Questo Avvento apre le porte! È il tempo prossimo di preparazione al Giubileo 2025 che inizia a Natale. Ancora di più, questo Avvento è tempo in cui invitare ragazzi e ragazze ad aprire il cuore al Signore Gesù che viene, attraverso la preghiera, la celebrazione dei sacramenti, la vita di gioco e animazione in oratorio e di impegno a scuola e in famiglia, ma anche con gesti concreti di carità, esercitandosi ogni giorno nella bontà e nella giustizia, per portare la pace. Saranno, così, testimoni e prepareranno la via a Colui che è la "Speranza per l'umanità". Incoraggiamoli ad avere gli stessi sentimenti di Gesù, il suo stesso amore, quello che sa donare addirittura la propria vita, e chiediamogli di sentirsi parte della stessa missione del Figlio di Dio, portatori di luce e speranza nel mondo.


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«Con la sua prima venuta nell’umiltà della carne egli portò a compimento l’antica speranza e aprì il passaggio all’eterna salvezza; quando verrà di nuovo nello splendore della gloria potremo ottenere, in pienezza di luce, i beni promessi che ora osiamo sperare, vigilando nell’attesa»

(Dal Prefazio della I domenica di Avvento del Messale ambrosiano).

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Sapendo che si educa alla speranza se si vive con speranza, ci mettiamo in cammino in questo nuovo tempo liturgico, iniziando l’anno liturgico che apre le porte al Giubileo 2025.

Noi prepariamo la via affinché il Signore Gesù entri nel cuore e nella vita dei ragazzi e delle ragazze che incontriamo. Creiamo le condizioni favorevoli perché la sua Grazia operi in loro, non ostacolando l’opera di Colui che viene per salvarci.

Gesù è Speranza per l’umanità, non solo perché ci apre le porte ai tempi nuovi, che frequenteremo alla fine della vita, ma perché ci dà i criteri per cambiare questo mondo oggi, per renderlo migliore di com’è, ora. Chiedere ai ragazzi di prendere parte al “sogno di Dio” per l’umanità ci incoraggia a farci, insieme a loro, annunciatori del Vangelo, attraverso le azioni quotidiane, rendendole straordinariamente ricolme di fede, speranza e carità.

Non impariamo, infatti, da Gesù solo la bontà – la si impara attraverso l’esercizio della carità -, ma anche che cosa sia la giustizia, da mettere in pratica fra le persone che frequentiamo ogni giorno. Chiedere ai ragazzi di “essere giusti” è una delle grandi sfide educative di oggi. L’Avvento, allora, non ci apre solo ai buoni sentimenti “natalizi”, ma ci fa prendere coscienza che TUTTO CAMBIA se anche noi cambiamo e viviamo la novità che l’Incarnazione del Figlio di Dio porta con sé.

Là dove sembra mancare la prospettiva del futuro, noi chiediamo di aprire le porte alla dimensione dell’eternità e chiediamo anche ai ragazzi di credere e aspettare la vita che verrà! 

Ci saranno porte da aprire e da attraversare. La porta della speranza è la prima e fondamentale, per poter accogliere Gesù che viene; per capire che cosa davvero viene a “portare” la sua venuta e quali implicazioni ha sulla nostra esistenza. Sappiamo di dover trovare tutti i modi possibili per «rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi». Sappiamo che, per suscitare le domande, occorre provocarle con la vita e con l’esempio. Che cosa viene chiesto a una comunità che educa alla fede? Di avere Gesù nel cuore, di essere educatori che aprono la porta del cuore al Signore che viene. Il resto viene di conseguenza (Ti basta la mia Grazia…).

 

I Domenica di Avvento
La venuta del Signore apre la porta della speranza

«Urlate, perché è vicino il giorno del Signore!». Le nostre sono urla di speranza e di gioia, non di paura e disperazione. Nonostante tutto, noi continuiamo a sperare, proprio perchè il Signore è vicino. Di fronte all’ingiustizia e alla devastazione noi rispondiamo coltivando la nostra vicinanza con il Signore, lasciandoci educare dai suoi stessi sentimenti di umiltà e mitezza… perché, attraverso il dono di sé stesso, Gesù scuote la coscienza di ciascuno e ci fa comprendere che cosa sia la giustizia.

«Nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi». In questo modo impariamo a distinguere il male dal bene, il giusto dall’ingiusto, le tenebre dalla luce e, come portatori di speranza nel mondo, decidiamo di schierarci decisamente dalla parte della luce, lottando per non scendere a compromessi con il male. Bontà, giustizia, verità, comprensione della volontà di Dio sono i tracciati su cui si muove chi sceglie il cammino di luce e di speranza di chi accoglie la venuta del Signore.

«Non vi terrorizzate… non è subito la fine». Le immagini di guerra, di calamità, di disgrazie, le esperienze della malattia e del dolore, ma anche dell’ingiustizia e della cattiveria sono davanti ai nostri occhi ogni giorno. Forse dovremmo domandarci come tutto questo stia influenzando la mente e il cuore dei più giovani, di come tutto questo tolga loro la prospettiva del “futuro”. Ma la parola del Vangelo ci spinge a guardare avanti con fiducia, sapendo che non siamo alla fine di tutto, che la parola “fine” arriverà all’improvviso, senza che sia il male del mondo a determinarne il tempo. Il male non determina le sorti del mondo, nonostante si creda o si veda il contrario. Siamo noi a portare questo annuncio di speranza, attraversando la porta della speranza, senza lasciarci dominare, noi per primi, dalla paura, disposti a dare testimonianza con una costanza, che è tutta da esercitare, ma che fa parte del cammino della vita di chi crede. Senza mollare, andiamo avanti, anche se dobbiamo lottare con chi ci sta accanto, una lotta che si svolge con la benedizione e la benevolenza, con la bontà e la giustizia, con un amore che impariamo dal Signore Gesù, Speranza per l’umanità.

«I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
appianate la strada a colui che cavalca le nubi:
Signore è il suo nome, esultate davanti a lui». 

 

Apriamo l’Avvento
tempo di silenzio, testimonianza e dono

L’Avvento è il tempo del silenzio, perchè il nostro cuore si apra alla novità portata dall’Incarnazione del Figlio di Dio. Invitiamo sempre ragazzi e ragazze a vivere una preghiera commisurata alla loro età, che punti sempre ad accogliere una novità (anche nel modo di pregare).

L’Avvento è il tempo della testimonianza
, in cui chiedere a ciascuno di assomigliare a Giovanni il Battista, nel «preparare la via» al Signore che viene, nel dimostrare con i fatti che si è discepoli del Signore, senza paura e senza vergogna.

L’Avvento è il tempo del dono, del farsi dono agli altri, sapendo che per primi abbiamo ricevuto il dono dell’amore di Dio da restituire per mezzo della carità.

 

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