È uno degli impegni principali che l’Arcivescovo affida alle parrocchie e agli oratori: la formazione della comunità educante, affinché la comunione generi un modo più efficace di essere testimoni della fede e promotori del messaggio evangelico.
L’attenzione che in oratorio riserviamo agli educatori, agli animatori, a catechisti e catechiste, agli allenatori, agli insegnanti e agli stessi genitori, primi soggetti dell’educazione dei figli, quest’anno la focalizzeremo realizzando itinerari, proposte e occasioni che possano riunire tutte queste persone e costruire con loro un forte senso di comunione, di condivisione e di dialogo. È la scommessa della «comunità educante», formata da tutti coloro che hanno a cuore la crescita integrale dei ragazzi, si ispirano al Vangelo per il loro servizio educativo e fanno riferimento ad una specifica comunità cristiana che li «manda» affinché possano svolgere la loro missione. Sentirsi parte di una comunità è il presupposto di ogni educatore cristiano ed è il criterio e il rimando costante che lo spinge a operare. Concretamente far parte di una comunità educante significa stabilire con tutti gli altri soggetti una specifica «alleanza» in cui si condividono le finalità, si distribuiscono i ruoli e le energie, si studiano le iniziative possibili e ci si supporta l’un l’altro cercando il più possibile di unificare la proposta educativa.
La comunità educante fa chiaro riferimento alla parrocchia o alla comunità pastorale, ed è in essa che si costituisce, avendo come luogo operativo per eccellenza l’oratorio o gli oratori di una stessa comunità parrocchiale o pastorale. Ogni comunità educante rimanda ad un’alleanza ancora più estesa che coinvolge altre agenzie educative presenti sul territorio, altre comunità, altri soggetti e stimola il lavoro di altri organi di comunione più vasti che sono le équipe di pastorale giovanile presenti in una upg, in un decanato, ecc.
All’inizio dell’anno pastorale sarà importante che ogni comunità cristiana sia coinvolta nella convocazione di tutti coloro che possono occuparsi delle giovani generazioni, con passione, dedizione e spirito di servizio, dando a molti il Mandato educativo perché essi possano attuare il loro compito e quindi formare quella comunità educante che dovrà poi determinare i suoi percorsi. Sarà importantissimo fissare dei momenti di formazione che possano non solo dare i fondamenti e le motivazioni ma possano entrare anche nello specifico del ruolo di ciascuno e dello stile di condivisione che viene richiesto per essere comunità. Non devono poi mancare a calendario momenti in cui, come comunità educante, ci si ritrova a pregare insieme e altri in cui si possa insieme fare una verifica del lavoro che si sta svolgendo e di come si possa affinare il dialogo fra i diversi educatori, per un agire comune e condiviso. Nello stabilire percorsi e tappe può venire in aiuto il consiglio dell’oratorio che può dunque essere l’organo propulsore che invita tutti gli educatori a sentirsi «un solo corpo».
Sarà fondamentale sin d’ora fissare la tappa della Settimana dell’educazione, dal 21 al 31 gennaio 2014, come opportunità propizia per mettere a tema il ruolo, le finalità e le modalità per essere comunità educante e verificare il lavoro che si è impostato nei primi mesi dell’anno oratoriano.
Sarà utile, in questa occasione, coinvolgere i vari consigli pastorali e sensibilizzare l’intera comunità cristiana perché prendano coscienza della questione «comunità educante» e offrano indicazioni e proposte.
Sono previste alcune iniziative diocesane che idealmente tracceranno un itinerario sulla «comunità educante», interpellando di volta in volta i diversi soggetti che la formano.
Un evento altamente simbolico, in tal senso, sarà la partecipazione dell’intera diocesi alla Peregrinatio dell’Urna di Don Bosco che sarà a Milano dal 1 al 4 febbraio 2014. Sarà quello il momento in cui i ragazzi, gli adolescenti ma soprattutto gli educatori consolideranno le loro scelte e la loro missione, dinanzi al corpo del «padre e maestro della gioventù».
