Come possiamo spiegare ai nostri ragazzi il tema «Jump! – Il salto della fede» per mantenere viva la proposta dell’Anno oratoriano 2012-2013?
Ecco alcune semplici attività che possono svelare alle diverse fasce di età i contenuti del cammino educativo dell’Anno oratoriano 2012-2013.
Con i più piccoli potremo organizzare una staffetta, nella quale il tragitto sarà diviso da alcuni ostacoli, ed ogni tratto del percorso potrà essere effettuato con una tipologia di salto diverso (su un piede solo, a galoppino, salto in lungo etc.). I ragazzi dovranno superare tutto il percorso per consegnare al compagno di squadra una misteriosa busta, che di mano in mano arriverà alla fine del gioco. Al termine, una volta dichiarata la squadra vincitrice, scopriremo che per fare Jump certamente si fa fatica, ma è una fatica che serve.
All’interno della busta i ragazzi troveranno l’icona evangelica che ci guida quest’anno. Ciascuno sarà invitato, in un successivo momento di preghiera, a identificare un amico al quale vorrebbe raccontare qualcosa di bello che lo ha colpito di quel brano, magari invitandolo in oratorio per la domenica successiva.
Con i preadolescenti entreremo in una stanza molto ampia, completamente al buio. Chiederemo loro di disporsi nella stanza e di fare un salto, il più ampio possibile. Sicuramente quasi tutti si sentiranno a disagio, perché non è facile compiere un’azione, per quanto abituale, senza la possibilità di vedere. Quando tutti, magari lamentandosi, avranno saltato, si potrà accendere la luce e chiedere nuovamente di compiere un salto. A partire da questa breve esperienza presenteremo il tema, magari partendo dal logo, dove il contrasto tra la luce ed il buio è ben evidente, per capire quanto l’Anno della fede che si vivrà insieme non sarà «una passeggiata», ma un momento che chiede impegno, come un salto. Analogamente, non sarà un’azione difficile: si tratterà piuttosto di trovare le guide giuste, chi accompagni, come la luce, in questo cammino.
Con gli adolescenti, la gran parte dei quali si troverà anche ad essere animatore, potremo prevedere un momento raccolto, durante il quale introdurre il brano che fa da icona biblica. La lettura fatta con la giusta preparazione e predisposizione, magari all’interno della cappella dell’oratorio, potrà essere seguita da una breve lectio, al termine della quale si consegnerà a ciascuno, come segno, un elastico. Ogni ragazzo dovrà cercare di tenderlo il più possibile, senza che si rompa. Per quest’Anno della fede tutti noi punteremo al massimo, come l’elastico, nella certezza che non ci spezzeremo, ma troveremo sorprese inaspettate proprio esprimendo al massimo il nostro «salto della fede»!
Ecco un breve racconto che può essere utilizzato per presentare il tema JUMP! attraverso la narrazione.
Bart-y, il rollerblader
Bart-y è un ragazzino timido dai capelli rossi e tante lentiggini che coltiva un piccolo sogno, cimentarsi dell’high jump. La mamma gli aveva comprato il suo bel paio di pattini in linea, ma, essendo piuttosto protettiva, lo accompagnava per mano all’oratorio con quelli che i suoi amici chiamavano rollermamy. Lui si sentiva un carrello della spesa che la madre poteva trascinare di qua e di là; anche l’apparecchio ai denti riusciva ad acuire questa sgradevole sensazione di non essere libero come gli altri, nemmeno di sorridere.
Al compimento del suo tredicesimo compleanno ottenne il permesso di recarsi al parco, dove, sotto graffiti coloratissimi, il comune aveva allestito una rampa da brivido, adeguata all’high jump. Bart-y affrontò il tracciato con disinvoltura con tutte le tecniche apprese al corso di freestyle, pattini allineati, poi passo incrociato, poi virata a destra, superamento ostacoli, bank to bank, ma, di fronte alla rampa sopraelevata, le sue acrobazie si fermarono.
Iniziò a indietreggiare piano, lungo il tracciato. Si sentì improvvisamente solo, senza la guida della madre che sapeva sempre come e cosa fare. Fu allora che si accorse di aver radunato intorno a sé, con i suoi avvitamenti, una folla di ragazzini mai vista prima. Qualcuno prese coraggio e velocità e saltò con disinvoltura. Senza tecnica. Erano rollerblader da strada. Erano quei compagni che di solito nelle classi masticano la cicca, tengono l’auricolare nelle orecchie. Erano quelli che lo prendevano in giro. Ma lì sulla rampa erano tutti uguali, lui con i suoi virtuosismi da scuola, loro con la loro spavalderia da strada.
«Coraggio, proviamoci insieme»; fu l’insieme più che il coraggio a dargli forza e Bart-y si sentì libero di trovare un suo stile di salto. Fu allora che il sorriso divenne non più gabbia, ma specchio del sole. «Come ti chiami?» chiese uno dei suoi nuovi amici; «Meo». Abbandonato quel nomignolo da cartone animato, aveva scelto di essere se stesso e di saltare nel gruppo.
La comunità può aiutarci a fare il salto della fede. Il gruppo di chi coltiva la stessa passione per il Vangelo può dare a ciascuno il coraggio di provare a vivere l’avventura più bella: l’amicizia con Gesù. Anche da ragazzo o ragazza, ciascuno può scoprire la sua identità e accettarla. Accanto agli altri che, pur diversi, condividono gli stessi desideri, ognuno può avere il coraggio di dirsi cristiano e di testimoniarlo senza vergogna. Da piccoli siamo stati accompagnati, guidati, portati per mano. Ora, un po’ più grandi, anche se ancora un po’ bambini, possiamo scegliere da soli di impegnarci a percorrere la strada del Vangelo. Non resteremo delusi e impareremo a fare cose che non abbiamo mai fatto prima, impareremo a vivere una vita nuova e meravigliosa insieme al Signore Gesù.