Incontri che hanno fatto crescere in condivisione e fraternità, nel modo di volersi bene. Giovani protagonisti dell'"oggi"? Per i giovani del gruppo di Cologno Monzese occorre lasciarsi guidare dall'azione dello Spirito.
don Alessio Mauri, Daniele, Chiara, Cecilia, Giovanni, Ivana, Kiara, Michelle, Luca, Diego, Agnese, Chiara, Sara, Ilaria, Alice, Beatrice, Gaia
Oratorio San Marco - Cologno Monzese
50031 luglio. Alle 5.00 di mattina 17 giovani si ritrovano all’Oratorio di San Marco per partire alla volta di Lisbona, sede della Giornata Mondiale della Gioventù, alla presenza di Papa Francesco.
Tante erano le domande che ci accompagnavano: “Ce la faremo a reggere la fatica del viaggio con i pulmini? Riusciremo a creare quella fraternità che può fare la differenza in un percorso di Comunità pastorale? Siamo pronti per un’esperienza simile?”.
Siamo partiti con due consapevolezze:
-di fronte ad un’avventura simile non è poi così importante “sentirsi pronti”: occorre invece lasciare l’iniziativa allo Spirito di Gesù che è capace di incontrare la nostra vita come vuole lui e non per forza come desideriamo noi!
-il passaggio da fare è questo: dalla trepidazione (che alla partenza è qualcosa di spontaneo) all’entusiasmo, che chiede una partecipazione personale.
Una volta avviati i motori degli automezzi, ci siamo diretti inizialmente a Lourdes e e poi a Burgos. La prima tappa ci ha messi a contatto con un luogo dove abbiamo respirato una fede vera, non devozionistica, fatta di preghiera che veniva dal cuore. La seconda tappa ci ha visti uniti nell’animare in serata una specie di “trenino” improvvisato coinvolgendo anche persone che non si conoscevano: abbiamo iniziato a creare quella felicità genuina da cui, nei giorni successivi, saremmo stati travolti.
L’arrivo a Barcarena, distretto di Oeiras, ci ha visto sbrigare le prime burocrazie per il vitto e l’alloggio e poi ci siamo lanciati nelle varie proposte dell’organizazione.
La Festa degli Italiani ci ha fatto capire attraverso tante testimonianze che l’entusiasmo, veramente palpabile in quella serata, deve trasformarsi in un’azione concreta per far sì che i giovani diventino protagonisti del nostro “oggi” e non nel futuro.
Le catechesi del mattino hanno anticipato e dato risalto ai concetti che Papa Francesco avrebbe poi illustrato nei suoi interventi. I giovani hanno colto maggiormente l’appello a vivere l’esistenza fissando nel cuore il fatto che siamo amati, così come siamo e non come vorremmo essere. Non dobbiamo mai sentirci sbagliati o inadeguati: le nostre differenze ci rendono originali.
Gli incontri, anche quelli occasionali, con giovani provenienti da altri Paesi, ci hanno fatto crescere in condivisione e fraternità. Alcuni ci hanno regalato cose semplici, come un braccialetto, una bandiera, un autografo o un sorriso. Abbiamo respirato un’atmosfera vivace che ha restituito a tutti la capacità di relazionarsi con tutti, avendo occhi per il mondo e non solo per un dispositivo!
Nei due giorni trascorsi presso il “Campo da Graça” per partecipare alla Veglia e alla Messa con Papa Francesco abbiamo dovuto esprimere un forte spirito di adattamento al caldo e al contatto con tantissimi giovani giunti anch’essi per ricevere lo stesso dono di Dio, che è l’amore di Gesù. Non abbiamo ascoltato concetti teologici difficili, abbiamo solo vissuto la grande gioia di accostarci insieme nel silenzio della preghiera e dell’adorazione dopo le bellissime parole dello stesso Papa che ci spronava sempre a rialzarci dopo ogni caduta e ad aiutare gli altri a rialzarli quando capiterà a loro.
Nella Messa Papa Francesco ha proclamato una sorta di “mandato”: cosa portare a casa da questa GMG? Ci sono stati consegnati tre verbi: “brillare” (affrontare i momenti bui della vita), “ascoltare” e “non temere”.
Questi sono i contenuti più “spirituali” dell’esperienza… Lo Spirito ha però operato in noi vivendo molti momenti di gioia intensa, anche dentro la visita delle città toccate lungo l’itinerario.
Abbiamo imparato giorno per giorno a volerci bene. Già questo è un messaggio di speranza.