FOM, Pastorale Giovanile e Caritas Ambrosiana desiderano rivolgersi ai giovani delle nostre comunità parrocchiali e realtà ecclesiali con una lettera ed un video: un invito alla collaborazione e ad una creatività condivisa, così da attraversare questo momento di emergenza con qualità e grazia secondo le indicazioni del nostro Arcivescovo Mario. I giovani sono chiamati ad essere “Scintille nella notte”, cercando il modo migliore per rendersi presenti accanto ai più fragili.
a cura di FOM (Fondazione diocesana per gli Oratori Milanesi) - Pastorale Giovanile (Servizio per i Giovani e l'Università) - Caritas Ambrosiana
Carissimi giovani,
questa stagione imprevista ci interroga profondamente. Ciascuno di noi ne viene toccato attraverso una vita quotidiana rivoluzionata. Siamo a contatto con paure e desideri, limitazioni e interrogativi.
Il nostro Vescovo, nella veglia di inizio anno pastorale a settembre, aveva ricordato a voi giovani che siete come scintille chiamate a portare luce attingendo al grande fuoco del Risorto. Nella “notte” della emergenza che stiamo vivendo a livello globale questa consapevolezza ancora ci stimola ad essere qui ed ora presenti, a lasciarci provocare dagli eventi.
I giovani sono creativi! Lo siamo tutti, anche perché abbiamo ricevuto lo Spirito Santo che non ama la monotonia e ci rende originali, pieni di vivacità. È un tempo comunque di qualità e fantasia!
“Cercate di usare bene il tempo! Pregate per me, per voi e la vostra famiglia e la società. È un tempo di grazia. Penso ai ragazzi e agli adolescenti che siete a casa da scuola, cosa fate tutto il giorno? Cercate di fare qualcosa di buono, cercate di studiare e rendervi disponibili per un po’ di attenzione: andate a fare la spesa per la nonna, imparate a cucinare, lavate i vetri. Fate qualcosa per cui il vostro tempo possa essere sottratto alla noia. Imparate che c’è una gioia nel rendervi utili, anche in casa, nel telefonare a chi si sente solo. Usate bene il vostro tempo” (tratto dal Video-messaggio dell’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, alla Diocesi ambrosiana, 6 marzo 2020).
In ascolto del nostro Arcivescovo condividiamo qualche modalità pratica attraverso la quale vivere questa stagione così delicata per la nostra umanità.
1) Studio e preghiera e fare del bene insieme alla allegria sono gli ingredienti per una vita bella. Già san Giovanni Bosco li aveva proposti ai suoi ragazzi. Si seguono lezioni da casa, addirittura ci si laurea seduti sulla propria poltrona. Il tempo è propizio per approfondire un testo, per leggere un libro interessante, per coltivare il gusto e la passione della ricerca. Siamo invitati a restare a casa assumendoci le nostre semplici e preziose responsabilità per il bene di tutti.
Insieme allo studio abbiamo possibilità di pregare: non mancano tanti stimoli per la preghiera personale. Le Chiese sono aperte e la stanza in casa è un luogo adatto anche per l’amicizia con Gesù. I nostri sacerdoti ed educatori si inventano l’impossibile per stare in contatto con voi. Sul nostro sito trovate tracce di percorsi artistici e musicali. Non mancano le meditazioni per svolgere gli Esercizi spirituali online nell’attesa di incontrarci personalmente: in ascolto di san Paolo ci lasciamo conquistare da Cristo.
2) Nelle vostre comunità parrocchiali e nelle vostre città o paesi siete chiamati ad una prova di maturità nella Carità. A più riprese condividiamo l’appello a restare a casa. Insieme però diversi giovani già si sono resi disponibili per non lasciare abbandonati i più fragili. Alcuni spontaneamente nei propri condomini si sono impegnati a fare la spesa per i più anziani oppure altri si stanno dedicando alla consegna di pasti preparati in accordo con comuni o associazioni, altri sono ancora più coinvolti e si dedicano senza sosta come infermieri o medici o volontari della Croce Rossa.
Vi invitiamo in particolare a rendervi disponibili presso la Caritas della vostra comunità parrocchiale. Molti volontari che normalmente svolgono i servizi per gli ultimi sono sopra i 65 anni e in queste settimane sono particolarmente chiamati a stare in casa. Dunque la vostra disponibilità concreta regalata nelle vostre comunità può essere decisiva per non interrompere tali esperienze (mense, empori solidali, distribuzione e consegna di pacchi alimentari, Centri di ascolto, telefonate solidali, visite a domicilio per la spesa alimentare o la farmacia, dormitori…) proprio in questo momento di necessità maggiore.
Sempre in rapporto con le vostre Parrocchie (Caritas, ministri dell’Eucarestia…) e con i vostri comuni siate creativi nel bene! Fatevi avanti con generosità ed intelligenza seguendo le indicazioni suggerite per la sicurezza propria e degli altri (NB sotto). Siate vicini ai malati della comunità e a quelli che si trovano più soli, in ascolto dei bisogni che emergono dal vostro territorio. Condividete una amicizia forte nel bene con i vostri coetanei.
Con la vostra freschezza giovanile le nostre comunità possono attraversare questo grave momento di prova. Preghiera, riflessione profonda e solidarietà sono il nostro modo di reagire!
NB: Servizi a domicilio: per uscire occorre essere in buona salute e asintomatici; igienizzare le mani o indossare guanti mentre si fa la spesa e fino a quando la si consegna e si toccano i soldi; consegnare sull’uscio la spesa senza entrare nell’appartamento; usare le mascherine se non è possibile rispettare la distanza di almeno un metro o se si va dal medico a ritirare le ricette.