Le testimonianze dei giovani partecipanti alla GMG della Comunità pastorale Maria Ausiliatrice di Cardano al Campo... tutte da leggere!
Giovani della
Comunità pastorale Maria Ausiliatrice di Cardano al Campo
Di questa GMG mi sono piaciuti molti aspetti.
Anzitutto, nel rapporto con gli altri ho visto un senso di fraternità: ho visto tante persone pronte ad aiutarti e quindi ad “alleggerirti” le giornate.
In secondo luogo, ho notato che spesso nelle cose che si fanno a casa non vedo il tesoro che dona senso a quel fare, invece nelle cose fatte e nei momenti vissuti a Lisbona ho visto era presente un tesoro, un significato grande.
Un altro aspetto su cui ho riflettuto è stato il mio modo di stare insieme agli altri: è cambiato un po’ alla volta mentre trascorrevano i giorni di Lisbona; è cambiato in positivo, è aumentata la voglia di stare insieme e il divertimento.
Inoltre, mi è piaciuto il fatto che tutti i giorni veniva celebrata la Messa e quindi stavo ogni giorno in comunione con Gesù.
Infine, mi è piaciuto quando andavamo in giro per le strade e facevamo vedere la nostra presenza ad altri italiani o stranieri attraverso il canto e la gioia e la voglia di dire: “Noi di Cardano ci siamo!”.
Andrea Bossi
Nei giorni trascorsi a Lisbona nel mio cuore risuonava una frase della canzone “Luce” dei Reale che dice “So che sei nell’amore degli amici che ora ho incontrato”.
Mi riferisco ai miei compagni di avventura: la GMG ha senz’altro rafforzato il nostro legame. Con loro ho, infatti, condiviso senza filtri ogni emozione e fragilità e ho ricevuto conforto, consigli e stimoli a migliorarmi.
Ma mi riferisco anche a quel milione e mezzo di giovani provenienti da ogni parte del mondo, così diversi eppure così uguali perché accomunati dalla fede, da un desiderio di felicità che non si può spegnere.
Mi riferisco a quel milione e mezzo di giovani pronti a combattere per trovare il luogo dove sono chiamati ad amare e a portare la gioia che il Papa ha definito “missionaria”.
Mi riferisco a quel milione e mezzo di giovani che ha capito che non ha senso sperare nella risurrezione dell’ultimo giorno se sulla terra non si è in grado di far risorgere chi è nella difficoltà e ha chiesto al Signore di non far mai mancare la “fretta buona” propria di chi colui che ama.
Insomma, mi riferisco a quel milione e mezzo di giovani che è rimasto in silenzio assoluto davanti all’Eucaristia, una sorta di miracolo per il nostro mondo e, in particolare, per la nostra generazione che del silenzio ha quasi paura.
Martina Aggio
A distanza di qualche settimana, posso dire che la cosa più bella che la GMG mi ha lasciato nel cuore è un senso di felicità e di leggerezza che non provavo da tempo. Vivere giornate così frenetiche ed elettrizzanti insieme a momenti di silenzio e riflessione, mi ha resa consapevole di quanto l’amicizia con Dio debba essere vissuta con entusiasmo pur senza dimenticare i momenti di preghiera e di “veglia” che ci avvicinano a Lui sempre di più.
Dormire sotto le stelle insieme a milioni di altri giovani, ha lasciato in me un ricordo di condivisione di un’esperienza unica e mi ha dato la certezza di non essere mai sola nella ricerca di Dio.
Verdiana Morelli
Riassumere in poche righe quella che è stata la mia esperienza durante la GMG è un po’ complicato. La partenza non è andata esattamente come mi sarei aspettata perché ero un po’ turbata da diversi pensieri, dubbi e domande e ammetto di non aver avuto molta voglia una volta arrivato davvero il momento di partire. Ciò che ho vissuto in quei giorni a Lisbona posso dire che è stato inatteso. Ci sono stati diversi momenti belli; cercherò di riassumere quelli che sono stati forse i più significativi.
Il primo momento è stato durante una delle tre catechesi, la terza precisamente, sul tema della riconciliazione e del perdono. Quella mattina è intervenuto l’Arcivescovo che ha tenuto una riflessione su come non fare un esame di coscienza, in vista anche del momento delle confessioni che seguiva. Ho sempre avuto un rapporto un po’ altalenante con la confessione, da una parte perché è difficile concepire che c’è Qualcuno disposto a perdonarti sempre, e dall’altra perché faccio fatica, a volte, ad andare oltre a quello che definisco un “elenco della spesa”, cioè un dire una lista di peccati senza capire nemmeno bene il senso dell’andare a confessarsi. E quindi, durante quel mio periodo un po’ di crisi, per qualche mese ho smesso di andare a Messa e a confessarmi, o se ci andavo lo facevo molto svogliata e senza nemmeno sforzarmi di capire cosa venisse detto. Al termine della catechesi abbiamo recitato insieme il salmo 103 di cui mi è rimasto impresso il passo “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia” e non so come spiegarlo ma mi sono sentita voluta bene per quella che sono e per i miei sbagli e sono riuscita a fare una confessione bella e sincera. Inoltre, mi ricordo che quella mattina mi aveva molto commosso una frase dell’arcivescovo: “Lui continua a bussare alla tua porta anche quando continui a dirgli di no”. In quel momento mi sono resa conto che Gesù trova sempre un modo per arrivare a te attraverso una frase, una parola, un incontro con una persona nuova o la riscoperta di un rapporto con qualcuno che già conoscevi. Non dobbiamo avere paura di seguire i segni giusti, perché Lui ha a cuore il nostro bene.
Un secondo momento bello è stato durante la Veglia di sabato sera. Mi ha colpito tantissimo il silenzio che regnava durante l’adorazione, nonostante fossimo un milione e mezzo di giovani. Mi sono accorta che noi non siamo mai davvero soli. E anche quando ci sembra di essere diversi dal resto dei giovani e dal modello che promuove la società di oggi, non dobbiamo temere di andare controcorrente perché vale la pena di vivere per qualcosa di grande ed è ancora più bello farlo con i propri amici. Io mi accorgo proprio di essere più contenta.
Anche il terzo momento che vorrei ricordare è stato durante la Veglia. È stato molto bello il discorso del Papa a noi giovani. Mi ha colpito molto una sua frase: “Nella vita non si può sempre fare quello che si vuole, ma dobbiamo fare quello che la vocazione che abbiamo dentro – e ognuno di noi ha la propria vocazione – ci porta ad essere”. In quel momento è stato un po’ come se il Papa mi stesse parlando personalmente. Mi ha toccato molto il fatto che il Papa ci abbia ricordato che tutti abbiamo una vocazione, specialmente in questo momento in cui sto facendo un po’ di fatica con l’università e mi spaventa non sapere cosa voglio fare una volta finita.
Infine, un’ultima cosa che mi ha colpito, accaduta al rientro dalla GMG però, è stata vedere come tante persone, anche non credenti, mi abbiano chiesto come fosse andata o semplicemente che si erano ricordati di me guardando un servizio al telegiornale. E mi colpisce perché ti accorgi come non riguardi solo i giorni che vivi alla GMG, ma soprattutto il dopo, la quotidianità. È facile farsi prendere dai momenti vissuti sul posto, dalle forti emozioni, ma è importante, secondo me, adattare quello che si è vissuto durante un’esperienza del genere alla realtà che ci aspetta al ritorno a casa e arricchirla, condividerla! Perché alla fine, come diceva Benedetto XVI, la fede è un dono che ci è dato perché venga condiviso! Questo è il mio desiderio!
Beatrice Bolognini
La GMG è stata un’esperienza che mi ha segnata nel profondo, mi ha fatto provare emozioni e sensazioni che non pensavo di poter provare nei confronti della fede.
Un’avventura durata dieci giorni vissuti con grande gioia ed entusiasmo attorno alla figura di Dio e di Papa Francesco.
Le riflessioni, gli interventi, i momenti di preghiera e il contesto in sé mi hanno illuminato la mente e riscaldato il cuore, tramutando in me una forza di volontà di far crescere ancora di più nella fede in Dio.
Ciò che mi ha colpito è stata la quantità di gente che era riunita a Lisbona per sentire le parole del Papa e per pregare insieme da cristiani.
Rossella Perna
Dopo questi giorni successivi alla conclusione della GMG sono ancora impressi alcune immagini e momenti indimenticabili di questa esperienza. Tutti i giorni vissuti a Lisbona con tutto il gruppo dei ragazzi sono stati sempre molto significativi, però ci sono alcuni istanti che spiccano più degli altri. Il primo momento che mi ha segnato è stato durante la festa degli italiani ed è stato il discorso di don Ciotti, sacerdote che per gran parte della sua vita ha combattuto contro le mafie, e che in quella serata ha fatto un discorso molto deciso in cui voleva spronare noi giovani a prendere atto che non siamo il futuro, ma il presente e quindi dobbiamo iniziare a fare le cose e non aspettare ad agire. Inoltre significativa è stata la riflessione che ha fatto sulla fede nei ragazzi, che molto più frequentemente vivono una vita lontana da Dio e la Chiesa, per questo ha voluto sottolineare l’importanza di non sentirsi degli emarginati, o meglio ancora come ha detto lui stesso una mosca bianca, per la scelta che facciamo di credere perché gli altri dovranno accorgersi della gioia che questa ci porta.
Un momento che mi ha lasciato a bocca aperta e che mi ha colpito in maniera diversa è stata la giornata della veglia in cui milioni di giovani come me hanno aspettato per ore sotto al sole l’arrivo del Papa. Questo mi ha fatto capire quanto sia forte la fede nei giovani e quanti giovani di tutto il mondo con tutte le loro bandiere credano in Dio. Poi la riflessione del Papa la mattina dopo mi ha incredibilmente colpito con le tre parole: brillare, ascoltare e non temere. Infine il Papa ha voluto ricordarci che nella vita solo l’amore di Dio è gratuito e di non dimenticarlo mai.
Questa esperienza è stata arricchita anche dalle testimonianze di coloro che hanno fatto parte del nostro gruppo e che venivano da oratori diversi, grazie a queste condivisioni di vita ho potuto ascoltare in prima persona cosa voglia dire vivere e trovare la propria vocazione, che alla fine è lo scopo che questa GMG aveva per tutti noi ragazzi.
Giacomo Zocchi
Se dovessi definire questa mia prima esperienza di Giornata Mondiale della Gioventù potrei utilizzare aggettivi, suoni e colori.
Sì, credo che in GMG uno possa comprendere di non essere uno solo ma parte di una grande cerchia di ragazzi e coetanei che condividono e testimoniano una grande gioia e la manifestano grazie a Dio che è un po’ il “fil rouge” di tutta questa grande bellezza.
Spesso agli occhi di molti ragazzi coetanei noi siamo i “ragazzi che vanno in oratorio” oppure più semplicemente degli “sfigati”… Invece non è così, noi siamo giovani pieni e felici e in GMG si riesce a percepire meglio questo soprattutto grazie all’atmosfera e alla quantità di persone, accomunate da un forte desiderio di felicità e di voglia di scoprire qualcosa dell’altro, del diverso ma uguale a noi.
Molti incontri con persone di gruppi diversi dal nostro e che hanno raccontato un po’ la loro vita fa riflettere molto sulla propria vocazione e l’atmosfera ha aiutato e incentivato a pensare a questo punto focale della nostra vita, ossia la nostra vocazione.
Insomma, se non si fosse capito io mi sentivo fratello e sorella di chiunque mi trovavo di fianco.
Una della cose più belle era creare dei cori per identificarci come italiani, incontrare gli altri e chiedere di dove fossero e da dove venissero, scambiare qualche gadget oppure qualche chiacchiera.
Oltre all’atmosfera in cui si percepiva una certa grande presenza, sono state interessanti anche le catechesi. Il pensiero dell’Arcivescovo Mario Delpini fa riflettere molto. Lui risponde alla domanda su quale sia il suo sogno e la risposta è abbastanza forte e decisiva: essere in un popolo che cammina cantando la preghiera del Magnificat.
Io ho cercato di pensare e riflettere su quale sia il mio sogno e in effetti, il Magnificat parla chiaro sulla via da percorrere che è la via che salva.
Quindi come possiamo cantare noi a modo nostro e anche in questo la risposta viene data: ripudiando la guerra e vincendo il male con il bene.
Poi l’Arcivescovo ha aperto una grande mia paura che è quella della confessione, spesso non voglio andare dal prete che conosco perché ritengo che poi possa giudicarmi, ma la confessione è tutt’altro, non è un ossessione di autoaccusa ma un dialogo sincero con Dio dove io porto la persona che sono piena di mille difetti avendo però anche la consapevolezza di essere accettata così.
Inoltre dovrebbe essere anche un momento di confronto e aiuto per la nostra vita e ancora più importante per la nostra vocazione.
Toccante anche la testimonianza di Margherita riguardante la sua vita e soprattutto mi ha colpito il suo sorriso dato dal fatto che Gesù è entrato nella sua vita.
Il momento della veglia è stato un altro punto focale: il Papa è stato puntuale, preciso e semplice.
Il vero traguardo non è cadere ma non rimanere caduti, è importante rialzarsi e aiutare ad alzarsi.
E inoltre, occorre far fatica per avere successo perché nulla è gratis.
Il Papa mi ha dato un grande compito da portare a termine ovvero quello di non cedere alla stanchezza ma di andare avanti nella speranza che Dio ci sarà sempre.
Spesso nella vita arrivano dei fallimenti che mi portano a cadere e a non riuscire a reagire e rialzarmi, perdo la fiducia nella persona che sono e penso di non farcela ma ora ho ben presente questa frase è cercherò di ricordamela più spesso.
Inoltre, sentirmi dire questa frase dal Papa mi fa sentire meno diversa, perché non sono sola, so di non essere l’unica in quella situazione.
Il Papa ha poi predicato alla messa e anche lì ha parlato molto esplicitamente e con grande sicurezza.
Ha detto a noi giovani di: brillare, ascoltare e non temere.
Brillare: il Papa ha chiesto di brillare, di amare senza limiti e come Gesù ha amato noi perché solo così si può risplendere di luce vera.
Ascoltare: questo penso sia uno dei punti più difficili da compiere per me, io faccio molta fatica ad ascoltare e a lasciarmi trascinare soprattutto dalle parole di Gesù, forse perché spesso è difficile capirle o forse perché mi chiedo troppo poco spesso: ma a me, cosa vuole dire Lui?
E in questa GMG ho cercato di portare molta più attenzione, di rimanere molto concentrata, di lasciarmi attraversare dalle sua parole.
Ho pregato tanto per rimanere concertata, ho chiesto il suo aiuto riguardo alla mia vocazione e al mio futuro e quindi a quello che mi aspetterà domani.
Mi chiedo spesso se le mie relazioni con gli altri stiano crescendo, se sto costruendo qualcosa di davvero grande con i miei amici.
Inoltre, per ascoltare meglio Gesù e dargli più spazio ho deciso di andare a Messa più volte alla settimana a partire da questa GMG e devo dire che mi serve molto.
Non temere: penso sia un grido fortissimo per noi giovani, personalmente mi ha toccato forte soprattutto perché ho sempre di più la certezza che Gesù conosce tutto di me, sa le mie paure, i miei fallimenti e successi ma nonostante questo mi dà una grande speranza e mi dice di non avere paura! Di avere speranza!
E vedere tutti quei giovani che ascoltavano mi da tanta sicurezza, tanta speranza in Dio.
Ho capito che lui c’è, è presente, e tutti quei ragazzi presenti, che hanno fatto tutta quella strada fino a Lisbona per lui fa arrivare a dire che non dobbiamo avere paura e che Lui c’è!!
Ciò che mi ha fatto commuovere è stata la quantità di gente commossa per il Papa e le sue parole, e personalmente mi sono commossa anch’io parecchie volte perché toccata su molti dei miei punti deboli. Insomma, la GMG ti apre il cuore a 360 gradi, ti fa commuovere, ti fa sorridere e scoprire tante persone diverse ma uguali.
Bellissimi sono stati questi giorni, soprattutto condivisi anche con persone a cui voglio un sacco di bene e persone che invece ho conosciuto sul pullman parlando.
Esperienza da rifare!! Fa crescere sia di testa sia di cuore ma anche riguardo all’adattamento e allo stare con gli altri!!
Chiara Cefariello
Credo che questa GMG sia stata una delle esperienze più belle della mia vita, sia dal punto di vista spirituale sia dal punto di vista comunitario e culturale.
Credo che uno degli aspetti più belli di questo pellegrinaggio siano state le amicizie e le conoscenze che abbiamo fatto in quei dieci giorni, sia tra noi ragazzi del Decanato, sia con i volontari della scuola o le persone provenienti da tutto il mondo.
Un’altra esperienza che porterò sempre nel cuore è senza dubbio la giornata che abbiamo trascorso a Fatima e in particolare la camminata in ginocchio recitando il Rosario perché credo che mi abbiano permesso di riflettere e di pregare in un modo molto profondo e particolare che non credevo così bello.
Ma, senza dubbio, i momenti più importanti e stravolgenti del pellegrinaggio sono stati il pomeriggio prima della Veglia e il momento dell’Adorazione durante la Veglia; il primo mi ha colpito molto perché mi ha fatto rendere conto di come nessun politico, VIP o qualunque altro ente sarebbe in grado di radunare un milione e mezzo di persone in uno stesso luogo, cosa che invece il Papa e la Fede sono riusciti a fare. Invece durante l’Adorazione della Veglia mi ha lasciato sbalordito il silenzio assoluto che nell’arco di pochi secondi si è creato nonostante ci fossero un milione e mezzo di persone.
Tutto questo mi ha portato a pensare, e anche rivalutare, l’importanza di Dio e della preghiera nella mia vita, perché ho capito che se così tante persone sono state disposte ad impiegare il loro tempo in questo modo probabilmente significa che credere e vivere bene la Fede sia veramente stravolgente per la vita di ognuno di noi.
E quindi mi chiedo: perché non dovrei vivere così anch’io?
Federico Sironi
Dopo aver percorso Santiago e la Terra Santa, è arrivata anche la GMG. Era un’esperienza che mi attraeva moltissimo, ma al tempo stesso mi lasciava qualche dubbio. Tuttavia, sono contento di essermi sbagliato. Sono stati dieci e passa giorni in cui noi ragazzi di Cardano ci siamo potuti conoscere più a fondo, ma non solo: abbiamo legato con nuove persone (che ora possiamo chiamare amici) di altre parrocchie, tutti ricchi di fede e negli occhi la gioia di vivere, vivendo insieme un’esperienza incredibile e toccante. Visitare l’incanto e le meraviglie di Lisbona, assistere alle catechesi (specialmente con l’Arcivescovo Mario Delpini), vedere la semplicità e l’amore della piccola Fatima, partecipare alla Veglia e alla Messa con Papa Francesco, conoscere e parlare con i ragazzi di tutto il mondo sono state per me fonte di grande stima (e gioia), di appartenenza e accoglienza. Non so come, ma nel legarmi con loro mi sono sentito come parte di una piccola famiglia…. e ancora adesso ci ripenso sempre. Tanti sono stati i momenti vissuti; mi hanno colpito le parole del Papa durante la veglia e all’Omelia, che ha lasciato a noi giovani un messaggio di incoraggiamento e di speranza: A voi che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi che a volte pensate di non farcela, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi forse inadeguati. A voi che volete cambiare il mondo e che volete lottare per la giustizia e la pace. A voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: “Non temete!”, “Non abbiate paura!”.
Mi sono riconosciuto in queste parole, perché, a ventidue anni, sto finendo gli studi e sto cercando lavoro, ho voglia di mettermi in gioco e di guardare oltre. Mi piacerebbe essere d’aiuto alla comunità in qualche modo, eppure non vedo ‘molta’ luce nel mio futuro. Ma dopo questa esperienza, non ho assolutamente intenzione di tenere tutta la gioia vissuta solo per me: voglio condividerla. Mi ha davvero sorpreso come la GMG di quest’anno abbia coinvolto ben un milione e mezzo di giovani e di come ci sia stata tanta bellezza e meraviglia negli occhi di tutti loro! Pochi mesi fa ho girato il mio corto di diploma che parla di una giovane ragazza alla ricerca della sua identità nel mondo della danza… e questo viaggio ha reso per me il messaggio ancora più chiaro, perché penso che siamo tutti chiamati a una missione in questa vita che ci è stata regalata e donata da un amore ‘gratuito’ e siamo noi gli artefici di quello che vogliamo fare. Ma per farlo serve tanta devozione, amore e carità.
Tra tutte le esperienze che ho vissuto ad oggi, penso che la GMG entri di diritto nella mia TOP 3 e che sarà impossibile dimenticare. Ringrazio tantissimo Papa Francesco per questo momento di pace e di incontro tra noi giovani (ci ha dimostrato che l’amore è più forte della guerra), e don Samuele per essere stato il nostro padre spirituale e per averci proposto questa splendida occasione di riflessione, di vita, di gioia, di condivisione, di Paradiso e di follia allo stato puro. Grazie ai miei compagni di viaggio e di Oratorio e a tutte le persone che hanno reso possibile tutto questo. Ora sarà meglio mettersi al lavoro, perché a Seoul 2027 manca ancora tanto. Boa sorte e não se preocupe. Obrigado!!!
Pietro Vedovato
Per essere la mia prima GMG direi che l’ho vissuta con un entusiasmo pari a quello dei giovani presenti, diverso solamente nel non aver urlato o saltato come loro ma vissuto più nel cuore e nella mente. Non sono riuscita a pregare durante i momenti liberi ma la confessione fatta in quel contesto sicuramente è stata uno stimolo e un impegno per il mio futuro. Per quanto riguarda Elena e Luca, il vero motivo della nostra presenza, anche per loro è stata un’esperienza intensa nella partecipazione , ricca di incontri e di occasioni di relazione con gli altri. Hanno affrontato le stesse fatiche degli altri ragazzi, anche grazie alla presenza attiva di Marta, partecipando a tutte le proposte. Quello che è rimasto nel loro cuore non lo conosciamo ma sicuramente laG MG ha lasciato in loro un’impronta per la loro maturazione.
Daniela Mondin
Partecipare alla GMG a settantadue anni non è di tutti, ma in fondo ero in buona compagnia (dal Papa a Cardinali e Vescovi e altri adulti). La nostra presenza era prevista per dare la possibilità a Elena e Luca di vivere una esperienza eccezionale, ma è diventata INCONTRO anche per noi. Abbiamo vissuto l’intenso calore e colore di una Chiesa in cammino; abbiamo ascoltato Papa Francesco che ci invitava – come Maria che ha appena saputo dall’angelo di essere incinta e si mette in viaggio per aiutare la cugina Elisabetta – ad ALZARCI e a metterci in viaggio in fretta. Abbiamo vissuto una via Crucis nella quale il Papa ci ha chiesto: “Tu piangi qualche volta? E perché piangi?”.
Abbiamo vissuto la Adorazione Eucaristica: in quei minuti un milione e mezzo di giovani hanno creato un silenzio assoluto ma intenso: un silenzio ricco di preghiera, ascolto, invocazioni.
Sono momenti unici, che il Signore ci ha donato e che abbiamo condiviso con la Chiesa giovane e pronta a “levantete” a “alzati e vai”… “lieto verso l’Alto e verso l’altro”.
Grazie al Signore, e grazie ai giovani e agli accompagnatori del decanato che hanno accolto Elena e Luca e ci hanno permesso di vivere questa GMG.
diacono Enrico Aspesi
Ho iniziato l’esperienza della GMG con molte aspettative, ma allo stesso tempo senza sapere cosa aspettarmi realmente nonostante tutta la preparazione dei mesi precedenti. Ciò che mi ha colpito fin da subito è la quantità di persone che incontravamo. Nonostante le nostre comunità non siano così piccole e fossimo in più di venti persone di Cardano a partecipare al viaggio, vedere tutte quelle persone provenienti da tutto il mondo essere lì, per il mio stesso motivo, mi ha fatto veramente sentire parte di un’unica Chiesa. Questo fatto è ancora più incredibile pensando ai sacrifici che tutti i partecipanti hanno dovuto affrontare per potersi permettere il viaggio e nei giorni della GMG stessa. Inoltre sapere che i più grandi eventi a pagamento, come concerti o manifestazioni sportive, hanno un pubblico di massimo qualche centinaio di migliaia di persone, mentre un evento economicamente, fisicamente e intellettualmente molto più impegnativo è riuscito a riunire milioni di persone, mi ha fatto capire ancor di più che sia innegabile che ci sia qualcosa di più grande di noi il quale ci spinge a tutto ciò. Nulla di artificiale, per quanto trasversale come la musica o lo sport, che richieda un minimo sacrificio riesce a calamitare così tante persone e proprio questo penso che quel qualcosa che di cui parlavo prima sia un Qualcuno che di umano ha veramente poco.
Una delle esperienze che più mi ha fatto riflettere è il discorso del Papa alla Messa del mattino dopo la Veglia. Il Papa ha messo in evidenza tre espressioni: brillare, ascoltare e non temere. Quello che ho sentito più vicino a me è il terzo aspetto. In particolare il discorso riguardo a questo aspetto riprendeva le parole di Gesù che nel brano di Vangelo della trasfigurazione diceva agli apostoli di non temere quello che stavano vivendo e vedendo. Proprio collegandosi a questo Francesco ha esortato noi giovani a non temere per il nostro futuro e soprattutto di non temere di disilludere le aspettative che, i nostri familiari e il mondo, hanno su di noi. Questo aspetto penso che sia molto importante per noi giovani in un periodo come quello attuale in cui sempre più ragazzi si sentono inadeguati, incapaci di raggiungere certi obbiettivi o certi esempi che vengono posti davanti in maniera errata, forzando i giovani in strade che non sono quelle giuste per loro.
Federico Fontana
Prima GMG. Prima esperienza. Che dire? Tanta roba. Mi sono trovato in una città del mondo, in questo caso Lisbona, insieme ad un milione e mezzo di giovani provenienti da diverse nazioni del mondo accomunati da un unico desiderio: l’incontro con Gesù.
Descrivere la GMG con poche parole non è facile, ma già la frase scelta come motto: “Maria si alzò e andò in fretta” racchiude un grande significato: anche noi giovani, come Maria, ci siamo alzati e siamo andati incontro al Signore. Quindi, l’invito, che viene rivolto a tutti noi giovani, è proprio quello di non farsi abbindolare dalle più insignificanti distrazioni, ma di “alzarsi e andare”.
È proprio partendo da questo invito e riprendendo le parole del Papa, che noi giovani dobbiamo “brillare” senza avere timore del giudizio altrui.
Le emozioni vissute sono state tantissime, ma la cosa che più mi ha segnato di questa esperienza è stato il silenzio tombale che è calato durante il momento di adorazione durante la veglia del sabato sera, una cosa non scontata per la quantità di persone lì radunate.
In conclusione, la bellezza di tutto ciò che è stato vissuto e provato, ne ripaga cento volte tanto la fatica di quei giorni, anche perché dormire per terra non lo consiglio a nessuno.
Almeno una volta nella vita, tutti devono vivere questa esperienza!
Andrea Bocchi
Partecipare alla GMG è sempre un dono della grazia, averne vissute due lo è ancora di più!
Dopo aver vissuto la GMG a Cracovia appena si è presentata la proposta per la GMG di Lisbona non ho esitato un attimo, desideravo proprio esserci!
Anche questa volta la GMG mi ha lasciato grandi segni nel cuore.
Persone: l’incontro, la conoscenza e il confronto con i ragazzi anche degli altri oratori mi ha aiutato ad arricchirmi nel mio cammino di fede con emozioni da ricordare!
Condivisione: di gioie, fatiche, momenti di sconforto ma anche di grandi entusiasmi con un’unica immensa certezza: eravamo lì per Lui.
Un milione e mezzo di ragazzi assetati del suo amore (dopo lunghi viaggi!!) disposti a caricarci e a essere testimoni della sua parola verso il prossimo.
Maria: incontrare la Madonna di Fatima è un’emozione indescrivibile, ti rendi conto proprio come Maria sia nostra Madre, ci protegge con il suo manto, ci sostiene e ci accompagna nel nostro cammino di vita e di Fede.
Papa Francesco: Nonostante le sue difficoltà fisiche non ha voluto rinunciare a questo incontro mondiale con i giovani. È stato lui stesso testimone dell’importanza di questo incontro dandoci forza e incoraggiandoci alla Fede.
Durante la Messa ha usato tre parole chiave: brillare, ascoltare e non temere.
Grazie Papa Francesco e grazie a tutta la comunità che ci ha accompagnato e sostenuto per rendere possibile questo viaggio! Vi ho portato nel cuore e vi ho ricordato nella preghiere.
Martina Tomasoni
Come poter riassumere l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù in poche righe? Mi sembra che le parole migliori per riassumere ciò che porto nel cuore dopo questi giorni portoghesi siano quelle che Pietro rivolge a Gesù Trasfigurato, proprio nel brano di Vangelo proclamato durante la S. Messa di chiusura della GMG presieduta dal Santo Padre (Mt 17; 1-9). Gesù è trasfigurato e appare ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni nella verità della Sua gloria. Pietro, quasi intimidito, si fa portavoce dei sentimenti dei suoi compagni e rivolge al Signore una parola semplice, ma carica di sincerità e di affetto: “Signore, è bello per noi essere qui!”
Sì, è stato proprio bello per noi – per me in primis! – esserci, stare tra gli amici, stare con il Papa, stare davanti a Gesù Vivo e Presente nella Sua Chiesa. Ecco, la mia esperienza di GMG è stata l’esperienza di Pietro davanti al Signore Trasfigurato; è stata il suo stupore per essersi sentito scelto, per essersi sentito amato, per essersi sentito raggiunto dalla Sua Luce. Ma, allo stesso tempo, la mia esperienza di GMG è stata anche la risposta di Pietro, il suo entusiasmo, il suo arrendersi alla bellezza della presenza del Signore nella sua vita, la sua gioia missionaria – come ci ha rammentato Papa Francesco – che non ha potuto trattenere. Così anche io, provando a rileggere e fissare nella mente e nel cuore i giorni passati a Lisbona, non posso trattenere la gioia di esclamare che è stato proprio bello per me essere lì.
È stato bello anzitutto perché sorprendente. Certamente, tutti alla partenza nutrivamo delle aspettative rispetto a quello che avremmo vissuto nei giorni successivi. Tuttavia, essendo per la maggior parte di noi la prima GMG, non potevamo dirci realmente preparati a quello che ci sarebbe accaduto. Ed è stato bello così. Anche Pietro, preso da Gesù e condotto sul monte, non avrebbe mai potuto immaginare ciò che gli stava per accadere – ed è stato bello così. La stessa dinamica è accaduta anche a noi giovani, convocati a Lisbona da Gesù attraverso l’invito del Papa, di Pietro forte della sua esperienza, come a dirci: “Cari giovani, lasciatevi sorprendere da Gesù, non arginatelo dalla vostra vita costruendo le barriere dell’aspettativa e del pregiudizio, ma state alla Sua presenza e gustate quanto è bello!”
È stato bello perché, come Pietro sul monte della Trasfigurazione, non ero solo. Insieme a Pietro c’erano Giacomo e Giovanni; insieme a me c’erano gli amici con cui ho condiviso le tappe più importanti della mia crescita personale e di maturazione nella fede. Ed è stato bello, perché il nostro stare insieme era come avvalorato da un significato più profondo, riempito da una Presenza più vera. Non eravamo lì per trascorrere qualche giorno di vacanza, ma c’eravamo per cercare Gesù, la Via, la Verità e la Vita delle nostre esistenze. E questo non c’è stato bisogno di dircelo con altisonanti dichiarazioni di intenti iniziali, ma si è reso subito tangibile dall’intensità della nostra preghiera insieme, dalla volontà condivisa di cercare una Ragione per cui spendere la vita. Sì, le nostre amicizie trovano la loro forza anche – e forse soprattutto – dal nostro rapporto con Gesù, dalla qualità della nostra preghiera e dalla scelta di fare di Gesù il centro della vita. Ed è stato molto bello aver potuto sperimentare – o meglio riscoprire – anche una tale dimensione di amicizia.
È stato bello anche perché, oltre agli amici di Cardano, erano con noi all’incirca un milione e mezzo di altri giovani di tutto il mondo. Come i tre apostoli non erano soli davanti a Gesù ma con loro c’erano Elia e Mosè, così noi abbiamo condiviso l’esperienza della GMG con tanti altri giovani. La GMG è stata realmente un’esperienza di Chiesa: e quanto è bella la Chiesa quando nella diversità delle lingue, delle tradizioni, dei carismi e delle vocazioni si fa testimone del Signore e segno visibile della Sua presenza nel mondo. Credo, infatti, che questa sia l’immagine di quei giorni che più mi rimarrà impressa per la vita: la distesa infinita di bandiere che coloravano il Campo della Grazia (il luogo in cui si è svolta la grande veglia con il Papa) e le diverse voci che intonavano canti in tutte le lingue del mondo: è questo il vero volto della Chiesa, una Chiesa gioiosa ed entusiasta che non si stanca di testimoniare al mondo la Bellezza di Gesù e la convenienza di accoglierlo nella vita.
Ed è stato bello infine perché siamo stati con Gesù, faccia a faccia, proprio come Pietro sul monte. In tutti i momenti, nelle catechesi come nei momenti di festa, nel Sacramento della Riconciliazione come nel tempo passato a scambiare gadgets e foto con gli altri, durante la celebrazione della Messa come nel dialogo con una persona incontrata cinque minuti prima e magari proveniente dall’altra parte del mondo, in tutti questi momenti c’era Gesù, c’era perché tutti eravamo lì per incontrarLo. Una menzione speciale la merita l’Adorazione Eucaristica tenutasi durante la Veglia. Ecco, il silenzio prolungato in cui ci siamo immersi tutti in quel momento davanti a Gesù-Eucarestia dice della sete di Bello, di Buono, di Vero che coltiviamo per la nostra vita; dice del desiderio di Dio che ciascuno ha nel cuore. Per me quel silenzio è stata la testimonianza più alta ed eloquente della Presenza di un Dio che si compromette con la nostra vita, tanto da sceglierci, amarci e chiamarci a stare con Lui.
“Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete!” Così si conclude il Vangelo della Trasfigurazione, con quest’invito a lasciarsi scalfire da Gesù e a mettere da parte le paure per farsi portatori del Suo messaggio. È questo un invito che fa eco alla decisione di Maria che si alzò e andò in fretta a far visita alla cugina Elisabetta. Occorre dunque alzarsi e andare in fretta in questo mondo sempre più disinteressato per far conoscere Gesù, per dire che con Lui la vita è più bella e ha più gusto. È questo l’invito che mi sono sentito direttamente rivolto alla fine di un’esperienza che forse è stata la più bella della mia vita.
Lorenzo Loche
Lisbona è stata un’esperienza unica che rifarei altre cento volte (forse meno solo a motivo del cibo). Mi ha scosso veramente, mi ha fatto molto effetto la veglia, che mi ha fatto emozionare molto: ho provato un qualcosa di strano dentro di me che faccio fatica a descrivere, ma era molto forte e molto bello ciò che sentivo. Inoltre ripensare a quanti eravamo e tutte quelle persone lì con lo stesso scopo è un qualcosa di incredibile.
Emanuele Pagani
Cos’è la GMG? Come spiegarlo a parole? Proverò lo stesso a far capire quanto compresa mi sono sentita di fronte alle parole del Papa, quando un milione e mezzo di giovani sono rimasti in silenzio per ascoltare cosa aveva da dirci. La sensazione di essere parte di quel milione e mezzo, di essere una piccola goccia in un mare di altre gocce, mi ha a dir poco sopraffatto. Descrivere cosa si prova quando ti giri al tramonto e vedi una marea di persone, che sono lì per lo stesso motivo, che vogliono le stesse cose, è praticamente impossibile. È una di quelle esperienze che bisogna vivere per capirle (un po’ a dire provare per credere).
E dopo una settimana di fatiche in giro per Lisbona, dopo ore interminabili di autobus, dopo pasti discutibili e una stanchezza incredibile, sei arrivato di fronte al Papa.
Allora ti fermi a riflettere, al buio e sotto le stelle, mentre il papa parla. E riflettendo ti rendi conto che hai capito qualcosa di nuovo, che cammin facendo hai scoperto un altro punto di vista, ti si è aperta una nuova prospettiva. Se avrete mai la possibilità di partecipare a una GMG, FATELO. È una cosa talmente grande, che lascia talmente tanto, che è difficile da spiegare a parole. Perché alla fine si ricordano le cose stupide, ma anche le cose grandi. Quegli eventi che ti hanno un po’ cambiato la vita, seppur nel loro piccolo. E allora ricorderai il prete-deejay che ti ha svegliato alle sei e mezza di mattina con la musica techno, la schiena a pezzi perché hai dormito per terra una settimana, le docce (che per raggiungerle serviva una navetta). Ricorderai le colazioni senza cucchiai, condividere un bagno in dieci, i cori. Ma ricorderai anche tutti i volti conosciuti per strada, l’atmosfera in città e durante gli eventi, la catechesi; quel tramonto indimenticabile e le parole del Papa, che ti dice brilla, ascolta, non temere.
Sofia Gallatis
L’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù e stata unica e straordinaria.
Unica, perché una settimana così piena di persone, fatiche, riflessioni, divertimento e preghiera è irripetibile.
Straordinaria, proprio perché queste esperienze le abbiamo vissute “fuori dall’ordinario”. Non eravamo coi nostri soliti amici; non vivevamo le solite fatiche quotidiane; non abbiamo riflettuto solo sui soliti temi. L’impatto della GMG è proprio dovuto al fatto che si vive tutto in un modo straordinario, dalle semplici docce (per cui dovevamo prendere un pulmino che ci portasse alla piscina comunale), all’adorazione eucaristica vissuta insieme a 1,5 milioni di cristiani da tutto il mondo. E molti elementi mi hanno fatto pensare alla straordinarietà di questa esperienza.
Prima di tutto, il tempo. Vivere ogni momento così intensamente, senza lasciare momenti vuoti, mi ha insegnato a dare il giusto tempo alle diverse attività.
In secondo luogo, le persone. La caratteristica principale della GMG è il clima di fratellanza e solidarietà che si viene a creare tra perfetti sconosciuti, per il semplice fatto che siamo tutti cristiani ed eravamo a Lisbona per incontrare Gesù.
Vivere la fede cristiana in un ambiente così diverso e con così tanta gente diversa è un modo per essere cristiani in modo straordinario, vivere la chiesa in modo straordinario e poter vedere la gioia che può portare Cristo.
Luca Giola
Ringrazio il Signore di questo ulteriore dono che ha fatto alla mia vita: Lisbona 2023 è stata per me la sesta Giornata Mondiale della Gioventù!
Sono stati giorni di fede, di preghiera, di gioia; ho visto i ragazzi di Cardano e del decanato di Gallarate partecipare con serietà ed entusiasmo alle varie proposte.
Desidero ringraziare questi giovani per la loro presenza, la disponibilità, la simpatia, la testimonianza che hanno lasciato.
Avendo letto le loro riflessioni, vi sarete accorti della loro ricchezza interiore, e di quanto il Signore operi meraviglie nel cuore e nella vita di chi lo accoglie con generosità e fiducia.
Per dirvi quanto intensa sia stata la partecipazione dei ragazzi e quanto a tratti mi abbia stupito, vi riporto il messaggio che ho scritto ai giovani di Cardano qualche ora dopo la conclusione della Veglia di sabato 5 agosto: “Cari ragazzi, voglio condividere con voi una mia sensazione e un pensiero legati alla Veglia di ieri sera. Vedere voi e un milione e mezzo di giovani fare silenzio assoluto e pregare in ginocchio davanti a Gesù Eucarestia è stato qualcosa che mi ha commosso. Ed è stato meraviglioso! Gesù è vivo, Gesù è presente, Gesù è vero, Gesù cambia in meglio la vostra vita! Lasciatevi amare da Gesù, amatelo, imitatelo, portatelo a tutti. Buona Domenica e Buona Messa. Grazie della vostra fede! Coltivate sempre la relazione con Gesù nella comunione della Chiesa!”.
Non so perché, ma varie volte a Lisbona mi è tornata in mente la mia prima GMG: Parigi 1997.
Forse perché molti dei ragazzi presenti erano alla loro prima GMG; forse perché la “vecchiaia” mi porta più facilmente a tornare ai ricordi di gioventù; o forse, più semplicemente, perché Parigi 1997 fu per me un’esperienza stupenda, di amicizia, di incontro vero con il Signore Gesù, di stupore per la bellezza e la ricchezza umana e spirituale di Santa Madre Chiesa.
Avevo diciotto anni e con alcuni amici ed amiche della parrocchia San Fruttuoso di Monza avevamo non solo ammirato le meraviglie di Parigi, ma anche scoperto il volto giovane, gioioso, profondo della Chiesa: famiglie francesi che ci avevano ospitato con affetto nelle loro case, giovani da tutto il mondo con i quali si poteva ridere, ballare, conoscersi, e insieme ritrovarsi fianco a fianco a pregare intensamente con loro in ginocchio alla Via Crucis o davanti all’Eucarestia, ad ascoltare con attenzione le parole di Gesù e del Papa e dei vescovi.
E io, ragazzotto che a settembre avrebbe iniziato l’ultimo anno delle superiori, ero già da qualche tempo in ricerca vocazionale: sentivo la gioia della fede in Gesù, la sua presenza affettuosa ed autorevole, e sempre più mi interrogavo su cosa fare della mia vita, e se donare a Gesù e al mio prossimo tutta questa mia vita.
Il carisma e le parole stupende di San Giovanni Paolo II (il suo invito ad ascoltare, nel silenzio della preghiera, la parola di Gesù); la catechesi del Cardinal Martini al palazzetto dello sport di Parigi-Bercy, nella quale commentò la chiamata dei primi discepoli di Gesù; il clima di preghiera e festa di quei giorni mi toccarono nel profondo, diedero un ulteriore slancio al mio percorso e mi convinsero ad intraprendere un cammino di avvicinamento al Seminario…
Il resto della storia… non lo conoscete, ma potete intuire come continuò: l’anno seguente, a settembre del 1998, entrai in Seminario.
Parigi 1997 quindi è stata una tappa importante, ricca, felice della mia vita.
E sono convinto che Lisbona 2023 sia stata e sarà nel futuro un momento molto significativo anche per i giovani che vi hanno partecipato, tappa bella di fede, tappa importante nelle scelte vocazionali e di vita.
Sento che la GMG di Lisbona ha lasciato a me e ai tanti partecipanti questi messaggi.
-Il Signore Gesù ci è venuto incontro, ancora una volta, per ricordarci tutto il suo amore per noi, per invitarci a seguirlo e a fare di Lui il senso vero della nostra vita.
Prego perché il Signore ci aiutaci a fidarci di lui ogni giorno, anche in quelli faticosi e grigi!
Prego il Signore perché l’esperienza di Lisbona (così come ci chiedeva il nostro Vescovo Mario prima della partenza) ci aiuti a diventare migliori!
-Maria, la cara Madre del Signore e nostra, ci ha accompagnato in quei giorni: sempre ci visita nella vita, e sempre ci chiede (come abbiamo ricordato e visto a Fatima, nella sua visita ai piccoli pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta) di essere umili, poveri, ricchi di fede e di preghiera: così Gesù visiterà la nostra vita, e farà grandi cose per noi, per l’umanità.
Cercheremo di essere più umili, poveri, e di arricchirci di fede e di preghiera?
Maria inoltre, come ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la GMG, ci insegna la “fretta buona” (“Maria si alzò e andò in fretta”, narra il Vangelo di Luca) che ci conduce con impegno e serietà a non sprecare il nostro tempo, ma a viverlo pienamente andando incontro a Dio e alle necessità (materiali e spirituali) del prossimo.
Cercheremo questa “fretta buona”? Saremo più propensi a fermarci per incontrare, nel silenzio della preghiera, Gesù e noi stessi? Cercheremo di più il nostro prossimo (povero, solo, dimenticato) e guarderemo meno ai nostri mille impegni, ai nostri mille divertimenti, ai nostri mille “social” che ci fanno letteralmente gettare via un sacco di tempo in banalità? Sapremo pazientare nella vita, senza pretendere tutto e subito? Sapremo pazientare e avere il desiderio di conoscerci e capirci a fondo, tra amici e soprattutto tra fidanzati, senza bruciare le tappe, dedicando tempo all’ascolto reciproco?
-Alla sera, spesso, a Lisbona si levava un vento forte, a tratti fortissimo.
Mi immaginavo allora le grandi navi e i grandi condottieri che, con molto coraggio, spinti magari dalla brama di successo e di ricchezze, lasciarono nei secoli passati le coste del Portogallo e partirono alla scoperta di nuove terre, terre nelle quali in seguito tanti missionari avrebbero portato la Buona Notizia del Vangelo di Gesù.
Ecco: lo Spirito Santo, soffio vitale di Dio, manda ora noi come testimoni nel mondo a portare la Buona Notizia di Gesù.
Papa Francesco ci ha detto di essere testimoni che brillano: “Non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori… quando esibiamo un’immagine perfetta, ben ordinata, ben rifinita, no; e neanche se ci sentiamo forti e vincenti… Noi diventiamo luminosi, brilliamo quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui. Amare come Gesù: questo ci rende luminosi, questo ci porta a fare opere di amore”.
Papa Francesco ci ha detto di essere testimoni che ascoltano: “…È tutto qui: tutto quello che c’è da fare nella vita sta in questa parola: ascoltatelo. Ascoltare Gesù. Tutto il segreto sta qui. Ascolta che cosa ti dice Gesù. “Io non so cosa mi dice”. Prendi il Vangelo e leggi quello che dice Gesù, quello che dice al tuo cuore. Perché Lui ha parole di vita eterna per noi, Lui rivela che Dio è Padre, è amore. Lui ci indica il cammino dell’amore. Ascolta Gesù…”.
Papa Francesco ci ha detto di essere testimoni che non devono aver paura: “A voi giovani… che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi che a volte pensate di non farcela… che volete cambiare il mondo… che ci mettete impegno e fantasia nella vita, ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: “Non temete!”, “Non abbiate paura!”.
P.S. Un grande grazie a tutti coloro che hanno aiutato, economicamente e con la loro preghiera, i nostri ragazzi e ragazze a vivere questa esperienza. Tante piccole gocce, tanti piccoli aiuti che hanno regalato un oceano di bene ai nostri giovani.
E un grande grazie anche ai volontari e agli organizzatori della GMG: abbiamo incontrato tanta gente buona, generosa, disponibile, paziente. Che il Signore benedica tutti loro!
Ora tocca e toccherà a noi restituire, in vario modo, il bene ricevuto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
don Samuele