di don Samuele Marelli
Ogni anno, la Settimana dell’educazione si rivela un tempo prezioso e fecondo per rinnovare e aggiornare la cura educativa delle nostre comunità cristiane. Quest’anno, in particolare il titolo scelto «Educare in spirito di famiglia» indica diversi percorsi di approfondimento possibili.
Il primo e più evidente è senza dubbio l’attenzione a rincentrare la titolarità educativa sull’intera comunità cristiana. Tale indicazione è tanto enunciata nei documenti ufficiali e teoricamente condivisa quanto purtroppo viene disattesa concretamente. La Settimana dell’educazione vorrebbe essere l’occasione a superare una certa frammentarietà educativa che pur si nutre di approcci e competenze diverse ma che a volte non è capace di pervenire ad una sintesi armonica in grado di veicolare il senso del tutto. Il cambiamento di paradigma richiede di partire anzitutto dal bene dei ragazzi e subordinare a questo tutto il resto, anche le pur legittime sensibilità dei diversi soggetti educatori. Si potrebbe dire che il tutto, viene prima della parte e che questa è sempre per il tutto. La comunità non può essere considerata la semplice sommatoria di diverse persone o attività. Perché ci sia realmente una «comunità educante”» è necessario riconoscere il carattere sempre sinfonico di ogni azione educativa. Ciò permette meglio di allargare lo sguardo e sostenere le fatiche, in vista di un’educazione integrale della persona che deve essere necessariamente anche integrata.
Lo «spirito di famiglia» sottolinea poi in modo molto evidente la realtà familiare quale riferimento primo e ultimo del compito educativo. Non si educa mai senza la famiglia ma sempre con la famiglia e accanto ad essa. In questo senso pare significativo il fatto che la Festa della famiglia cada proprio al centro della Settimana dell’educazione. Tale collocazione vuole essere segno evidente della centralità da riconoscere alla famiglia nell’ambito educativo. La stessa comunità cristiana dovrebbe essere pensata e vissuta come una grande «famiglia di famiglie» capace di accogliere e valorizzare la peculiarità di ciascuna famiglia coinvolgendola in un cammino comune.
Infine lo «spirito di famiglia» detta il modo di vivere il servizio educativo improntato sull’amorevole semplicità, la sincera condivisione e la concreta solidarietà nella linea di quanto suggerito dallo stile dell’oratorio. La presenza nella nostra Diocesi dell’Urna di san Giovanni Bosco, proprio a conclusione della Settimana dell’educazione, costituirà a tal proposito un’occasione particolarmente propizia e un forte richiamo per interrogarci sullo stile educativo dei nostri oratori.