Il Papa ci sta aiutando a guardare le sfide globali come quelle più personali e quotidiane allo stesso modo: a partire dall’essenziale, dall’avvenimento di Cristo
di Alberto Sportoletti
membro del Coordinamento diocesano
Associazioni Movimenti e Gruppi
Un frutto positivo della visita di Papa Francesco a Milano il prossimo 25 marzo è già visibile nel popolo cristiano che lo attende: il lavoro preparatorio che la diocesi ha proposto, attraverso la traccia contenuta nel sussidio ‘In questa città io ho un popolo numeroso, dice il Signore’, che vuole indirizzare la nostra attenzione non solo ai principali testi del Papa, in particolare sull’Evangelii Gaudium, ma ancora più profondamente ai suoi gesti, al suo modo di guardare l’esistenza e affrontare le sfide che emergono in questo ‘cambiamento d’epoca’ che caratterizza il mondo intero come le nostre terre ambrosiane.
Il Papa ci sta aiutando a guardare le sfide globali come quelle più personali e quotidiane allo stesso modo: a partire dall’essenziale, dall’avvenimento di Cristo, della sua misericordia che ha avuto pietà del nostro nulla per risollevarci e indicarci la posizione ottimale per affrontare i problemi umani. Personalmente sperimento come profondamente pertinente alle esigenze della mia vita il paragone libero, cioè non dialettico e difensivo, con la testimonianza di Papa Francesco teso, con tutta la sua persona, non a propugnare una ‘rivoluzione liberale’ ma a riandare alle radici del fatto cristiano come lui stesso ha recentemente sottolineato.
La proposta a tutti e l’adesione cordiale a un tale lavoro di vivo paragone con l’esperienza ci può consentire di vivere la visita del Papa non riducendola a un evento emotivo e mediatico ma come occasione che incrementi la consapevolezza del nostro compito nel mondo e ci accompagni nelle gravose sfide che abbiamo tutti davanti.