La presentazione dell'anno pastorale e oratoriano 2013-2014 per i ragazzi, gli adolescenti e gli oratori

Don Samuele Marelli
Responsabile del Servizio per i ragazzi, gli adolescenti e l'oratorio

I quattordicenni al Sacro Monte di Varese

Nel solco della proposta pastorale dell’Arcivescovo «Il campo è il mondo – vie da percorrere incontro all’umano», in questo anno pastorale accogliamo la sfida di evangelizzare l’umano, affinché il Vangelo non abbia zone d’ombra nella vita di ciascuno. Nello stesso tempo, occorre riconoscere ciò che c’è di buono e di evangelico nelle esperienze fondamentali della vita.

L’icona evangelica della parabola del buon grano e della zizzania (Mt 13, 24-30.36-43) aiuterà i ragazzi degli oratori a intraprendere un nuovo cammino in cui, da protagonisti, si impegnino a portare il Vangelo in ogni ambiente della loro vita. Sono loro quel seme che è cresciuto e porta frutto, un seme impiantato dal Figlio dell’uomo, perché il mondo sia ricolmo della sua presenza. Chiederemo ai ragazzi di non lasciarsi spaventare dal male che c’è nel mondo, di non lasciarsi prendere dal panico per eventuali sconfitte anche personali, ma di affrontare la vita, consapevoli della loro personale ricchezza e bellezza: sono stati generati da Dio per essere nel mondo «generatori» di bene e portatori dell’amore. Di questa carità i ragazzi possono fare esperienza nella comunità, grazie alla testimonianza degli educatori che per loro investono passione, competenza, energie e desiderio di salvezza.

Gli ambiti della vita in cui i ragazzi sono chiamati a essere testimoni sono quelli delle relazioni, della amicizia e della condivisione del tempo con i loro compagni; della scuola e degli impegni di studio, in cui si dà forma alla loro conoscenza, ai loro interessi e direzione al loro futuro; dello sport e delle attività extrascolastiche che tanto li appassionano; della città che si offre con le sue contraddizioni, luogo di educazione al senso civico ma anche di dispersione; dell’oratorio e dell’incontro con la comunità educante che mostra il volto del Signore Gesù e lavora per integrare la fede con la vita.

Chiederemo ai ragazzi di avere uno sguardo A TUTTO CAMPO perché traggano il bene da ogni loro esperienza, sia di fatica e di dolore, sia di gioia e divertimento. Tutto ciò che è umano potrà farli crescere, se accanto a loro c’è una comunità che li aiuta a interpretare la vita e fornisce loro gli strumenti opportuni per capire la realtà e rispondere ad essa con scelte che siano coerenti con la loro chiamata alla fede.

Parafrasando il richiamo di Papa Francesco, preso in considerazione per l’iniziativa «Il campo è il mondo», anche l’oratorio se «non esce da se stesso per evangelizzare, diviene autoreferenziale e allora si ammala». L’impegno dell’oratorio in quest’anno consiste nel porsi significativamente in dialogo con le altre agenzie educative che sono presenti nel suo territorio, perché nel confronto, certamente arricchente, si possa continuare a mettere al centro il bene dei ragazzi e la loro crescita sia armonica e aderente alla vita.

L’oratorio, che si propone come casa per le giovani generazioni, è chiamato in modo particolare a rinnovare la sua vocazione a essere «Ponte fra la strada e la Chiesa» (Beato Giovanni Paolo II; cfr. Nota pastorale CEI «Il laboratorio dei talenti», n.5), cercando di poggiare le sue fondamenta su entrambe queste dimensioni: la strada, come crocevia di una pluralità di messaggi e di esperienze che spesso travolgono le vite dei ragazzi, senza nessuno che li aiuti a fare sintesi; la Chiesa come occasione di incontro con il Signore Gesù che, sempre in modo più efficace, deve tradursi in vita attiva, in servizio, in forme di passaggio fra le generazioni, in profonda comunione che non annulla le differenze ma le qualifica per il bene di tutti.

Un oratorio A TUTTO CAMPOesce dunque da se stesso, anche per intercettare la collaborazione di altri oratori, per unire le forze e rispondere alle esigenze dei più giovani, proponendo nuovi spazi di incontro. Nessun oratorio in qualche modo deve sentirsi un’isola, anche se si percepisce come «isola felice». È lo spirito del «federarsi» che ha tenuto insieme, nella storia, gli oratori della nostra Diocesi. Questo spirito ha bisogno di nuova linfa e di nuove strade, proprio per «per-correre» le vie verso l’«umano» dei più giovani, intercettando ad esempio la richiesta di aiuto che proviene dai loro genitori, per una educazione che sia proposta unificante di vita.

Ci possiamo ancora «federare» fra oratori per approfittare di una reciprocità di ricchezza e di bellezza che non ha eguali. È stato questo lo scopo della nascita della Federazione degli oratori in occasione del Congresso diocesano degli oratori del 1913. Non vorremmo che il centenario della FOMsi riducesse a un mero fatto celebrativo: pensiamo possa essere l’occasione per un rinnovato impegno da parte di ogni oratorio a contribuire al bene di tutti gli altri.

Potremo dunque mettere al centro più efficacemente il tema dell’educazione e fare in modo che possa essere una seria risposta e una significativa presenza nei confronti delle giovani generazioni. Potremo vedere, nel corso dell’anno, che cosa significa educare a una vita che sia A TUTTO CAMPO e che generi la convinzione di appartenere a Dio e quindi la scelta di plasmare la vita secondo il suo Vangelo.

Ci verrà in aiuto un Santo Educatore che, in un certo senso, ci farà visita. Dopo la Settimana dell’educazione (21-31 gennaio 2014), avremo il dono della Peregrinazione nella nostra Diocesi ambrosiana dell’Urna di San Giovanni Bosco (1-4 febbraio 2014). Davanti al Padre e Maestro della Gioventù, chi è impegnato nell’educazione dei ragazzi e dei giovani potrà rinnovare le sue motivazioni e ritrovare il senso e la direzione della sua testimonianza.

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