Si è tenuto venerdì 21 febbraio 2020 il Convegno "Professione oratorio" sulla figura dell'educatore retribuito in oratorio. Presenti 300 educatori professionali che hanno riempito il Teatro Oscar di Milano. L'idea di questa convocazione è nata nel TEC, il Tavolo Enti Cooperative della Fom attivo dal 2017.


È un percorso di consapevolezza e di attenzione che continua a maturare, riconoscendo l’importanza, e ai nostri giorni anche la necessità, in una società complessa e in perenne mutamento, della figura dell’educatore retribuito in oratorio, che ha portato alla convocazione in un Convegno, venerdì 21 febbraio 2020, presso il Teatro Oscar di Milano, dal titolo “Professione Oratorio”, di tutti coloro che in questa forma sono impegnati in oratorio e di chi è interessato a conoscerne le potenzialità e il ruolo, per un totale di 300 educatori partecipanti (presenti educatori anche dalle Diocesi di Bergamo, Como, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Vicenza, Crema e Tortona).

La Diocesi si interpella e accompagna a rispondere alle sfide della contemporaneità, riconoscendo un modo nuovo, all’insegna della competenza e della professionalità, di servire il Signore nella cura ai ragazzi e ai giovani, in grado di interpretare le situazioni, comprenderle e interfacciarsi con esse, in un contesto, l’oratorio, che chiede di mettersi in gioco in un servizio offerto che diventa relazione e «relazione di fede, comunicazione della fede, condivisione della fede».

«Già nel 1995 un testo importante del Sinodo 47° della Diocesi di Milano usava parole coraggiose delineando questa figura – ha spiegato don Stefano Guidi ai partecipanti – siamo arrivati poi al 2014 quando la Diocesi si è impegnata nella verifica del progetto di pastorale giovanile promulgato nel 2011 dal titolo “Camminava con loro” e all’autunno del 2017 quando la FOM si è fatta carico di organizzare un tavolo di incontro e lavoro ed è nato il TEC (Tavolo Enti Cooperative). Da ultimo, il momento che, in un certo senso, ha determinato il Convegno di oggi, quando, a settembre, a Molfetta, all’Happening degli oratori italiani (H3O), il Servizio nazionale per la pastorale giovanile nazionale ha dedicato una sessione dei laboratori e un testo autorevole sulla “Figura dell’educatore professionale in Oratorio“. Negli ultimi anni, in particolare negli ultimi due decenni, si è consolidata questa figura, dedita in primis a una cura delle persone (che va oltre la cura gestionale delle strutture) che abitano i nostri oratori, che hanno esigenze e vissuti tali da richiedere un’attenzione speciale».

Nel saluto iniziale di avvio al Convegno dedicato alle figure educative professionali in oratorio, prima della preghiera, don Mario Antonelli, Vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della fede e presidente della FOM, ha espresso un «sentimento di gratitudine, a nome dell’Arcivescovo, mio personale e della Chiesa intera» per coloro che si contraddistinguono «come artigiani della vitale tensione tra passione educativa e competenza professionale» in oratorio.

I dati numerici, emersi dalla ricerca condotta dallo sportello S.Co.Pro (un servizio nato dalla collaborazione tra Caritas Ambrosiana e FOM e gestito dalla Cooperativa Farsi Prossimo) sugli educatori retribuiti negli oratori della Diocesi di Milano, presentati da Francesca Gisotti dell’Area Minori di Caritas Ambrosiana, parlano chiaro. Dai questionari inviati a parrocchie, operatori dei Doposcuola, educatori professionali, giovani educatori del progetto “Giovani insieme”, emerge una «fotografia del reale che ci permette di porci domande per immaginare prospettive per il futuro». Dai titoli di studio degli educatori retribuiti in oratorio, spesso giovani ancora in formazione (l’educatore retribuito in oratorio deve avere una formazione professionale che implichi l’area educativa?) ai tempi di lavoro (necessità, forse, di educatori che abitino maggiormente i contesti per diventarne conoscitori e protagonisti e mettere in atto azioni e progettualità educative), il report sottolinea gli ambiti di intervento (e i dati, tra educatori e “Giovani insieme”, sono quasi sovrapponibili), con l’area prevalente a supporto del coordinamento dell’esperienza estiva, con l’animazione e la formazione degli animatori. I punti di forza segnalati da chi permette di attivare singoli e comunità e aiuta a camminare con un obiettivo e una progettualità (presenza, professionalità/competenza, sopporto dei volontari, sguardo d’insieme, coordinamento, lavoro di rete, cooperazione con la figura del prete, visione progettuale) non nascondono le criticità che, a volte, questa figura si trova a vivere (renumerazione come “barriera”, poca chiarezza sui mandati, eccesso di richieste logistiche, deresponsabilizzazione dei volontari, gestione amministrativa, incarico legato alla possibilità economica della parrocchia).

«Non solo un’indagine finalizzata a se stessa, guardiamo avanti insieme – ha incoraggiato don Stefano Guidi nella riflessione pastoraleSentitevi responsabili dell’oratorio del futuro: la vostra presenza, il vostro pensiero, la vostra motivazione, la vostra passione è determinante per costruire l’oratorio del futuro. Chi oggi lavora in oratorio non può lavorare con una responsabilità minore di questa, che sia educatore professionale, prete o volontario… Quello che dà senso alla fatica e all’impegno è inevitabilmente uno sguardo di fiducia e di speranza. Siamo qui oggi per confermare questo sguardo».

La Diocesi si trova ad approfondire questa dimensione dentro il percorso importante di Oratorio 2020, la riforma dell’oratorio ambrosiano che chiede ai nostri oratori di ripensarsi e di comprendere di che cosa oggi un oratorio ha bisogno e di come accompagnare i vissuti dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani, anche con risorse stabili, «con una continuità e un’attenzione educativa che possa diventare esperienza consolidata, non estemporanea o improvvisata».

La riflessione pedagogica di Matteo Zappa, pedagogista e responsabile dell’Area Minori di Caritas Ambrosiana, ha declinato che cosa significa un agire educativo professionale nello specifico di questo contesto, fondato con coerenza sul Vangelo, nella capacità di tenere insieme diverse dimensioni: relazione, progetto, cooperazione, corresponsabilità, reti sociali, abitando e attraversando luoghi (luoghi dell’informalità e spazi strutturati, ambienti virtuali, équipe, luoghi della partecipazione comunitaria) e tempi differenti (la ferialità e la festività, la dimensione extrascolastica, il tempo libero, il tempo ordinario e quello estivo).

Riflessione, confronto tra i partecipanti, ma anche l’ascolto di sei esperienze che hanno descritto, con focus specifici, competenze e complessità del ruolo della figura professionale dell’educatore in oratorio: Andrea della Cooperativa Spazio Aperto Servizi sul rapporto tra educatore adolescenti e oratorio; Monia, coordinatrice Doposcuola in oratorio; Roberta e la sua esperienza con la Cooperativa Farsi Prossimo sul tema del cortile lavorando per i ragazzi “sulla soglia”; il rapporto con le famiglie nel racconto di Francesca della Cooperativa Pepita; il progetto di Veronica e Marta (Cooperative Aquila & Priscilla e Farsi Prossimo) su rete e territorio; l’educazione e la comunità nella testimonianza di Alessio, con la Cooperativa Aquila & Priscilla.

E alcune domande di futuro che Ottavio Pirovano della Cooperativa Aquila e Priscilla e Andrea Ballabio della Cooperativa Pepita, al termine ci consegnano: saremo in grado di affrontare le nuove sfide globali? Come accompagniamo nella relazione e al confronto con il territorio?

C’è ancora tanto lavoro da fare: la necessità di superare la dicotomia tra professionista e volontario, «un’alternativa logorata, entrambi vanno posti in rapporto con la comunità», sostenendo l’incontro tra oratori in un territorio più ampio. Un percorso sicuramente da continuare, che si avvale della riflessione importante del TEC – Tavolo Enti Cooperative (con il quale ogni 15 giorni diversi soggetti condividono pensieri, cammini e progetti, e che permette alla FOM di ascoltare i bisogni degli enti e delle cooperative riguardo gli aspetti educativi e pastorali dell’oratorio), che da sempre investe per qualificare la formazione degli educatori retribuiti in oratorio, invitati a partecipare, da sabato 29 febbraio, al Corso di aggiornamento formativo per educatori professionali che si terrà, per tre incontri, al Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso.

Alcuni passi concreti, con i quali la Diocesi si impegna a rafforzare questa attenzione, nel dialogo tra enti, cooperative e associazioni, ci suggeriscono le prospettive per avviare processi e tracciare il futuro: «aiutare gli oratori a crescere in una progettualità pastorale e la formazione pastorale permanente». Indicazioni reali, per piccoli passi da percorrere insieme, aiutandoci a dare solidità ad una presenza che ha sempre più valore per la vita dei nostri oratori.

Video del Convegno sulla nostra pagina Facebook

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