Prima sezione dell’anno III «Amare» all’interno dell’itinerario diocesano adolescenti «È bello con Te».
Quando si parla di adolescenti non si può non affrontare l’argomento del rischio. Ogni periodo di passaggio, e quindi anche quello dell’adolescenza, ha come elemento fondamentale e importante, la propensione al rischio, alla sfida nei confronti di se stessi e degli altri. L’adolescente sta imparando chi è, e di cosa è capace, come si deve relazionare con il mondo che lo circonda, come può entrare a far parte, a poco a poco, del mondo degli adulti dal quale è affascinato ma, in alcuni casi, allontanato. Sente il bisogno di confrontarsi, di misurarsi con l’esterno per scoprire il suo valore e le sue possibilità.
L’attenzione educativa, a questo riguardo, non sta tanto nel discutere sulle modalità scelte dall’adolescente per soddisfare queste necessità, ma nello scoprire e nell’affrontare le ragioni che li hanno portati a compiere queste scelte. Tipica dell’adolescente di tutti i tempi, e di quello di oggi in particolare, è la tendenza all’impulsività. I ragazzi gestiscono le situazioni in cui si trovano in modo immediato, lasciando da parte la razionalità.
La tendenza al rischio, all’avventura deve essere quindi fatta oggetto della riflessione e dell’attenzione educativa per volgerla al positivo, per fare di questa tendenza insita nella condizione adolescenziale, un’opportunità e una sfida. Il rischio, infatti, porta con sé la capacità di osare, di provarsi. La ricchezza dell’umanità deriva dalla capacità di mettersi in gioco esercitando la propria libertà e la capacità di scelta. Il rischio aiuta a capire come di fronte ad una sfida si può essere vincenti o piegarsi alla paura.
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