Il cristiano è chiamato a stare accanto alle persone: ma come è possibile stare accanto agli altri in questo periodo in cui ci viene chiesto di mantenere le distanze? Matilde ci dà alcuni semplici ma importanti "suggerimenti", frutto della sua esperienza quotidiana al tempo del Coronavirus.
A volte pensiamo che i cristiani debbano avere i superpoteri, che nei momenti di crisi debbano tirare fuori la bacchetta magica e risollevare le sorti del mondo intero.
Questi giorni di isolamento mi hanno insegnato che il cristiano, prima di tutto, sta accanto alle persone.
Ma come stare accanto in questo periodo in cui mantenere le distanze è fondamentale?
Stare accanto è pregare insieme al suono delle campane, essere comunità.
Stare accanto è scrivere “Come stai?” all’adolescente che supera la quarantena in modalità letargo e a quello che la supera programmando minuto per minuto.
Stare accanto è continuare a fare il tuo lavoro e farlo ancora meglio. Insegnare ai tuoi alunni oltre uno schermo, per dare un senso alla giornata (tua e loro), per dare loro (e a te) un senso di quotidianità, per fargli passare qualche ora senza pensieri, per leggere nelle loro parole le difficoltà in famiglia, la noia del pomeriggio, un nonno in ospedale a cui vorrebbero stare accanto, per davvero.
Stare accanto è alzare la cornetta e chiamare l’anziana zia a casa da sola.
Stare accanto è dire una compieta con gli adolescenti a te affidati, raccontandosi il fatto più esaltante della settimana, che, di questi tempi, è paragonabile a portare fuori la spazzatura.
Stare accanto è essere dono, lì dove sei.
Forse i cristiani hanno i superpoteri… a volte è difficile, a volte è una cosa semplice, ma non è mai scontato.
Matilde