Il logo dell’anno oratoriano 2013-2014 contiene la vivacità della proposta che si regge sul Vangelo e si apre al mondo per andare incontro all’umanità rinnovata dalla luce del Risorto, il Figlio dell’uomo che è venuto a seminare nuova vita perché come «buon grano» cresca e porti frutto.
Un luminoso disegno a pastello diventa il logo della proposta A TUTTO CAMPO che traduce per i ragazzi e per l’oratorio l’iniziativa pastorale «Il campo è il mondo» che il nostro arcivescovo Angelo Scola consegna alla Diocesi. Il Vescovo ci chiede di percorrere insieme nuove vie «verso l’umano» con un’apertura a 360° che possa incontrare «tutto l’uomo». Il nostro impegno consiste nel portare il Vangelo in ogni ambiente e situazione della vita, con un’apertura, appunto, che potremmo dire a tutto tondo. Si tratta di dare completezza alle nostre proposte perché non venga tralasciato niente di ciò che coinvolge la vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Il cerchio azzurro segna un mondo che cerca ancora la sua armonia e può trovarla se tutte le persone che possiamo incontrare, a partire dai più piccoli e dai più giovani, possono avere l’occasione di conoscere il Signore Gesù e accoglierlo con fede, lasciando che sia Lui a dare forma all’esistenza di ciascuno. Le sagome che vengono rappresentate parlano della vita dei ragazzi che al mattino ritrovano la loro famiglia, vanno a scuola, condividono con i compagni di classe e gli insegnanti molte ore della loro giornata, si impegnano nello studio, escono e vanno agli allenamenti o sono coinvolti in altre attività e la domenica o alcune volte in settimana sono invitati a vivere all’interno della comunità cristiana, attraverso la presenza dell’oratorio. Questi ragazzi abitano nel nostro territorio, nelle nostre città, e sperimentano sulla loro pelle i messaggi, spesso contraddittori, che provengono dai media e dalla società. Hanno bisogno di giocare, di non restare soli in casa, di incontrare dei «testimoni» che propongano loro uno stile bello di vita buona che nasce dal Vangelo. I nostri ragazzi sono distratti da continue sollecitazioni e dalle mode dettate dalla tecnologia e dall’industria dell’intrattenimento. Ma è proprio dentro questo contesto multicolore, che è la vita, che i ragazzi sono chiamati a riconoscere il campo (strisce verdi) in cui mettere in gioco la loro ricchezza, le loro potenzialità e il loro valore. La loro esistenza è ancora in crescita, ci sono ancora molti frutti da portare, ma ormai la loro vocazione è già delineata: sono loro il frutto del seme buono gettato in tutto il mondo dal Figlio dell’uomo (cfr. Icona evangelica). Ora sono quel buon grano che ancora deve crescere ma che è già un segno evidente nel campo, un segno di vita buona che si realizza insieme, mantenendosi «saldi nella fede», affinché «tutto si faccia nella carità» (cfr 1 Cor 16, 13-14).
La luminosità del grano che cresce non in modo solitario – ma in un contesto di comunità – può oscurare se non cancellare ogni limite, ogni peccato e il male che è rappresentato dalla zizzania. Nella gioia dello stare insieme e del condividere la vita A TUTTO CAMPO c’è il segreto di una esistenza felice che, anche se non toglie il male – quello che c’è in ogni persona e nel mondo intero – anche se non lo stradica completamente, comunque lo rende incapace di danneggiare le persone fino a distruggerle. La gioia radiosa della vita comunitaria che vive dell’incontro con l’unico Maestro che è il Signore, che si alimenta alla sua mensa, che accoglie il Pane della vita, frutto del grano buono preparato per la comunione, è lo stile che noi possiamo proporre al mondo perché l’esperienza umana possa essere piena e felice, così come il Padre l’ha desiderata da sempre.