La visita del Pontefice ci aiuta dandoci energie per superare la paura che genera atteggiamenti irrigiditi e forme di chiusura
di Claudio Gatti
membro del Consiglio Pastorale Diocesano
“Molti tentano di fuggire dagli altri verso un comodo privato, o verso il circolo ristretto dei più intimi, e rinunciano al realismo della dimensione sociale del Vangelo. (…) Il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, con il suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri” (EG 88).
Stiamo entrando nel tempo santo della Quaresima e la visita di papa Francesco è un dono prezioso, dentro il processo di ricerca e di ricostruzione dell’anima della nostra città. Ci aiuta dandoci energie per superare la paura che genera atteggiamenti irrigiditi e forme di chiusura.
La visita del Papa è una grande occasione e stimolo per pensarci a Milano come popolo di Dio tra i tanti popoli del mondo, come popolo per tutti i popoli, con il compito di accendere processi di riconciliazione e di riunificazione.
Evitiamo «il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità» (EG 83) e prepariamoci all’incontro col Santo Padre attraverso i gesti che ci vengono proposti, a partire dalle Via Crucis (nelle parrocchie, ma in particolar modo quelle col santo chiodo) e senza dimenticare gesti di vera condivisione con chi ne ha bisogno.