Il Papa ha risposto alle domande di Davide, un ragazzo, Alberto e Monica una coppia di genitori e di Valeria una catechista. Fino all’invito finale che si è trasformato in una grande promessa pubblica contro il bullismo

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San Siro gremito in ogni ordine di posti: 80 mila ragazzi e ragazze, cresimandi e cresimati di quest’anno, con i loro genitori, educatori, padrini e madrine. Tutti hanno ascoltato, applaudito, pregato e fatto festa con Papa Francesco. Il Santo Padre nel dialogo con i fedeli ha affrontato con parole dirette temi centrali della nostra società come l’educazione dei giovani, la vita familiare e le sue tensioni, il bullismo e il rapporto tra insegnanti e studenti. Più volte è ritornato l’invito ai ragazzi di ascoltare i nonni, che hanno «saggezza della vita. Con quella saggezza ci insegnano come andare più vicino a Gesù. A me lo hanno fatto».

 

Il Papa ha risposto alle domande di Davide, un ragazzo, Alberto e Monica una coppia di genitori e di Valeria una catechista. Fino all’invito finale che si è trasformato in una grande promessa pubblica contro il bullismo.

 

Coreografie delle grandi occasioni hanno riprodotto sul prato di San Siro i simboli della visita del Papa nelle terre ambrosiane, con mille figuranti e un clamoroso e rumoroso abbraccio di tutto lo stadio per il Papa. Il Santo Padre ha salutato la gente dalla Papamobile. Questo è stato l’esordio dell’incontro della folla di ragazzi con il Santo Padre.

 

Il Papa, come spesso decide di fare, ha poi scelto di parlare a lungo anche a braccio. E ha rivolto domande ai ragazzi. Ha chiesto dal palco, per esempio: «Dite la verità. A voi piace andare a Messa?». Il sì dagli spalti non ha convinto il Papa quanto invece il sì alla domanda: «Vi piace andare all’oratorio?». Papa Francesco ha sorriso: «Queste tre cose vi faranno crescere nell’amicizia con Gesù: parlare con i nonni, giocare con gli amici e andare in parrocchia e in oratorio». Ai genitori Alberto e Monica che gli hanno chiesto come trasmettere la bellezza della fede ai propri figli ha risposto: «Mostrare loro come la fede ci aiuta ad andare avanti, ad affrontare tanti drammi che abbiamo, non con un atteggiamento pessimista ma fiducioso, questa è la migliore testimonianza che possiamo dare» ai bambini. «Non dimenticatevi: quando voi litigate i bambini soffrono e non crescono nella fede».

 

Un passaggio significativo del dialogo tra il Papa e i fedeli è stato quello dedicato alla frenesia della vita: «I genitori in questi tempi non possono, o hanno perso l’abitudine di giocare con i figli, di “perdere tempo” con i figli. Un papà una volta mi ha detto: “Padre, quando io parto per andare al lavoro, ancora stanno a letto, e quando torno la sera tardi già sono a letto. Li vedo soltanto nei giorni festivi”. È brutto! È questa vita ci toglie l’umanità».

 

Papa Francesco ha poi ricordato «l’educazione familiare nella solidarietà. Le opere di misericordia fanno crescere la fede nel cuore. Mi piace mettere l’accento sulla festa, sulla gratuità, sul cercare altre famiglie e vivere la fede come uno spazio di godimento familiare; credo che è necessario anche aggiungere un altro elemento. Non c’è festa senza solidarietà, come non c’è solidarietà senza festa».

 

Alla catechista che chiede: «Quali consigli può darci per aprirci all’ascolto e al dialogo» ha risposto suggerendo «un’educazione basata sul pensare-sentire-fare. Cioè un’educazione con l’intelletto, con il cuore e con le mani». Bisogna «educare all’armonia dei tre linguaggi al punto che i giovani, i ragazzi e le ragazze possano pensare quello che sentono e fanno, sentire quello che pensano e fanno, e fare quello che pensano e sentono».

 

A un certo punto, un po’ a sorpresa, Papa Francesco ha invitato tutti a fare silenzio per ascoltare bene. «Nella vostra scuola, nel vostro quartiere, c’è qualcuno o qualcuna del quale o della quale voi vi fate beffa, che voi prendete in giro perché ha quel difetto, perché è grosso, è magro, per questo, per quest’altro? E a voi piace fargli provare vergogna e anche picchiarli per questo? Pensateci! Questo si chiama bullying! Per favore, per il sacramento della Santa Cresima, fate la promessa al Signore di non fare mai questo e mai permettete che si faccia nel vostro collegio, nella vostra scuola, nel vostro quartiere. Capito? Promettete questo, oggi? Questo “sì”, lo avete detto al Papa. Ora, in silenzio, pensate che cosa brutta è questa e pensate se siete capaci di prometterlo a Gesù. Promettete a Gesù di fare mai questo bullying? Grazie. E che il Signore vi benedica».

 

Prima di lasciare lo Stadio per raggiungere Linate e ripartire per Roma, ancora una domanda: «Con chi dovete parlare di più a casa?». Risposta: «Con i nonni». Ai genitori ha raccomandato di giocare e agli educatori il Santo Padre ha ribadito l’invito a educare «con il linguaggio della testa, del cuore, delle mani».

 

Prima dell’arrivo del Papa nello stadio, Francesca Fialdini di Rai 1 ha animato le ore di attesa insieme con Giacomo Poretti e Davide Van de Sfroos e con i ragazzi degli oratori milanesi. Tra il pubblico anche i calciatori di Inter e Milan, Jeison Murillo e Andrea Bertolacci.

 

Qui il discorso integrale del Papa a San Siro

 

 

Qui le foto di Papa Francesco a San Siro liberamente utilizzabili