Un'altra settimana è partita. L'Estate Ragazzi va avanti e ogni oratorio esprime al meglio il suo stile di accompagnamento nei confronti dei più giovani. Summerlife è la vita di cui ci stiamo riappropriando, nel rispetto delle regole e con la creatività dell'amore.
Rappresentano un grande segno di speranza le immagini piene di vita dei nostri oratori, impegnati con Summerlife, nelle prime settimane di questa lunga ed inedita Estate Ragazzi.
La gioia di ritrovarsi, di stare insieme, di conoscersi, di diventare amici. Piccoli gruppi di ragazzi che giocano, con loro gli animatori che, sotto lo sguardo attento di un responsabile, partecipano e li accompagnano durante le attività. Sempre a portata di mano dispenser di soluzioni igienizzanti e cartelloni colorati appesi un po’ ovunque a ricordano le attenzioni da rispettare per poter svolgere attività in tutta sicurezza.
Le testimonianze delle riaperture degli oratori della Diocesi di Milano (più della metà delle realtà oratoriane sono all’opera) richiamano la felicità dei ragazzi di rincontrarsi con i loro coetanei e di vivere insieme momenti e occasioni per crescere, in un cortile dell’oratorio che, quest’anno “unendo le forze”, lavorando in rete con il territorio e in accordo con le amministrazioni comunali, si è dilatato e ha assunto le dimensioni del paese o del quartiere, per il bene della comunità.
MILANO
Riappropriarsi dei luoghi e della vita
«I primi giorni i ragazzi erano come “ingessati”, timorosi e trattenuti anche nel parlarsi tra loro», commenta don Alberto Dell’Acqua, vicario parrocchiale del Sacro Volto per la Comunità pastorale Maria Madre della Misericordia a Milano (Zona pastorale I). Alcuni ragazzi, che hanno vissuto con maggiore sofferenza il lockdown, possono manifestare anche qualche disagio iniziale. «Poi, secondo i loro tempi, si sono come “sbloccati” e questo è avvenuto sempre più. Qualche mese fa non ne ero molto convinto, ma ora sono contento, insieme a tanti altri, di aver voluto realizzare una proposta estiva per permettere loro di riappropriarsi degli spazi reali e di una dimensione relazionale. Summerlife (scritto sulle magliette dei ragazzi) è un segno di vita nuova per il nostro quartiere e per la comunità cristiana: mi sembra ci siamo riusciti!» Gli fa eco suor Enrica, che collabora con Andrea, educatore di Pepita, nella gestione e nel coordinamento: «Abbiamo atteso con trepidazione le normative, per capire effettivamente che cosa e come avremmo potuto organizzarci. Poi abbiamo dato vita al progetto!» Dal 22 giugno gruppi di bambini della scuola primaria al mattino e della scuola secondaria al pomeriggio sono coinvolti, con gli adolescenti, in piccoli gruppi, attraverso giochi ed attività: ognuno ha imparato velocemente quale è lo spazio, debitamente segnalato, dedicato al proprio gruppo e anche quando vengono radunati, come in chiesa, dove avviene il momento della preghiera, si siedono ben distanziati. «Un bel gruppo di adulti volontari, educatori e genitori, si occupa dell’accoglienza/triage, della sanificazione, del coordinamento dei gruppi. Grazie alla loro cura, oltre alle attività in oratorio ispirate alle proposte di animazione di Summerlife, riusciamo ad organizzare anche uscite sul territorio: giochi alla Biblioteca virtuale, biciclettate al Parco Nord ma anche tuffi rinfrescanti ad Acquatica Park e una divertente caccia al tesoro nel quartiere Isola coinvolgendo commercianti e ristoratori».
PONTE LAMBRO E CASLINO D’ERBA
Fare tutto il possibile: non è impossibile
Lo aveva ripetuto già mesi fa, don Stefano Dolci, parroco dell’Unità pastorale di Ponte Lambro e Caslino d’Erba (in provincia di Como ma nell’Arcidiocesi di Milano, Zona pastorale III): «Per una situazione eccezionale si può optare anche per una proposta un po’ fuori dagli schemi». E se alla domenica delle Palme aveva portato tra le case, in mezzo alla gente, su un’Ape Piaggio, il conforto del Santissimo Sacramento, ora ripete, convinto: «Se Don Bosco si fosse spaventato di fronte alle problematiche, non avrebbe mai fatto l’oratorio. Se l’iniziativa è buona e importante occorre sempre fare il massimo, e ancora di più. E se questo significa, quest’anno, fare un modulo in più o igienizzare il pallone, lo faremo, con coraggio! […] Ritrovarsi insieme, quest’anno, è un miracolo di cui rendere grazie». Anche negli oratori S. Giovanni Bosco di Ponte Lambro (dal 22 giugno) e Caslino d’Erba (dal 15 giugno, con la collaborazione di un’associazione sportiva con educatori professionali), quindi, l’Estate Ragazzi è iniziata, secondo le forze disponibili e «mettendo in moto tanti adulti», offrendo tre pomeriggi (lunedì, martedì e venerdì, dalle 14.00-14.30 alle 17.30-18.00) «per i ragazzi di elementari e medie».
«Il progetto Summerlife è il tema di fondo, aiuta a rileggere l’esperienza vissuta e attraversata, il buio e le difficoltà dei giorni a casa, rendendola preziosa e guardando ora con occhi nuovi le cose di sempre – spiega don Stefano Dolci – Nonostante la fatica, la paura istillata dai genitori, la questione della responsabilità (quella morale, che prescinde quella legale), stiamo prendendo consapevolezza che le restrizioni cui ci dobbiamo attenere possono diventare una risorsa: permettono una conoscenza vera, una modalità di relazione e un’attenzione molto diversa rispetto alle grandi squadre. Gustiamo ogni momento, attività e giochi in oratorio, ma anche uscite: ogni gruppo, contraddistinto da mascherine di colore diverso, ha la possibilità di riconnettersi con la natura, partecipando a passeggiate in sicurezza, in un luogo già di per sé bellissimo».
SARTIRANA BRIANTEA IN MERATE
In collaborazione con gli adulti della comunità
Anche nella piccola realtà della frazione di Merate Sartirana Briantea (Zona pastorale III), l’oratorio San Giovanni Bosco (in collaborazione con gli oratori di Merate), guidato dal vicario parrocchiale don Riccardo Sanvito, prevede un’apertura pomeridiana, fino al 31 luglio, con una modalità inedita, sviluppata in collaborazione con le famiglie e gli adulti della comunità, chiamati ad offrire questa estate un maggiore contributo e sostegno, garantendo il controllo del rispetto delle normative. «I pochi bambini e ragazzi presenti – spiega Elena Magni, una collaboratrice – rispetto al centinaio di presenze degli altri anni, hanno la possibilità di avere più spazio a disposizione per giocare e valorizza anche il protagonismo dei ragazzi, che sono seguiti con una cura maggiore. Certo, manca la dimensione di festa caratteristica dello stile degli Oratori estivi cui siamo abituati; ma è uno spiraglio di luce per vivere la socialità e sperare di tornare, pian piano, alla normalità».
CARONNO PERTUSELLA
Un’esperienza costruttiva, nel segno della semplicità
A Caronno Pertusella (Zona pastorale IV) l’ombra del virus che ha stravolto le nostre abitudini aveva colpito anche il parroco don Franco Santambrogio, il primo caso di contagio nella comunità: nonostante la paura, ora sta bene e non ha avuto fortunatamente complicazioni, «Per superare questo periodo serve fiducia nel Signore, pazienza e responsabilità […] Con questa prospettiva – sottolinea don Beniamino Casiraghi – si è strutturata per i ragazzi una proposta semplice, perché possano recuperare lo stare insieme, vivendo del tempo in modo costruttivo. Ogni parrocchia e comunità si è poi reinventata». Per preadolescenti e adolescenti, alla Comunità pastorale Santa Margherita e Sant’Alessandro, nell’oratorio Centro Giovanile Familiare di Pertusella, sono tre i pomeriggi dalle 14.30 alle 17.30 in cui si alternano laboratori, biciclettate, giochi e spazio compiti. «Gli adolescenti, in particolare, possono scegliere il tipo di attività e vivere esperienze di crescita adatte a loro: si passa dai lavori in oratorio per renderlo più bello e accogliente (pulizia, imbiancatura e sistemazioni varie) ad attività in collaborazione con la Caritas parrocchiale che trasmettono il senso del servizio e il valore della solidarietà e della gratuità, fino ad incontri con la Protezione Civile del territorio, in un’ottica di sensibilizzazione e aiuto per gli altri, con anche esercitazioni pratiche. Sono solo alcuni degli aspetti positivi dell’inedito che stiamo affrontando, non un oratorio da 300/400 presenze ma ragazzi che vivono esperienze che danno valore al tempo».
NERVIANO
Un passo oltre, la responsabilizzazione
«Dalla fine di maggio e gli inizi di giugno, a livello decanale, ci siam confrontati per ipotizzare qualcosa, studiando i protocolli, le note dell’Avvocatura e tutte le attenzioni previste, per dar vita ad una proposta estiva con attività per le diverse fasce d’età: la mattina per la scuola primaria, il pomeriggio per la scuola secondaria». Con gli Oratori di Nerviano della Comunità pastorale San Fermo «abbiamo voluto ripartire da noi», sottolinea don Marco Sala, che qui presta servizio come diacono e dove sarà destinato da prete, dopo la solenne ordinazione slittata al 5 settembre a causa dell’emergenza sanitaria: si è chiesta disponibilità ad adulti, educatori e animatori della parrocchia. «Tutte le attività, organizzate su alcuni giorni della settimana e per fasce d’età, prevedono la garanzia del rapporto numerico di adulti – anche neomaturati, affiancati in particolare ai ragazzi delle medie – e il rispetto delle normative, spiegate alle famiglie con un simpatico tutorial, preparato dagli animatori e pubblicato su YouTube. Abbiamo previsto tante uscite sul territorio, gite e biciclettate – come quella al ponte sul fiume Olona con i preadolescenti – riscoprendo il bello vicino a noi. Accogliendo l’invito del nostro Arcivescovo abbiamo pensato giochi con caratteristiche nuove o ripensato i giochi di sempre “con le caratteristiche nuove”. Ad esempio, la tradizionale “rubabandiera” si trasforma: invece di recuperare il classico fazzoletto, occorre rispondere ad un quiz. Abbiamo anche contattato Legambiente che ci ha proposto un itinerario sul nostro territorio per i bambini della scuola primaria e uno per i ragazzi delle medie: un percorso alla scoperta dei mulini del fiume Olona. Con la biblioteca civica e tramite il Comune abbiamo attivato anche un’attività di lettura animata e incontri teatrali con una compagnia di teatro. Alcune proposte, poi, le stiamo valutando o nascono man mano. Gli aspetti da custodire di questa situazione e per cui la comunità si rimette in gioco, nonostante le difficoltà: sicuramente la possibilità di conoscenza e fraternità autentica rispetto alla gestione di centinaia di ragazzi insieme – il gruppo più piccolo permette di entrare in profondità con il singolo ragazzo – e, da questo, le regole: si pensi a quante occorre applicarne, anche per realizzare un semplice gioco; possono insegnare “un passo oltre”, un passo importante, un passo di responsabilizzazione, il cui significato diventa promettente per la ripresa della scuola a settembre e, in generale, per la vita di ognuno: in un’ottica di corresponsabilità e nel rispetto degli altri».