Gratitudine, coraggio, fatica e lode sono le quattro parole chiave del Messaggio che Papa Francesco ha scritto in occasione della 57ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: il segreto di ciascuna vocazione, la condizione necessaria affinché ciascuno possa darsi al meglio della vita (cfr. "Christus Vivit", n° 143).


Giornata Mondiale Preghiera Vocazioni 2020

Il Messaggio per la 57ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (3 maggio 2020) è costruito intorno a quattro parole: gratitudine, coraggio, fatica e lode.

Papa Francesco le declina facendoci intravedere come esse racchiudano il segreto di ciascuna vocazione.

Ad esse fa da sfondo il brano evangelico che ha per protagonisti Gesù e Pietro durante una notte di tempesta sul lago Tiberiade (cfr Mt 14,22-33).

Il brano racconta che ai discepoli (di allora, come di oggi) è chiesto di seguire il Signore Gesù, abbandonando le proprie sicurezze.

L’avventura della sequela, infatti, non è mai pacifica: “Arriva la notte, soffia il vento contrario, la barca è sballottata dalle onde, e la paura di non farcela e di non essere all’altezza della chiamata rischia di sovrastarli” (cfr. Messaggio per la 57ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni).

Tuttavia il Signore non lascia mai soli i suoi discepoli: come ci racconta l’evangelista Matteo, Gesù li raggiunge, invita Pietro a camminare sulle acque, lo salva mentre sta per affondare, sale sulla barca e fa cessare il vento.

Questo atteggiamento di Gesù suscita innanzitutto un grande senso di gratitudine: senza il suo aiuto non riusciremmo a superare gli ostacoli che si frappongono lungo la traversata e ad approdare ad un porto sicuro.

Ma per rispondere alla propria vocazione (sacerdozio, matrimonio, consacrazione), occorre anche coraggio: spesso la paura ci impedisce di rispondere prontamente a ciò a cui Gesù ci chiama ad essere.

Anche in questo caso il Signore si rivolge a ciascuno di noi, dicendoci: “Non avere paura, io sono con te!”.

Una volta risposto alla propria vocazione, è però necessario rimanervi fedeli: cosa che costa fatica, impegno: spesso lo slancio iniziale lascia spazio alla rassegnazione, al timore, alla paura di fronte alle responsabilità.

Solo Gesù ha il potere di placare la tempesta che agita il nostro cuore, riportando quella calma e serenità necessarie per poter proseguire nel viaggio dell’esistenza lungo la rotta tracciata dalla propria vocazione.

Certamente non mancheranno le prove, ma la consapevolezza che il Signore non ci abbandona mai, anche nei momenti peggiori delle prova che segnano inevitabilmente l’esistenza di ciascun uomo e di ciascuna donna di ogni tempo, ci apre alla lode e ci incoraggia a dare il meglio di noi stessi, come Papa Francesco ci esorta a fare nella Christus Vivit: “Datevi al meglio della vita!”.

Perché questo avvenga, nel Messaggio lo stesso Papa Francesco ci invita a guardare a Maria santissima: “Grata per lo sguardo di Dio che si è posato su di lei, consegnando nella fede le paure e i turbamenti, abbracciando con coraggio la chiamata, Ella ha fatto della sua vita un eterno canto di lode al Signore”.

E allora l’augurio è che ciascuno di noi “possa scoprire con gratitudine la chiamata che Dio gli rivolge, trovare il coraggio di dire “sì”, vincere la fatica nella fede in Cristo e, infine, offrire la propria vita come cantico di lode per Dio, per i fratelli e per il mondo intero”.

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