Continua la nostra corsa dentro Oratorio 2020. Dopo la Settimana dell'educazione e la Messa per gli oratori che hanno dato le parole chiave per individuare i nostri obiettivi, il percorso necessita di ulteriori affondi metodologici e di contenuto. Il nuovo progetto educativo dell'oratorio deve avere l'ambizione della concretezza e dell'avvio di processi che frequentino il cambiamento.
«Un obiettivo senza un piano è solo un desiderio» (Antoine de Saint-Exupéry)
Definire gli obiettivi del progetto educativo dell’oratorio comporta avere un “punto zero” da cui partire e non discostarsi (cfr. punto 5 del poster del percorso per realizzare il progetto educativo dell’oratorio). Ogni obiettivo è il punto fermo da richiamare ad ogni passaggio successivo. Ogni obiettivo ha il suo “fuoco” nella concretezza e nei passi necessari perché ci si sforzi di realizzarlo, rispondendo ad alcuni denominatori che richiamano che cosa, come, quando.
L’Arcivescovo Mario Delpini lo ha ribadito: «Non voglio carte, voglio fuoco. E si deve scrivere una carta sia per accendere». Il fuoco consiste nel mettere in pratica gli obiettivi con una determinazione che forse l’oratorio non ha mai avuto, perché significa investire su un surplus di pensiero e competenza che si riferisce anche alle scienze della formazione e alle scienze umane. Fondamentale sarà definire gli strumenti di attuazione e di verifica. Ogni obiettivo dovrebbe prendere forma in una formula SMART: Specificità, Misurabilità, Attuabilità, Riferimento alla realtà (Realistico), Termine di tempo.
Ogni obiettivo deve includere dunque delle azioni da compiere che siano realizzabili in un tempo preciso e verificabili in step da prevedere, anche per un rilancio. È importantissima la partenza, la prima azione da compiere che dia lo slancio per le successive tappe intermedie. Da dove partiremo dunque? Non dovremo dimenticare di fare i conti con le risorse che abbiamo deciso di mettere in campo e non dovremo mai perdere la visione del sogno che ci ha spinto, in riferimento al Vangelo che ci ha “mandato” per il bene delle giovani generazioni, affidate alla comunità cristiana.
E gli ostacoli? Sono da prevedere perché siano ridotti al minimo. A questo punto della definizione sarà necessaria una stesura di tutti i passi da compiere, perché siano chiari a chi li deve realizzare. Niente deve rimanere in testa o “non detto”, ma possibilmente ogni passaggio dovrebbe essere registrato attraverso la scrittura: riportare con chiarezza quali sono i contenuti di ogni obiettivo, come tradurli in pratica e quando organizzare e programmare. Per questo è utile continuare il confronto nel gruppo di lavoro e nel Consiglio dell’oratorio fino ad una definizione delle azioni che sia condivisa, capita da tutti e che impegni delle persone specifiche. Se possibile, queste sono le fasi in cui una buona comunicazione di quello che si sta facendo nel gruppo, in tutto l’oratorio e alla comunità, può generare consigli, desiderio di fare, serietà per il lavoro, presa in carico e responsabilità da parte dei soggetti, nell’ottica del “camminare insieme”.