Iniziando una nuova settimana di Oratorio estivo, ripercorriamo la visita dell'Arcivescovo agli oratori che si è svolta giovedì 17 giugno 2021. È stato il primo appuntamento di altri che si ripeteranno nel mese di giugno. Un segno di vicinanza che ci incoraggia a far ardere queste calde giornate anche con il fuoco dello Spirito e la gioia del Vangelo.
Lo sappiamo bene, “la vita non è un gioco”, ma ci rendiamo conto, già da questi primi giorni di Oratorio estivo, che attraverso il gioco impariamo moltissimo di quello che è la vita!
E, poi, il gioco ci entusiasma, e diventa così naturale urlare “Hurrà” in una giornata di Oratorio estivo come quelle che stiamo vivendo…
Da quest’esperienza, così caratteristica dei nostri oratori e che coinvolge tutti, dai più piccoli ai più grandi, vogliamo trarre non un divertimento fine a se stesso, ma cogliere tutto il suo valore: con il gioco possiamo educare e possiamo crescere tanto!
Anche il nostro Arcivescovo ha voluto incontrare coloro che si “stanno mettendo in gioco” nei nostri Oratori estivi e, giovedì 17 giugno 2021, ha cominciato la sua visita dai ragazzi e dalle ragazze di alcuni Oratori del Decanato di Carate Brianza (la Comunità pastorale Spirito Santo di Carate Brianza, l’Unità pastorale di Renate e Veduggio con Colzano, la Comunità pastorale San Paolo di Giussano), accompagnato da don Stefano Guidi, direttore della Fom, e Mons. Luciano Angaroni, Vicario episcopale della Zona pastorale V.
«Siamo rimasti sorpresi del fatto che il nostro Arcivescovo abbia voluto tornare, dopo la sua visita pastorale (tra febbraio e aprile 2021), per salutare e dialogare con i ragazzi che, a causa delle limitazioni per la pandemia, non era stato possibile incontrare – ci racconta il coadiutore don Alessandro Colombo all’Oratorio L’Agorà di Carate Brianza – Quasi come se percepisse che, senza i ragazzi, la sua visita fosse incompleta. Quale occasione migliore dell’Oratorio estivo? Ad ascoltare le risposte dell’Arcivescovo alle domande dei preadolescenti (vedi il video della diretta sulla nostra pagina Facebook) mi sono tornate alla mente le tre parole che ci aveva indicato alla Messa per gli oratori in Duomo, (il 31 gennaio 2020): Gesù (da conoscere e con cui “stare”), correre (il desiderio di una meta verso cui tendere), opere di misericordia (una vita donata)».
Non essere lampade spente, ma “consumarsi”, «ardere, fare luce, diffondere allegria»… è lo scopo della vita che suggerisce l’Arcivescovo. «Amare la vetta e desiderare la meta: per non scoraggiarsi occorre camminare insieme». «Ascolta Gesù: Gesù è vivo e ti parla, risponde alle tue domande… nel Vangelo, o attraverso un amico, un prete, un papà, una mamma, una persona adulta; qualche volta in un momento di preghiera in cui tu intuisci cosa ti sta dicendo il Signore. Ascoltalo, per non perdere quest’entusiasmo, questo desiderio di bene, questo senso di responsabilità per i doni che hai ricevuto. Insieme si può fare quello che uno da solo non potrebbe fare perché si scoraggia, anche fare l’animatore e l’educatore in oratorio… insieme! Siate audaci, siate coraggiosi!»
Questa speranza, questo desiderio di impegnarsi, “dare luce” e allegria, camminando insieme, definiscono il nostro essere “oratorio” e, seppur condizionati dai protocolli, li abbiamo sempre portati avanti, con creatività. Ora si percepisce, da un lato, un auspicato ritorno alla normalità (che non lo è ancora, occorre prudenza), dall’altro una ripartenza nuova (diversi tempi, attenzioni, cura delle relazioni) per tornare ed essere più uniti di prima. Ma questo Oratorio estivo, più che una ripartenza, si inserisce nel segno della continuità: l’oratorio non ha mai smesso di “esserci”, senza escludere nessuno, lavorando sulla formazione degli educatori, mantenendo i contatti con i ragazzi, gli incontri di catechesi (nelle modalità consentite) e di preghiera e preparandosi poi all’Oratorio estivo. Anche se ora, al di là dei giochi organizzati, tutti sottolineano che ciò che conta di più è «la gioia grande di ritornare ad essere insieme», come ci spiega suor Eranete all’Oratorio San Martino di Veduggio.
Don Antonio Bertolaso, parroco all’Unità pastorale di Renate e Veduggio con Colzano, sottolinea «la bellezza di animatori che con cuore e disponibilità sono presenti: ripartiamo dal bene che c’è!».
Per Denise, coordinatrice all’Oratorio S. Giovanni Bosco di Renate, i ragazzi si sono sentiti “ricordati”: «sono rimasti molto colpiti dal fatto che la Diocesi, così grande, rappresentata dal suo Arcivescovo e dai suoi collaboratori, abbia a cuore davvero tutti». Tutti.
Tutti coloro che “si stanno mettendo in gioco”!
Gli animatori impegnati in questa esperienza estiva, dopo mesi faticosi, che gestiscono, con responsabilità ed entusiasmo, separatamente, i gruppi di bambini e ragazzi iscritti ma poi, con fantasia, inventano gioconi a punti, senza contatti, per stimolare la competizione. A loro farà bene la riflessione dell’Arcivescovo sul cercare di non lamentarsi e, insieme, di «non sottovalutarsi mai».
I coordinatori, i don e le suore, (oltre all’aiuto di tanti adulti volontari) che motivano, guidano, sostengono, affinché ogni cosa sia preparata seriamente, a esprimere la cura verso i bambini e i ragazzi che ci sono affidati: i canti e i balli, la preghiera, i materiali, l’ambientazione a tema sul gioco, i nastri colorati, i cartelloni, le attività, i giochi!
Bambini e ragazzi. Con la loro voglia di giocare, di essere ascoltati, di raccontare, di divertirsi ma capaci anche di silenzio e di farsi domande “grandi” (come i piccoli di prima della Primaria all’Oratorio di Birone di Giussano con i loro interrogativi per l’Arcivescovo sulla creazione del mondo, delle persone, sul male, la morte e la vita eterna, ma così consapevoli nel loro voler conoscere Gesù o i bambini di prima, seconda e terza primaria all’Oratorio di Costa Lambro, che hanno “alzato gli occhi verso il cielo” e poi provato a rappresentarlo, nei disegni che hanno appeso alla porta da calcio: «Se ci lasciamo toccare da tanta meraviglia il respiro si allarga e davvero la festa illumina la Terra!»).
Il gioco coinvolge tutti!
«Chi l’ha detto che non si può far giocare anche l’Arcivescovo di Milano? – si chiede il seminarista Raffaele all’Oratorio S. Luigi e S. Giovanni Bosco di Robbiano di Giussano – Il gioco coinvolge tutti. È stato bello vedere anche l’Arcivescovo lasciarsi coinvolgere da due animatori in un divertente gioco di prestigio con le carte, e complimentarsi per il loro talento, nella settimana dedicata ai “giochi da tavolo e di ruolo”. Si affianca la riflessione, in parallelo, sulla vita, che ci racconta il coordinatore Davide, impegnato con il progetto “Giovani In Cammino” all’Oratorio S. Giovanni Bosco di Paina di Giussano: «Ognuno fa il suo percorso, alla sua velocità… a volte ci sono degli imprevisti. Il bello del gioco è stare insieme!»
«Il tema del gioco ci aiuta a capire che giocare insieme con gli altri è un confronto prezioso che ci arricchisce sempre – commenta don Giacomo Prandi dall’Oratorio S. Giovanni Bosco di Giussano – Ci insegna che ci sono anche delle regole, date, (le attenzioni ai protocolli, ad esempio) che occorre rispettare, perché insieme sia più bello e si possa aspirare ad un obiettivo, un bene più grande. Così si vince, sempre (anche quando si perde): solo insieme!»
Le premesse non potrebbero essere migliori.
Inizia un’altra settimana: che sia un’esplosione di gioia come quella vissuta. «Tutti si accorgano che in oratorio c’è gente contenta, che in oratorio e per le strade semina sorrisi. Ecco perché c’è l’oratorio “feriale”, “festivo”, “estivo”: perché abbiamo una gioia dentro e vogliamo donarla a tutti. Hurrà! Siamo appena all’inizio di quest’estate – ha detto l’Arcivescovo Mario Delpini – desidero incoraggiarvi e ringraziarvi, avete la mia benedizione».
La preghiera del giovedì
Il giovedì sera (così come ha raccomandato), possiamo recitare tutti la preghiera, che l’Arcivescovo dona ai ragazzi degli Oratori quando li incontra, sulle tre domande più importanti della vita.
Per “giocare sulle Sue piazze”, aperti al senso affascinante della vita, che con la nuova settimana allarga lo sguardo ai “giochi dal mondo”:
Maestro, dimmi la verità della vita!
«La verità prima della vita è questa:
la tua vita è benedetta da Dio.
E la verità seconda è questa:
tu vivi per essere una benedizione
per tutti quelli che ti incontrano».
Maestro, insegnami a pregare!
«Tu prega così:
Padre nostro che sei nei cieli, Padre!
Sia santificato il tuo nome, Padre!
Venga il tuo regno, Padre!
Sia fatta la tua volontà, Padre!»
Maestro, dimmi che cosa devo fare!
«Non perdere oggi l’occasione per amare.
Non lasciare che nessuno
vada via da te senza un sorriso.
Non sottovalutarti mai:
sei fatto ad immagine di Dio!
Non dimenticarti mai della tua vocazione
ad essere felice».