In occasione della 59a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni nelle diverse Zone pastorali si sono tenuti alcuni incontri di preghiera: diamo conto di alcune delle testimonianze offerte ai partecipanti.
A cura del Servizio per i Giovani e l'Università
Gli incontri nelle diverse Zone pastorali della nostra Diocesi diventano una bella occasione per il racconto di varie testimonianze, modi differenti per servire e amare il Signore.
A Milano la camminata vocazionale dalla Chiesa San Sepolcro a Santa Maria dei Navigli ci mette in ascolto.
Marta e Matteo, giovani sposi, condividono alcune parole chiave per la vocazione: Ricerca ovvero non farsi ingabbiare dalle aspettative proprie e degli altri. Scelta cioè potare e rinunciare a qualcosa per dare frutto. Continuità significa che vocazione è una relazione con Dio che cambia con il tempo: occorre stare continuamente con Gesù e con l’altro. Vocazione è la scelta di un campo che ha bisogno di essere sempre coltivato.
Don Enrico Medeghini, diacono che sarà ordinato sacerdote il prossimo 11 giugno, condivide con i giovani: La vocazione viene da lontano, dalla famiglia, dalla scuola e dall’Opus Dei: prendiamo sul serio la vita. Si scopre la vocazione anche attraverso la direzione spirituale; si tratta di trovare la gioia piena che è come un sottofondo…
Anche a Civate presso la Chiesa della Madonna di Fatima si racconta un giovane diacono tra poco novello sacerdote, don Marco Guffanti, originario di Limbiate, 33 anni:
Ogni vocazione passa attraverso tre sentieri.
Preghiera: ho imparato dalla nonna materna, presenza discreta e decisiva: ci aspettava a casa quale presenza costante; alle tre del pomeriggio pregava il rosario dalla radio. Ho imparato dalla nonna la preghiera come affidamento: davanti alle sfide (verifiche…): fai tutto come dipendesse da te, ma affidandoti al Signore della vita. Gesù come amico ci conosce personalmente.
Desiderio e passione: volevo essere giornalista e mi sono laureato in linguaggio dei media. Il passaggio al mondo del lavoro è stato difficile finché sono entrato in consiglio regionale. Ho condiviso il lavoro con due mamme giovani che vivono con dedizione tra lavoro e famiglia. Cosa muove l’uomo? Un desiderio attraversato da passione e dedizione.
Oratorio: la vocazione lì ha preso concretezza tra animatore ed educatore. Mi sono sentito chiamato in tutta la mia vita. In montagna ho dovuto fare da responsabile tra un prete e l’altro: ho avvertito una chiamata ad essere responsabile dei ragazzi. Mi sono avvicinato al Seminario. Il Signore vuole una relazione profonda, una amicizia con Lui. In una esperienza in Burundi e in ospedale ho intuito come siamo chiamati a metterci in ascolto.
Sandra Strazzer, Piccola Apostola della Carità esprime la bellezza del suo cammino.
A 16 avrei dovuto fare la cresima. Non credevo e allora mi interrogai sulla possibilità di seguirlo. Decisi di camminare nella sua via: i cristiani sono quelli della Via. Gesù mi ha aiutato a realizzare i miei sogni. Ho incontrato la spiritualità di don Luigi Monza, volevo ricambiare l’amore ricevuto da Cristo. Desideravo fare qualcosa per Dio rimanendo nel mondo, vivere accanto agli altri portando Gesù ai più lontani. Dipingere Gesù nel cuore delle persone, diceva don Luigi, attraverso la carità pratica. Sono medico che cura bambini disabili per incidenti o altro: sono come l’oste che riceve i pazienti senza scegliere. Accolgo famiglie con storie molto complicate. Dio non manda il male, ma ci dà forza.
La vita è vocazione, avventura da intraprendere con il Signore, docili allo Spirito.