buona volontà, dalle convinzioni e dalle buone pratiche delle giovani generazioni. Il primo "segno di speranza" che intendiamo praticare in oratorio è dunque la pace, che nasce dalla fiducia in Dio che è amore, misericordia e perdono. Incontrando il Signore, ciascuno può cambiare il suo cuore e cambiare in meglio le cose che sono intorno a lui. Grazie all'educazione alla pace in oratorio, vogliamo contribuire a rafforzare la pace nelle nostre famiglie. Celebreremo la Festa della famiglia in oratorio con questo intento, dicendo a ciascun ragazzo e ragazza che innanzitutto occorre portare e costruire "la pace a casa tua".


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«I segni dei tempi… chiedono di essere trasformati in segni di speranza. Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo… Il Giubileo ricordi che quanti si fanno “operatori di pace saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti»
(Papa Francesco, Spes non confundit, 7-8). 

 

In questo Giubileo 2025, diventare pellegrini di speranza con i ragazzi e le ragazze a noi affidati significa innanzitutto farsi carico dell’educazione alla pace in oratorio.

 

Educare alla pace significa contribuire a creare una cultura di pace a partire dai gesti e dalle parole.
Gesti “minimi” di solidarietà, di riconciliazione, di prossimità e servizio e parole buone di perdono, comprensione, stima, fiducia, benevolenza. Ci impegniamo a insegnare l’arte della reciprocità, della fraternità e del prendersi cura dell’altro, perché “passi” in ogni ambito di vita frequentato dai ragazzi: a casa, a scuola, nel mondo dello sport, nell’uso dei social, nei gruppi dei pari, in oratorio.

 

Per costruire proposte per il Mese della pace, attraverso attività e laboratori, possiamo attingere alla pagina speciale a cura di Caritas ambrosiana: https://caritasambrosiana.it/speciali/pace2025
in parcolare alla sezione dedicata alle proposte per i minori (scaricate la scheda dell’attività e gli allegati che trovate nella pagina web).
Contiene, fra gli altri contributi, proposte laboratoriali a cura di Animondo.

 

In oratorio,
un tavolo permanente per la pace

Nel fascicolo TUTTO CAMBIA (scarica qui l’estratto corrispondente) abbiamo proposto di costituire un “gruppo di lavoro” in oratorio, come un “tavolo permanente per la pace”, che possa avere questi compiti:
-confrontarsi con la Parola di Dio sul tema della pace;
-proporre momenti di preghiera per la pace;
-informarsi e informare sulle cause e la situazione dei conflitti in essere;
-comunicare messaggi di pace che arrivino ai ragazzi e alle loro famiglie;
-proporre laboratori, campagne social e momenti di riflessione, con l’aiuto di educatori ed esperti;
-creare alleanze educative con le famiglie, cercando insieme buone pratiche da sperimentare;
-cercare e costruire alleanze e azioni con chi, sul proprio territorio, si occupa di temi legati alla pace, alla sostenibilità, alla cessazione dei conflitti, ecc. per un coinvolgimento diretto per l’oratorio.

 

La “Carta della pace”

In questo mese di gennaio 2025, questo “tavolo” o “gruppo di lavoro” potrebbe coinvolgere i ragazzi e le loro famiglie per stilare una “Carta della pace” dell’oratorio che fissi alcuni impegni pratici (ad esempio parole, gesti, atteggiamenti da avere nei diversi ambiti di vita) per fare della pace non solo un tema di riflessione ma un’esperienza quotidiana vissuta in oratorio e negli altri ambienti frequentati dai ragazzi.
La “Carta della pace” potrebbe essere preparata in vista della Festa della famiglia in oratorio, che quest’anno metterà al centro il tema della pace in famiglia, “la pace a casa”. Potrebbe essere esposta e consegnata proprio in occasione della Festa della famiglia di domenica 26 gennaio 2025. 

Che cosa può contenere la “Carta della pace”?

Potrà essere una libera espressione dei ragazzi e delle ragazze del nostro oratorio, delle diverse fasce d’età (parole, disegni, immagini); potrà essere realizzata in diversi formati e con diversi colori che significano alcuni “punti salienti” che i ragazzi avranno individuato. Potrà essere come un puzzle che si compone con il contributo di tutti i gruppi. Dovrà prevedere uno “studio grafico” da parte di qualche giovane educatore, insegnante o genitore esperto. Sarà arricchita di messaggi o da un semplice elenco di gesti, parole, atteggiamenti che è necessario mettere in pratica, per educarci reciprocamente alla pace. Potrà tenere conto dei diversi ambiti di vita dei ragazzi e, per ogni ambiente, essere precisa nel dare indicazioni su come vivere la pace e far “passare” la pace in quel luogo. Potrà essere collocata nella bacheca dell’oratorio o accanto alla “Porta del RI-” (presto vi diremo che cos’è).

 

“Costruisci la pace: perdona, servi, spera, porta speranza!”

Questa frase racchiude l’essenza del percorso che vogliamo intraprendere. La proposta parte dall’idea che la pace non sia solo un obiettivo lontano, ma una realtà concreta che si costruisce giorno dopo giorno attraverso il perdono, il servizio e l’impegno a portare speranza. Perdonare significa riconoscere e superare i conflitti personali, smettendo di litigare o chiedendo “scusa” dopo ogni litigio e creando così spazi di riconciliazione; servire implica dedicarsi agli altri con gesti di solidarietà e condivisione; sperare vuol dire guardare con fiducia al futuro, credendo nel cambiamento possibile; portare speranza richiede di agire concretamente per testimoniare che un mondo di pace è realizzabile.
La pace è inseparabile dalla speranza: credere che sia possibile costruire un futuro migliore dà la forza di lavorare per il bene. Educare alla speranza significa insegnare a non arrendersi di fronte alle difficoltà o all’andare “controcorrente“, ma a vedere le sfide quotidiane che spingono a pensare-sentire-agire per amore come le vere opportunità per crescere.

«Ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza»
(Papa Francesco, Spes non confundit, 18).

 

“Perché non ti lasci convincere dalla promessa della pace?”
Per una spiritualità della pace in oratorio

“…La pace è possibile, la riconciliazione è possibile, le persone possono stimarsi, rispettarsi, mettersi a servizio a vicenda. Noi crediamo alla promessa e ci mettiamo in cammino: quale è il conflitto al quale io voglio porre fine? In quale modo noi possiamo essere costruttori di pace nell’ambiente in cui viviamo e in tutte le cose?” (Dall’omelia dell’Arcivescovo Mario Delpini alla Messa di apertura in diocesi del Giubileo).

Occorre dunque che ci impegniamo a costruire una spiritualità della pace attraverso l’opera educativa dell’oratorio, facendo dei nostri oratori dei laboratori di pace, tenendo desta l’attenzione sul generare una cultura della pace, eliminando la sfiducia e lo sconforto, soprattutto dal cuore e della menti dei ragazzi, affermando che “la pace è possibile” e dipende anche da noi! La convinzione che la pace sia possibile ci mette, innanzitutto, in comunicazione con Dio, nella preghiera costante, per chiedere il dono della pace che solo Lui può dare: «Vi lascio la pace; vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Giovanni 14,27). Chiediamoci quanta “richiesta di pace” ci sia nelle nostre preghiere con i ragazzi e aumentiamone l’intensità, con parole sempre nuove e una ritualità costante (scarica la proposta di Preghiera per il Mese della Pace a cura dell’AC ambrosiana). 

Per costruire una spiritualità della pace con i ragazzi occorre saper intrecciare preghiera, riflessione e azione concreta: gestione dei conflitti e pratica del perdono come base per una vera fraternità; riferimento alle beatitudini evangeliche; impegno per la giustizia e la solidarietà; critica e studio della storia e degli avvenimenti per evidenziare come il dialogo e la riconciliazione siano scelte vincenti per l’avvenire; testimonianza di figure di giovani e adulti che si sono spesi o si spendono per la pace.
Per vivere la pace come stile di vita, trasformando l’oratorio e ogni ambiente abitato dai ragazzi in luoghi dove tutto cambia!

Scarica il sussidio Passa la pace – Riti di famiglia per educare alla pace a cura del Servizio per la Catechesi (con proposte realizzate in vista della Festa della famiglia che possono essere presentate alle famiglie dei ragazzi e anche vissute in oratorio in questo mese: film per educare alla pace; una ricetta da realizzare insieme; un gioco; una preghiera di famiglia o di gruppo; un testo per riflettere).

In oratorio ogni giorno possiamo pregare così:

Signore, principe della pace,
aiutaci a essere
costruttori di speranza
nelle nostre famiglie,
a scuola, nello sport
e in ogni luogo
dove viviamo.
Donaci il coraggio di perdonare
e la forza di amare. Amen

 

Per fare il Giubileo
lasciamoci guidare dal Messaggio
di Papa Francesco per la pace 

La proposta di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2025 si radica nell’urgenza di ascoltare il grido di un’umanità ferita e di abbracciare la speranza come forza trasformativa. Questo messaggio invita a considerare la pace non come una semplice assenza di guerra, ma come una scelta di vita che nasce dal perdono e dalla riconciliazione. Per educatori e responsabili degli oratori, questo significa innanzitutto aiutare i ragazzi a comprendere che la pace comincia nel cuore di ciascuno, nel coraggio di superare rancori personali e nell’umiltà di riconoscersi debitori gli uni degli altri, come ci insegna il “Padre nostro”.

Ai ragazzi più giovani si può parlare di pace come un dono che si riceve e si trasmette: perdonare chi ci ha fatto un torto, collaborare invece di competere, accogliere il diverso. Preadolescenti e adolescenti possono essere sensibilizzati sul significato della giustizia, mostrando come gesti quotidiani, dal rispetto per l’altro fino alla lotta contro piccole ingiustizie, possano costruire una cultura di pace. È importante far emergere come la pace non sia solo un bene personale, ma un progetto collettivo che richiede la partecipazione di tutti. L’idea che “siamo tutti debitori” diventa una chiave per parlare di interdipendenza e solidarietà, spiegando che ogni nostra azione ha conseguenze sugli altri, sia nel bene che nel male.

Ecco alcune domande concrete:
– come posso essere un costruttore di pace nella mia famiglia, nel mio gruppo di amici, a scuola?
– Quali atteggiamenti posso cambiare per contribuire a un clima migliore?
– Come posso prendermi cura del prossimo e dell’ambiente nel quale vivo? 
– Che cos’è per me la dignità umana? Su che cosa si fonda? Come si promuove?

Proponiamo dei momenti di preghiera che mettano in dialogo i ragazzi con Dio su questi temi, affinché comprendano che la vera pace nasce dal sentirsi amati e perdonati dal Padre. Invitiamoli ad accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e organizziamo con loro un Pellegrinaggio a una Chiesa giubilare per parlare dei debiti che anche a ciascuno di loro vengono rimessi. Celebriamo con loro una Messa in un giorno e un orario particolare, in cui fissare il tema del “rimettere i debiti”. Decidiamo con loro di attivare una piccola raccolta fondi mirata per risanare qualche “debito”. 

Anche in oratorio,
preghiamo con la preghiera di Papa Francesco: 

Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,
quella pace che solo Tu puoi donare
a chi si lascia disarmare il cuore,
a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,
a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,
a chi non resta sordo al grido dei più poveri.

Vai alla pagina di Caritas ambrosiana con gli approfondimenti e le proposte attorno al Messaggio per la Giornata per la pace (per segnalare una iniziativa in questo Mese della Pace promossa dal tuo oratorio o comunità o decanato scrivi a pace@caritasambrosiana.it)

 

La pace a casa tua
Festa della famiglia in oratorio
Domenica 26 gennaio 2025

La Festa della famiglia di quest’anno invita a entrare nella dimensione più concreta e quotidiana della pace, rendendola tangibile e vicina. Traduciamo la proposta a cura del Servizio per la Famiglia diocesano: «Famiglia: pensare la pace, cercare la pace, operare per la pace» nello slogan LA PACE A CASA TUA, inserendolo nella proposta dell’anno oratoriano TUTTO CAMBIA e nel contesto del Giubileo 2025 che chiede di cambiare un segno dei tempi – la presenza di conflitti nella società e nel mondo – in un segno di speranza: la costruzione della pace. Come si entra in una casa, passando dalla porta, così si entrerà in oratorio (magari passando dalla PORTA DEL RI-), nel quale tutti sono invitati a contribuire a creare un clima di pace e fraternità.

LA PACE A CASA TUA è un invito che faremo ai ragazzi e alle loro famiglie a capire che il cambiamento nel mondo inizia dalle nostre relazioni più prossime, dalla cerchia familiare, dall’ambiente in cui ognuno di noi cresce e si forma come persona.

Lavoreremo per completare la nostra “Carta della pace” in oratorio che è come una regola di vita che vale anche per la famiglia.

Attingeremo dalle proposte che Caritas Ambrosiana e Animondo e potremo utilizzare i suggerimenti di “Passa la pace” a cura del Servizio per la Catechesi)

Potremo utilizzare la PORTA DEL RI- e scegliere che la Festa della famiglia in oratorio sia la GIORNATA DEL RI- (scoprirete presto di che cosa si tratta).

Potremo attivare giochi a stand e laboratori invitando le famiglie a esercitarsi in gesti e parole di gentilezza e, appunto, di pace da esercitare poi “a casa tua”!

Facciamo in modo che la Festa della famiglia oltre alla celebrazione della Messa – che sarà il cuore della giornata – abbia anche un momento per raccogliere ancora una volta le famiglie chiedere loro di ringraziare, chiedere perdono e pregare per la pace nel mondo. Se la pace inizia dalle nostre case e dalle nostre famiglie allora TUTTO CAMBIA!

 

 

Invitiamo tutti a rilanciare sul canale Instagram del proprio oratorio o della propria comunità tutte le iniziative legate a questo Mese della Pace 2025, il primo mese di questo Giubileo 2025, con il primo segno di speranza, menzionando nei post e nelle Storie @fondazioneoratorimilanesi

 

 

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