Sabato 10 ottobre 2020 Carlo Acutis, un ragazzo milanese di 15 anni, sarà proclamato beato. Il nostro Arcivescovo ci ha spronato a lasciarci sorprendere dalla "santità adolescenziale" e ha chiesto soprattutto agli adolescenti di imparare a conoscere i tratti di questo loro coetaneo. Gli oratori dunque si stanno preparando. E c'è anche chi domenica scorsa ha dedicato l'intero oratorio a Carlo Acutis, come l'Oratorio di Brenno.
Il 10 ottobre sarà un giorno speciale. Ad Assisi, in quella data, sarà proclamato beato Carlo Acutis. La gioia, per la diocesi di Milano, dove Carlo è cresciuto e ha maturato la sua fede, sarà ancora più grande!
«Il giovane Carlo è un santo da scoprire»: nell’attesa di questa celebrazione, i nostri oratori, all’inizio di questo anno oratoriano 2020-2021, fanno loro questa missione e si adoperano per far conoscere la storia di un ragazzo come noi che ha saputo trasformare la sua vita in qualcosa di straordinario. Non c’è segreto, nella sua normalità Carlo metteva Dio al primo posto: «Non io, ma Dio».
Nella storia di Carlo Acutis, morto a soli 15 anni, i ragazzi possono riconoscere un modello cui ispirarsi, nel cammino verso la santità, cui tutti siamo chiamati, secondo il disegno che Dio ha per ciascuno.
Un esempio bello e luminoso, da sentire particolarmente vicino, che ha condotto una comunità a dedicare l’oratorio a questo prossimo giovane beato, in occasione della Festa dell’oratorio. Domenica 27 settembre l’oratorio di Brenno (appartenente con la parrocchia di Arcisate alla Comunità pastorale Madonna d’Useria) è stato dedicato a «Carlo Acutis». La S. Messa, vissuta all’aperto, nel cortile dell’oratorio, ha permesso a tutti, in sicurezza, di assistere a questo momento importante e fortemente voluto: il lancio dei palloncini ha segnato la benedizione del salone dell’oratorio, al cui ingresso è stata scoperta l’intitolazione e una delle frasi più belle che ci ha consegnato Carlo Acutis, «Eucaristia: la mia autostrada per il cielo».
«L’idea di dedicare l’Oratorio di Brenno, chiuso da un anno per alcuni interventi di cui necessitava (protrattisi a causa dell’emergenza sanitaria), a Carlo Acutis, nasce da una riflessione che dal consiglio pastorale ha coinvolto l’intera comunità – ci spiega don Valentino Venezia, vicario parrocchiale e responsabile degli oratori della Comunità pastorale – È da qualche anno che questa figura ci affascina e ci colpisce in maniera profonda. Con la sua prossima beatificazione e la sua “eccezionale attualità” la scelta è andata subito in quella direzione… La sua è stata una vita santa, nella normalità e nella quotidianità, pur non omologandosi mai a nessuno! Sul tema dell’originalità si è concentrata la celebrazione di domenica, l’incontro dei genitori dei ragazzi del catechismo e la preghiera con gli animatori prima del gioco. Ne avevamo già parlato con adolescenti, 18/19enni e giovani sabato sera, ma la sua figura ci accompagnerà… La sua vita sarà approfondita, a partire dai suoi scritti, attraverso diverse tematiche, declinate a seconda dell’età, durante tutto l’anno oratoriano».
La sua storia diventa incoraggiamento a vivere la propria vocazione, secondo l’originalità che è dono per ciascuno di noi.
«Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie» (come affermava Carlo) è la frase di uno striscione che è stato esposto, con l’immagine di Carlo, all’Oratorio Piergiorgio Frassati di Sesto Calende. Durante la S. Messa della Festa di apertura dell’oratorio, don Giorgio Longo ha raccontato la personalità di Carlo, riprendendo la testimonianza della sua breve ma intensa vita in diversi momenti. Anche attraverso i social dell’oratorio (dei nuovi mezzi di comunicazione, tra cui internet e l’uso del computer, Carlo era un esperto ed appassionato) vengono “lanciate” delle domande, che provocano a scoprire la bellezza della sua vita.
E come raccontare di lui ai preadolescenti e agli adolescenti?
I ragazzi, dalla seconda media in su, degli Oratori Maria Regina e Sant’Andrea di Pioltello, sono stati coinvolti da don Giacomo Roncari, sabato 26 settembre, in una fiaccolata ispirata proprio a Carlo Acutis. «Ho insegnato all’Istituto Marcelline di Milano, la scuola dove Carlo ha frequentato le elementari. Della figura di Carlo ne ho subito sentito parlare… Da tempo progettavamo la possibilità di questa iniziativa. Così sabato, nel rispetto delle norme, abbiamo vissuto una particolare fiaccolata con i ragazzi. Accolti nella chiesa di Santa Maria Segreta (la parrocchia che frequentava Carlo), ci siamo raccolti per un momento di preghiera e di adorazione. Poi abbiamo acceso la lampada che, in bicicletta (per permettere un migliore distanziamento), abbiamo portato per circa 17 km lungo la Martesana e la pista ciclabile fino alla chiesa di Pioltello, posandola davanti all’immagine di Carlo, che rimarrà sull’altare fino al giorno della sua beatificazione (che nella nostra parrocchia coinciderà con la celebrazione delle Cresime). Siamo stati circondati dalla partecipazione delle nostre comunità: dopo aver collaborato insieme quest’estate, le due parrocchie di Maria Regina e Sant’Andrea affidano a Carlo il cammino della pastorale per preadolescenti e adolescenti». «Di Carlo – ha aggiunto don Giacomo – abbiamo parlato anche agli incontri per i genitori del catechismo (suddivisi per classi) e continueremo a riflettere insieme su di lui anche durante l’itinerario di catechesi…»
Come questi oratori, tanti altri, seguendo l’invito di don Stefano Guidi (nell’editoriale dell’ultimo Gazzettino della Fom), in queste settimane di fermento e di attesa del momento della beatificazione, stanno organizzando iniziative, incontri e modalità per raccontare di Carlo Acutis ai ragazzi. La Festa dell’oratorio per molti è stata l’occasione più significativa, attraverso la celebrazione, giochi e stand (lo schema dello stand proposto per la Festa può essere ripreso e riadattato anche per i primi incontri di catechesi).
Continuiamo, sollecitati dalle parole del nostro Arcivescovo (nel Messaggio della Festa di apertura degli Oratori 2020 e nella Lettera per l’inizio dell’anno pastorale), ad aiutare i ragazzi a trasfigurare occhi e cuore con lo stupore, per riconoscere nel volto sorridente di Carlo «la rivelazione della santità di un ragazzo» che invita a vivere la propria vocazione.