Ecco la sfida che abbiamo davanti: cercare di tessere relazioni buone, di dare respiro alla sincerità, di assumere comportamenti più coerenti nella vita quotidiana
di Carmela Tascone
membro presidenza ACLI provinciale Varese
e già segretario generale CISL Varese
La consapevolezza di “stare” di fronte alle sfide della vita richiede, innanzitutto, la decisione di volerle conoscere, di uscire dal torpore dei nostri rifugi quotidiani per osservare la realtà e rendercene conto sia come individui sia come popolo, in particolare come comunità cristiana. Questa è la prima sfida da prendere in considerazione.
Nella realtà attuale vi è una diffusa e consistente perdita di significato degli aspetti più rilevanti dell’esistenza: il senso della vita, della morte, della sofferenza, del rispetto dell’altro, anche se diverso da noi, della dignità di ogni persona, anche se priva di ricchezza.
Quando vengono meno questi significati, che cosa rimane? Rimane l’immediato, anche se effimero, restano le scelte emotive e le reazioni istintive. Si entra nella logica del tutto e subito, si abbandona la fatica del pensare. Si pretende che a risolvere i problemi della città siano sempre coloro a cui si delega tutto e da cui si esige tutto, sempre rimanendo, purtroppo, sulla soglia della responsabilità.
Ecco, allora, la sfida che abbiamo davanti: quella di cercare di tessere relazioni buone, di dare respiro alla sincerità, di assumere comportamenti più coerenti nella vita quotidiana, di cercare la verità nei contesti dove si svolge la vita di ogni giorno, di non accontentarsi di una informazione superficiale, ma di fermarsi a pensare e di aiutare a formare un’opinione pubblica basata su ciò che è vero.