Presentiamo un resoconto della serata di dialogo tra giovani cristiani e musulmani, svoltasi il 7 aprile 2022 a Sesto San Giovanni e incentrata sulla figura di Charles de Foucauld, che domenica 15 maggio verrà canonizzato a Roma.
Katia
Castellazzi
Servizio per i Giovani e l'Università
Il 7 aprile 2022 si è tenuta una serata di dialogo tra giovani cristiani e musulmani a partire dalla vita di Charles de Foucauld, organizzata dalla Pastorale Giovanile diocesana, Festival della Missione, Discepole del Vangelo e Giovani cristiani e musulmani.
L’obiettivo era quello di analizzare la figura di quest’uomo affascinante e fuori dal comune, esploratore del deserto e dell’anima, ucciso il 1° dicembre 1916 a Tamanrasset, in Algeria, dove aveva dedicato la vita alla preghiera e all’incontro con l’altro, e prossimo santo (verrà infatti canonizzato a Roma il 15 maggio 2022).
La serata si è svolta accanto alla Moschea Milano Sesto di Sesto San Giovanni, dov’era stata allestita una tenda, per ricreare l’atmosfera del deserto e dei tuareg, presso i quali Charles de Foucauld ha trascorso gran parte della sua esistenza. La tenda allude poi all’incontro con Dio e alla ospitalità di ogni uomo.
Il primo a prendere la parola è stato don Roberto Davanzo, parroco di S. Stefano in Sesto San Giovanni e prevosto della città, che ha richiamato l’attenzione dei presenti sul carisma di Charles e sulla sua «intuizione grandiosa di considerarsi “fratello universale”». Di seguito ha parlato l’imam Abdullah Tchina, che ha richiamato alla fratellanza fra i popoli: «vogliamo che le nostre moschee siano aperte a tutti, vogliamo essere la voce della pace […]; qui abbiamo costruito ponti [tra le nostre comunità…] e vogliamo andare avanti insieme» per arrivare alla fratellanza di Charles: «conoscersi a vicenda è un obiettivo coranico».
Di seguito tre ragazzi, due cristiani, Giulia e Matteo, e uno musulmano, Abderrahman Moitoz, hanno raccontato la storia di Charles de Foucauld, intervallando durante la narrazione citazioni del futuro santo tratte dal suo epistolario, versetti della Bibbia e del Corano.
Nello specifico, hanno messo in luce tre punti fondamentali della vita di Charles de Foucauld.
Il primo punto è la conoscenza dell’altro: Abderrahman, citando il Corano (in particolare la sura dove si afferma che Allah ha creato più popoli affinché gli uomini e le donne si conoscano), ha sottolineato l’attitudine di Charles al dialogo e all’ascolto.
Il secondo punto è la fratellanza: sia il Corano sia la Bibbia insistono sulla necessità di ristabilire una concordia tra i credenti e il modo migliore di esprimere questa vicinanza ai fratelli è la carità, come mostra l’esempio stesso di Charles de Foucauld.
Infine, il terzo e ultimo punto è la misericordia di Dio messa in evidenza tanto nella Bibbia quanto nel Corano e resa manifesta dalla vita di Charles. Egli, infatti, era lontano dalla fede ma Dio lo ha “raccolto”, spingendolo ad operare lo stesso tipo di misericordia con gli altri: «vorrei essere buono perché si possa dire: se tale è il servo, come sarà il Maestro?».
Tra la prima preghiera (cristiana) e la successiva (musulmana), si è dato modo ai ragazzi di confrontarsi in gruppi più o meno ristretti sui temi della Quaresima e del Ramadan, sfruttando il fatto che quest’anno si celebrano circa nello stesso periodo.
I giovani hanno quindi avuto modo di parlare fra loro e di approfondire temi religiosi e le loro esperienze quotidiane, scoprendo qualcosa di più gli uni degli altri.
Dal dialogo è emerso che, nonostante le differenze, sia i musulmani sia i cristiani si affidano ad un Dio misericordioso e che in virtù Sua il rispetto, l’accettazione e la fratellanza, nella diversità, sono obiettivi per cui vale la pena impegnarsi, seguendo l’esempio di Charles de Foucauld.
La serata si è conclusa in convivialità, celebrando insieme l’Ifṭār, lo spezzare del digiuno: di fronte alla tenda, infatti, erano stati allestiti e imbanditi dei tavoli dove tutti hanno preso posto, cenato e conversato insieme, nel rispetto della normativa anti Covid.