L'immagine della scarpa richiama la corsa che siamo chiamati a compiere sia nell'ambiente dell'oratorio sia e soprattutto nella vita. Ognuno si lasci coinvolgere da questo slancio che si farà progetto e direzione per una meta più grande di noi. Qui la spiegazione del logo.
«È venuto il momento di cercare un paio di scarpe nuove: abbiamo infatti un lungo cammino da percorrere e vorremmo essere attrezzati perché lo slancio non si stanchi e la gioia non si spenga», così scriveva l’Arcivescovo Mario Delpini, all’apertura del percorso Oratorio 2020. Quelle scarpe nuove sono scarpe di qualità che stiamo costruendo insieme. Di solito sono almeno due le domande che si fanno ai bambini e ai ragazzi quando indossano scarpe nuove, prima di comprarle: «Ti piacciono?»; «ti stanno comode?». Vorremmo che i nostri progetti sul futuro dell’oratorio possano piacere ed entusiasmare. Vorremmo esserne soddisfatti, proprio perché saranno il frutto di una condivisione e di un “camminare insieme” forse mai provato prima in oratorio. Vorremmo scrivere un progetto educativo per l’oratorio che sia fatto “su misura” per tutti, che sia facile da realizzare: non troppo utopico da renderlo inattuabile; non troppo “stretto” da renderlo uguale alla situazione attuale, così come le scarpe quando il piede è cresciuto.
Affidiamo dunque all’immagine simpatica ed efficace della scarpa il cuore del logo dell’anno oratoriano 2019-2020 Ora corri, che punta al compimento del percorso Oratorio 2020 (il logo che ormai conosciamo di Oratorio 2020 e che continueremo ad usare per le sue fasi attuative si trova sulla punta della scarpa).
Forse, che si tratta di una scarpa, dovremmo dirlo alla fine, perché quello che conta è di che cosa è composta! Il contorno è dato dalle tantissime iniziative e attività che si possono fare in oratorio: gioco, teatro, tempo libero, laboratori, creatività, musica, sport, tornei, premi, feste, comunicazione, social, fotografia, carnevale, estate, preghiera, vita comune, gite, amicizia… Sono alcune di quelle proposte su cui l’oratorio deve puntare in modo nuovo, con la sua creatività, facendo passi in avanti, sperimentando iniziative innovative, mettendo in pratica qualche scelta che sia una svolta.
Tutto questo in vista di un progetto per l’oratorio che darà colore e direzione al cammino futuro. Quei quadrati colorati, disposti liberamente dentro la scarpa, richiamano i quadrati colorati del logo di Oratorio 2020. Sono quegli ambiti in cui chiediamo anche ai ragazzi e alle ragazze, di ogni fascia d’età, di giocarsi fino in fondo, di metterci anche la loro creatività, la loro intelligenza, la loro passione, per fare l’oratorio più bello di così, di “pensarlo insieme”, perché sia uno strumento valido di educazione, anche nel prossimo decennio (i quadrati colorati nella scarpa sono dieci!) e ancora più in là.
Riferendosi ancora alle icone che rappresentano molte attività dell’oratorio, queste sono opportunità, o meglio, sono “occasioni”, come direbbe il nostro Arcivescovo Mario Delpini. Ognuna ha valore per quella che è. Messe in fila, fanno dell’oratorio una “situazione” davvero unica, originale, propria di una comunità cristiana che ha a cuore la crescita delle giovani generazioni e offre per loro possibilità sempre nuove e alla loro portata e, quindi, “su misura”! L’oratorio infatti deve essere un luogo “piacevole” e “comodo”, cioè dove ciascuno possa sentirsi a proprio agio. Nessuna pesantezza o ristrettezza, se non quella dettata dalle regole del gioco, anzi dalle regole della corsa!
La scarpa è “griffata” Ora corri, lo slogan dell’anno oratoriano che indica il momento presente (Ora) e lo slancio verso il futuro (corri). Le ore del giorno escono dal quadrante dell’orologio dato dalla O di Ora e vanno incontro alla Croce. Mentre chiediamo ai ragazzi di costruire con noi l’oratorio di domani, proponiamogli di accogliere la logica dell’“uscita da sé”, perché, in fin dei conti, l’oratorio è fatto per ritornare nel mondo, carichi della gioia del Vangelo. Una gioia e una allegria che sono da esercitare in oratorio, nella reciproca amicizia, e poi portare agli altri, donando se stessi con amore, così come ha fatto il Signore Gesù. Come si fa? Imparando dalla Croce ad avere «gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (cfr. Filippesi 2).