Durante la seconda serata degli Esercizi spirituali di Avvento (18-19-20 novembre 2019) i giovani hanno potuto meditare sulla figura di Davide: in proposito proponiamo alcune riflessioni provenienti dalle zone pastorali III (Lecco) e IV (Rho).
DALLA ZONA PASTORALE III (LECCO):
“E’ cieco chi vede soltanto con occhi”. Sembra ritagliato su misura per gli esercizi spirituali dei giovani, che hanno come titolo “Ma il Signore vede il cuore”, questo proverbio della Guinea Bissau. A riportarlo ai giovani della zona III, riuniti nella Chiesa di Oggiono, è stato padre Fabio Motta, vicario generale del PIME, per dieci anni missionario appunto in Guinea Bissau.
A partire dalla voce, dalla chiamata di Dio, ha rivolto l’invito ai giovani a sognare in grande, ad andare lontano. Non sogni che si fermano poco lontano dalla spiaggia ma che attraversano il mare aperto. L’incontro con Dio è in grado non solo di fare vibrare il cuore ma anche gli occhi. Il giovane è colui che ha “visioni” perché sa guardare lontano, sa immaginare un mondo e una vita, la sua, nuovi. Questa gioventù non è solo una questione anagrafica ma qualcosa di più profondo. Padre Fabio ha raccontato dei missionari anziani del PIME che, anche se non più in missione, conservano uno sguardo che sa sognare, che sa vedere lontano.
Per sapere interpretare però questi desideri profondi del cuore è necessario che qualcuno ci aiuti. Come è stato per Samuele e così lui ha fatto per Davide. Da qui l’importanza di avere figure di riferimento che accompagnino il cammino spirituale di un giovane per riconoscere la voce di Dio che chiama.
Rendiamo scaricabile una sintesi della seconda meditazione di padre Fabio Motta.
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DALLA ZONA PASTORALE IV (RHO):
“Abbiate un cuore appassionato”: questo è l’invito che don Mario Antonelli condivide con le centinaia di giovani della zona IV, riuniti nella Chiesa di S.S. Pietro e Paolo di Saronno per la seconda serata di esercizi spirituali di Avvento.
Un cuore appassionato come quello di Davide, protagonista della riflessione della serata, scelto da Dio come successore di Saul, in antitesi con le caratteristiche del precedente sovrano, lontano dai criteri e dai metri di giudizio che abitualmente adottiamo per definire una persona adatta ad un ruolo così importante. Ma altri sono i criteri di Dio, criteri che spiazzano anche Samuele nella scelta e nel suo esercizio di profeta del Signore.
“Ma il Signore vede il cuore” è, infatti, il titolo dato a queste tre serate ed elemento di raccordo delle parole pronunciate da don Antonelli che rassicura sugli sbagli che possono essere fatti, sulle cadute che possono avvenire lungo il percorso, ma che mette in guardia dal pericolo della “lussuria dello spirito”, identificata come vero antagonista di un autentico cammino spirituale perché orientata solo verso “il gusto ossessivo della propria perfezione morale”. Altra cosa è il cuore appassionato di Davide, capace di cose folli perché innamorato e attratto dal suo Signore. Altra cosa è il cuore di quei grandi Santi, che si autodefinivano piccoli, ma dotati di un cuore capace di essere colmato dalla Grazia.
L’invito è, quindi, a non temere i propri disagi, non temere le proprie imprecisioni o i propri limiti, in quanto si tratta dell’occasione per vivere un’autentica vocazione secondo lo spirito di Gesù.
Roberta Rotondo (Busto Arsizio)