Il Giubileo 2025 è un’occasione straordinaria per gli oratori ambrosiani: un tempo di grazia per ritrovare speranza e coraggio nell’educazione, promuovendo il cambiamento che nasce dalla fede e dall’incontro con Gesù, la nostra "Porta della salvezza". Viviamo quest’Anno Santo con entusiasmo e creatività, concretizzando ancora meglio la proposta dell'anno oratoriano TUTTO CAMBIA (vedi tutti gli allegati) e riscoprendo l’oratorio come luogo di gioia, accoglienza e rinnovamento spirituale. Trasformiamo le sfide educative in opportunità: proponiamo di dare forma ai "segni di speranza" che Papa Francesco ci chiede di rendere visibili, coinvolgendo i ragazzi in uno sguardo critico e costruttivo della realtà. Partiamo a gennaio promuovendo segni di educazione alla pace, per preparare la Festa della Famiglia, dove ci verrà chiesto di costruire segni di pace a partire dalle nostre case. Con lo spirito della proposta TUTTO CAMBIA Con lo spirito della proposta TUTTO CAMBIA impegniamoci con i ragazzi a mostrare che ogni gesto fatto per il Vangelo può davvero trasformare il mondo. Buon Giubileo a tutti!
A noi, per quanto possiamo scegliere, è dato di renderlo questo inizio di Anno Santo 2025 “tempo favorevole” e straordinario per i ragazzi e le ragazze che sono invitati a entrare in oratorio, come opportunità di incontro con il Signore Gesù, che è la “Porta della nostra salvezza”, Colui che cambia la vita delle persone e le trasforma, che offre sempre un nuovo modo per ricominciare a vivere, a credere, amare e sperare.
Il Giubileo, da vivere come un tempo di grazia, è da cogliere come opportunità per riprendere il cammino con coraggio e lasciare da parte la sfiducia e lo smarrimento (leggi le pagine e i materiali in allegato), un tempo che esprime novità e ritrova l’entusiasmo di chi educa e agisce per il vangelo, nonostante le stanchezze e la complessità del contesto.
Il Giubileo 2025 è dunque un tempo di speranza, in cui rimetterci in discussione per ricominciare! Si chiama Giubileo “ordinario”, ma di ordinario non dovrebbe avere nulla, non tanto o non solo nei programmi, ma nelle modalità di vivere ogni esperienza educativa, con l’idea di ricercare strade nuove e straordinarie, a partire da un’analisi seria della realtà, delle risorse da investire, da opportunità da esplorare e alleanze da stringere.
Invitiamoci gli uni gli altri a lasciarci riconciliare: che ciascuno si riconcili con sé stesso, rivolgendo il suo sguardo a Dio e alla sua misericordia, e si impegni a riconciliarsi con gli altri, per creare un clima di gioia.
Quello che l’oratorio può portare in questo anno è appunto la sua gioia! La gioia che si prova nello stare insieme, nel crescere in amicizia, nel far parte di una comunità che educa alla fede, con un linguaggio comprensibile ai più giovani, e si prende cura dei gruppi e dei singoli, con equilibrio e dedizione.
Per un oratorio dalla “porta aperta”
Pensiamo in particolare come sia possibile aprire ancora di più le porte per esprimere la “paternità ospitale” dell’oratorio. Tempi, spazi, modalità di accoglienza, persone da coinvolgere: rivediamo tutto, riverifichiamo, rilanciamo.
La Porta del RI- che presenteremo all’inizio del 2025 come elemento chiave di animazione è un simbolo della necessità di ritrovarsi a riflettere insieme su come essere ospitali per dei ragazzi e delle ragazze che possano riscoprire l’oratorio come una “seconda casa”, pensando in particolare alle fasce dei preadolescenti e degli adolescenti, come davvero possano riappropriarsi responsabilmente degli spazi e dei tempi dell’oratorio, anche durante l’anno. Fondamentale è dare loro un “con chi” educativo, persone giovani e adulte con cui stare e condividere il tempo, non tutto il tempo, ma il tempo significativo, che si può costruire e ricostruire insieme a loro, come “esperienza”.
Prendiamoci tutto il tempo per studiare questi temi, per trovare insieme delle risposte su questa apertura nuova dell’oratorio, in questo Anno Santo, con tutta la schiettezza possibile, sapendo che l’oratorio ha bisogno di stringere alleanze con chi condivide il “prendersi cura” e l’attenzione verso le giovani generazioni.
Ora davvero
Tutto cambia
L’anno oratoriano TUTTO CAMBIA si immerge pienamente nel cammino del Giubileo 2025. Chiediamo ai ragazzi di vivere la speranza come «desiderio e attesa del bene», non restando «con le mani in mano» ma mettendo in circolo pensieri-sentimenti-azioni che promuovano il bene e contribuiscano a «cambiare le cose in meglio».
Questi mesi prima dell’estate sono il momento favorevole per accompagnare i più giovani a scoprire che, con Gesù, ogni cosa si trasforma: il quotidiano diventa straordinario, il gioco e la festa parlano di gioia vera, e la carità diventa lo strumento per costruire un mondo nuovo. Non si tratta di fare di più, ma di fare-pensare-sentire in modo nuovo, comprendendo le ragioni dal vangelo.
TUTTO CAMBIA davvero, se lasciamo spazio a Gesù e attraversiamo la sua Porta, che, nel nostro logo, è a forma di Croce!
Rinnoviamo la spiritualità dell’oratorio
L’oratorio è un luogo dove ogni gesto, ogni parola, ogni proposta educativa raccontano una cosa sola: Dio ci ama! TUTTO CAMBIA con la sua presenza. Contribuiamo a scandire le giornate e le proposte dell’oratorio con un riferimento sempre diretto al vangelo e con momenti di preghiera, di ascolto, di confronto provocatorio che parta dalla Parola di Dio.
È questa una spiritualità semplice che si intreccia con la vita quotidiana dei ragazzi e li invita a scandire la loro presenza in oratorio con momenti significativi di gioco, di festa, di condivisione, di confronto, di preghiera, con quella forma propria dell’oratorio che è l’animazione educativa.
La preghiera diventa dialogo vivo; il gioco e la festa si trasformano in momenti di crescita; il sacramento dell’Eucaristia e della Riconciliazione sono occasioni per incontrare Dio e sono celebrati con partecipazione e creatività; e la carità diventa uno stile di vita. Questo è il cuore della spiritualità dell’oratorio: una fede che si vive insieme, che dà gioia e che spinge a donarsi agli altri. TUTTO CAMBIA davvero, quando Gesù entra nella vita e noi scegliamo di accompagnare i ragazzi a incontrarlo.
Da segni dei tempi a segni di speranza
Non vogliamo educare ragazzi e ragazze a stare fuori dal mondo né tantomeno dentro una bolla fatta di disinteresse e apatia. Occorre che li accompagniamo ad avere uno sguardo attento e critico della realtà perché crescano come “buoni cristiani e onesti cittadini” (come diceva don Bosco). Papa Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 “Spes non confundit”, chiede di leggere i segni dei tempi con sapienza e di andare oltre, lavorando per “cambiare le cose” e trasformare i segni dei tempi in segni di speranza.
Si possono costruire quindi percorsi e animazioni con i ragazzi affinché si sperimenti come poter fare la propria parte nell’effettuare questo “cambiamento della realtà”, attraverso quei “gesti minimi” che l’Arcivescovo Mario Delpini spesso ci suggerisce che sono «i gesti alla portata tua e del tuo gruppo» (cfr. Lettera agli adolescenti “Apprendisti di felicità – Insieme pellegrini di speranza”).
Quali e quanti sono questi segni di speranza?
Sono otto:
pace per il mondo;
desiderio di trasmettere la vita;
dignità ai detenuti;
vicinanza agli ammalati;
cura per le giovani generazioni;
accoglienza per i migranti;
sostegno e gratitudine per gli anziani;
prossimità verso i poveri e contrasto alla povertà.
A leggerli questi “segni di speranza” sembrano non alla portata dei ragazzi ma “fuori portata” rispetto alla loro vita e alle loro esperienze e invece dovrebbero interessarli, attivare la loro determinazione e stimolarli a prendere posizione.
In oratorio, in questo Anno Santo, dobbiamo lavorare per intravedere percorsi che generino azioni buone, scelte possibili, sentimenti ed emozioni, ragioni convincenti che portino al cambiamento di mentalità e di approccio alla realtà e ad agire con gesti concreti a favore di ciascuno di questi “segni di speranza” che se messi in pratica fanno sì che si dica: TUTTO CAMBIA davvero!
P.S.: Accanto ai segni di speranza, Papa Francesco associa gli appelli di speranza. Anche questi devono interpellare l’oratorio e la sua regia educativa:
per contribuire a salvaguardare i beni della Terra con un’educazione ecologica integrale;
per costruire l’unità dei cristiani con una fraternità fondata sulla comunione.
Ogni mese un segno di speranza
Nel mese di gennaio, potremmo costruire, insieme alle catechiste e catechisti ed educatori e alle comunità educanti dei ragazzi delle diverse fasce d’età, la proposta di un’educazione alla pace che conduca alla cancellazione dei conflitti, a partire dalle proprie relazioni, in casa, con gli amici, in oratorio, a scuola, nello sport per poi passare a costruire con ciascuno e nei gruppi una cultura di pace che sia consolidata e possa porre le basi per un futuro di pace costruito dagli adulti di domani… lavorando quindi per la pace nel mondo.
A febbraio 2025, celebrando anche la Giornata per la vita il 2 febbraio e la Giornata del Malato l’11 febbraio, si possono coinvolgere i ragazzi dell’oratorio con le loro famiglie da un lato sul tema del desiderio di trasmettere la vita e quindi, in concreto, dell’idea del futuro (che cosa desideri essere “da grande”?) e da un altro una vicinanza concreta agli ammalati, a partire da quelli che si trovano nelle case del proprio territorio fino a trovare il modo di entrare anche virtualmente in qualche ospedale, ecc.
Quest’anno sarà dunque molto importante che queste giornate speciali siano prese in considerazione anche dall’oratorio e in termini educativi, con l’aiuto di esperienze, testimonianze, scambi di riflessioni e preghiera.
N.B.: il 10 febbraio l’Arcivescovo Mario Delpini farà visita all’Ospedale San Gerardo di Monza, per l’iniziativa “L’Arcivescovo vi invita…” con alcuni gruppi di adolescenti (ci si può iscrivere cliccando qui), mettendo in pratica l’opera di misericordia: «Ero malato e mi avete visitato».
In vista di marzo 2025 e del tempo di Quaresima in oratorio, si può pensare di costruire incontri, percorsi, relazioni con i migranti che vivono sul nostro territorio, per formare pian piano una “Chiesa dalle genti” attraverso l’oratorio, che intercetti anche una spiritualità nuova e un modo di celebrare che tenga conto della ricchezza e dell’esperienza che ciascuno porta con sé.
Sarà utile fin da ora studiare come recuperare, attraverso l’oratorio, il tema della “Chiesa dalle genti”, coinvolgendo le persone che, proprio in oratorio, possono portare in tal senso un cambiamento.
Mese della pace in oratorio
Nel fascicolo TUTTO CAMBIA abbiamo proposto di costituire un “gruppo di lavoro” in oratorio, come un “tavolo permanente per la pace” che possa avere questi compiti:
– confrontarsi con la Parola di Dio sul tema della pace;
– proporre momenti di preghiera per la pace;
– informarsi e informare sulle cause e la situazione dei conflitti in essere;
– comunicare messaggi di pace che arrivino ai ragazzi e alle loro famiglie;
– proporre laboratori, campagne social e momenti di riflessione.
Anche in vista della Festa della famiglia in oratorio, si potrebbero coinvolgere i ragazzi e le loro famiglie per stilare una “Carta della pace” dell’oratorio che fissi alcuni impegni pratici (ad esempio parole, gesti, atteggiamenti) per fare della pace non solo un tema di riflessione ma un’esperienza quotidiana vissuta in oratorio. Il “tavolo permanente per la pace” dell’oratorio potrebbe farsi promotore di questa scrittura e condivisione.