L’Arcivescovo e i suoi più stretti collaboratori esprimono riconoscenza al Pontefice per la sua visita a Milano: «Ha reso visibile il meglio di noi». Il 20 aprile alle 19 in Duomo Scola incontra i volontari, i Rol, i preti, le forze dell’ordine e quanti hanno collaborato all’evento per ringraziarli personalmente

IL CONSIGLIO EPISCOPALE MILANESE

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Alla gente di Milano

Carissimi,

Papa Francesco ha confidato che a Milano si è sentito a casa. Con tutti! Questa confidenza ci commuove e ci consola. Il clima di familiarità che ha accompagnato il Papa in tutta la giornata di sabato rivela che Milano e la Lombardia “si sentono a casa” con Papa Francesco perché gli vogliamo bene e siamo in sintonia con il suo insegnamento, apprezziamo la sua testimonianza, siamo contagiati dalla sua gioia e dal suo coraggio.

Per accogliere Papa Francesco Milano si è vestita con il suo inconfondibile abito della festa: un velo di nebbia mattutina e quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello! Milano si è fermata in paziente e festosa attesa, tenendo a freno la sua tradizionale frenesia; Milano ha smentito l’inclinazione alla paura e al sospetto che in questi giorni sembrano obbligatori.

Papa Francesco ha percorso Milano con il braccio teso a salutare, con il sorriso pronto a incoraggiare, con il raccoglimento intenso dell’uomo di Dio, con lo sguardo penetrante a leggere il bisogno di consolazione e di speranza. Siamo quindi grati al Papa perché la sua visita ci ha tutti radunati e ha reso visibile il meglio di noi.

Ecco il dono che abbiamo ricevuto: lo stile della testimonianza semplice, gioiosa, incisiva che annuncia l’essenziale del Vangelo e provoca ciascuno a mettersi in gioco, a sentirsi protagonisti nell’edificazione di una città in cui tutti si sentano a casa e tutti si riconoscano responsabili di tutti.

Per accogliere Papa Francesco si è radunato un popolo numeroso e tutti si sono sentiti parte di questo popolo, tutti si sono sentiti milanesi: quelli che parlano il dialetto dei nonni e quelli che parlano lingue di altri continenti, quelli che vanno in chiesa tutte le domeniche e quelli che non sanno neppure dove sia una chiesa, quelli che abitano negli antichi palazzi e quelli che abitano nelle case popolari, le autorità e i turisti di passaggio. E quelli che non potevano scendere in strada per incontrare il Papa l’hanno visto andare da loro: il Papa si è sentito a casa anche nel carcere di San Vittore!

Milano con il coeur in man, dopo che il Papa è partito, ha ripreso i suoi ritmi e i suoi fastidi, i suoi affari e le opere di misericordia quotidiane. Ma si può essere certi che è stata seminata una gioia più intensa che contrasta ogni rassegnazione e ripiegamento. Sono state pronunciate parole illuminanti e provocatorie per rinnovare la fede e credere alla possibilità dell’impossibile. La comunità cristiana è stata richiamata ad abitare il tempo come occasione per seminare, liberandosi dall’impazienza del raccolto, immergendosi nella gioia di Dio piuttosto che nella gratificazione di successi mondani.

Dovremo tornare su tutti i gesti e le parole del Papa perché la visita porti i suoi frutti più belli e duraturi, ma adesso è tempo di gratitudine per Papa Francesco e per tutti coloro che hanno curato i singoli momenti: la visita alle Case Bianche di via Salomone, piazza Duomo ospitale per la tanta gente che l’aspettava, i preti e i consacrati radunati in Cattedrale, la grande celebrazione a Monza, l’incontro festoso nello stadio di San Siro. L’Arcivescovo, con i suoi collaboratori, desidera invitare tutti coloro che si sono prestati per la buona riuscita della visita di Papa Francesco per ringraziarli di persona. Giovedì 20 aprile alle 19 in Duomo: l’incontro è per tutti i volontari, per i Rol delle parrocchie, i preti, le forze dell’ordine, e tutta la gente che desidera esprimere un corale ringraziamento al Signore, al Papa, per la grazia di quella visita.

Ci è stato fatto un dono immenso: Papa Francesco, ti promettiamo che non andrà sciupato e che continueremo a volerti bene e a pregare per te.