Cosa spinge un giovane a partecipare a un'esperienza come la Giornata Mondiale della Gioventù? Si parte come risposta a una Chiamata... Cosa rimane al rientro, dopo quanto vissuto? Le riflessioni di Michele, del decanato di Brivio, su quanto custodire di importante dopo questo evento mondiale.
Michele
Montecchio
Oratorio San Zeno - Olgiate Molgora
“Alzati!”: questa invocazione è risuonata spesso nella settimana trascorsa a Lisbona dall’1 al 7 agosto, fin dal principio di questa avventura: ben 45 giovani del nostro decanato di Brivio hanno deciso di “alzarsi” e rispondere all’invito di Papa Francesco a partecipare alla XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù.
Il tema dell’incontro era appunto una citazione tratta dal Vangelo di Luca: “Maria si alzò e andò in fretta”, in riferimento al viaggio intrapreso dalla Madonna verso la cugina Elisabetta.
Cosa può spingere un giovane di oggi ad affrontare una simile esperienza, a mettere da parte gli agi, le comodità, i facili divertimenti, magari rinunciando a una normale vacanza, per vivere una GMG?
Può essere il desiderio di trascorrere una settimana di condivisione, l’aspirazione a rinvigorire una fede un po’ assopita, la volontà di fare nuove amicizie e conoscenze, la ricerca di risposte alle proprie domande… di certo si è trattato di una risposta a una Chiamata.
L’aereo partito da Milano Malpensa ci fa atterrare in terra portoghese: l’alloggio a nostra disposizione si trova a Oeiras, a circa 10 km dalla capitale (raggiungibile in treno), e si tratta dell’Università di Barcarena. Dopo aver sistemato i nostri bagagli nei cameroni ci dirigiamo verso il parco Edorardo VII di Lisbona dove è proposto il primo appuntamento: la S. Messa di apertura celebrata dal patriarca, card. Clemente.
Ogni mattina era caratterizzata dalla Messa e dalla catechesi – denominata “Rise Up” (Alzati) – che ha avuto come temi di riflessione l’ecologia integrale, l’amicizia sociale e la misericordia.
L’organizzazione della nostra permanenza, accuratamente preparata da don Simone, nostro capogruppo insieme a don Emanuele, don Gabriele e alla mitica Luisa, prevedeva la partecipazione ai diversi incontri proposti a livello diocesano e quelli “internazionali” con la presenza del Papa, ma insieme ci siamo ritagliati anche dei momenti in cui è stato possibile muoversi in autonomia visitando Lisbona: dalla cattedrale alla cappella di S. Antonio di Padova (nato a Lisbona), dalla Torre di Belém al Monastero dos Jerónimos; questa è stata anche l’occasione di gustare specialità culinarie tipiche portoghesi, dalla salata “bifana” al dolce “pastel de nata” e alla dissetante “cerveza”.
Come dimenticare poi la grande Festa degli Italiani che ha animato il mercoledì sera, con ospiti e musica a tutto volume del nostro Belpaese… ma attenzione! Si avvicinano a noi le telecamere del Tg1 ed i più fortunati riescono a farsi inquadrare per pochi secondi trasmessi nell’edizione del giorno successivo.
Venerdì, dopo la Messa a Barcarena presieduta dal nostro Arcivescovo mons. Mario Delpini e le confessioni, ci dirigiamo verso il primo incontro con il Papa; in un Parco Edoardo VII gremito di giovani ecco arrivare Papa Francesco sulla sua papamobile bianca e, una volta giunto sul palco, dà inizio alla celebrazione della Via Crucis; significativo questo appuntamento: le 14 stazioni sono accompagnate da testimonianze di ragazzi che sono caduti in momenti difficile e poi si sono rialzati, proprio come Gesù sulla Via della Croce. Il Papa ci ricorda che Cristo cammina sempre con noi, alle paure e alle fragilità risponde sempre con l’attesa e la consolazione; nella morte sulla croce il suo gesto più grande, perchè “nessuno ha più amore di chi ha dato la vita”.
Ed eccoci giunti al culmine della nostra esperienza: la partecipazione alla Veglia del sabato sera che sarà anche la location della Messa di domenica.
Siamo quindi partiti di buon mattino per raggiungere il parco Tejo/Campo della Grazia, lungo il fiume Tago, dove ci siamo accampati montando i teloni in dotazione per ripararci dal sole cocente.
Verso le 20.30 ci raggiunge il Papa, provato nel fisico ma vivace nello spirito: il palco è lontano ma i maxischermi facilitano la nostra visione.
Dopo un suggestivo spettacolo di musica e danza contemporanea, il Santo Padre prende la parola per affermare che la gioia è missionaria, non è per se stessi ma per portare qualcosa agli altri: la gioia non deve essere passeggera o momentanea ma deve “creare radici”, essere cercata e scoperta nel dialogo con gli altri; l’unico modo per guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarla rialzarsi.
Dopo qualche momento di svago e di gioco tra di noi la stanchezza prende il sopravvento e ci fa immergere nei sacchi a pelo per cercare di dormire sotto il chiaro di luna di Lisbona.
Il mattino seguente la sveglia ci viene data dalla musica techno di padre Guilherme, l’ormai famoso “prete dj”, ma poco dopo arriva di nuovo l’instancabile Papa Francesco, che raggiunge l’altare per celebrare la liturgia eucaristica. Nell’omelia ci incoraggia a non avere paura, perchè siamo come pioggia di una terra diseccata da mille mali, un “bagno di luce” di presente e di futuro nei tanti angoli oscuri del nostro tempo. Le note dell’inno “Há Pressa no Ar” (ormai imparato a memoria) si susseguono, tutto ormai sta volgendo al termine.
Ultima tappa è la visita della pittoresca cittadina di Sintra, patrimonio Unesco considerato il “giardino dell’Eden” del Portogallo, avvolta in un’atmosfera fiabesca tra palazzi e panorami mozzafiato.
Ora ognuno di noi è tornato nelle nostre comode case ed ha ripreso la vita di tutti i giorni.
Ma cosa resterà di questa esperienza?
Sicuramente resta il grande entusiasmo di un gruppo di giovani che, pur proveniendo da parrocchie diverse, hanno saputo mettersi in gioco e condividere una settimana di amicizia, di avventure e di sventure, talmente assortiti da far nascere il desiderio di ritrovarsi anche dopo la GMG. Un gruppo che si è aperto all’incontro con tanti altri gruppi di diversa nazionalità con cui è stato divertente scambiare bandiere, firme e oggetti.
Sicuramente resta l’emozione di aver partecipato ad un grande evento mondiale: si conta che alla S. Messa conclusiva della domenica fosse presente circa 1 milione e mezzo di giovani da tutto il mondo!
Sicuramente resta la grazia di aver vissuto una grande esperienza di Chiesa: vedere tutti questi giovani che come noi, come me, si riuniscono per meditare la Parola di Dio, si confrontano su temi etici e di attualità, cantano e gridano a più non posso per le strade per poi immergersi nel più assoluto silenzio al momento dell’adorazione eucaristica, fa prendere la consapevolezza di essere parte di un qualcosa di più grande… il grande Popolo di Dio che si è radunato a Lisbona per testimoniare che la Chiesa è viva, la Chiesa è giovane.
Un Popolo che ha dimostrato che è possibile costruire un mondo di Pace e di Amore. Il Popolo di quel Dio che, ancora una volta, tende la sua mano verso di noi e ci invita: “Alzati, non temere!”.